Forno elettrico, Cornigliano scende in piazza

Con i comitati del no cittadini da tutto il ponente: «Delusione per la sindaca Salis, tradite le promesse»

05/09/2025
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Giovedì 4 settembre, sono le 5 del pomeriggio e Cornigliano torna indietro di trent’anni. Tantissimi i cittadini in corteo per protestare contro il progetto della realizzazione del forno elettrico nelle Acciaierie. Ci sono tante donne, mamme con i bambini piccoli, ragazzi e ragazze che sfilano insieme con i nonni. Tanti cittadini di tutte le età hanno risposto alla chiamata dei comitati contrari al forno elettrico, preoccupati per le possibili ricadute sanitarie e ambientali della realizzazione di un nuovo impianto a caldo. Nelle stesse ore anche la manifestazione organizzata da Fiom e comitati per il sì con striscioni tipo «Contro i pregiudizi, in direzione ostinata e contraria», esposti dai sindacalisti favorevoli al forno per rilanciare la produzione. Il Comitato per il lavoro e per uno sano sviluppo di Cornigliano è d’accordo con la realizzazione del forno. «Per ridurre praticamente a zero i rischi sulla salute di chi lavora nell’acciaieria e di chi abita nelle sue vicinanze, vanno adottate le migliori pratiche di progettazione, di gestione e manutenzione per tutto il percorso produttivo - dicono - a partire dalle materie prime sino ad arrivare al prodotto finito. A tal fine, chiediamo l’istituzione di un Comitato di Vigilanza composto da lavoratori e cittadini che affianchi gli enti preposti nel monitoraggio della sicurezza della fabbrica e della vivibilità del quartiere, a partire dalla sua qualità dell’aria». Tra i due cortei ci sono stati momenti di tensione verso le 17, con cori e insulti reciproci. 
Il fronte del sì all’ipotesi del forno elettrico vede schierata la Regione, il Comune, la Fiom e una parte di corniglianesi che si dicono favorevoli al nuovo impianto che porterebbe lavoro. Dall’altra parte c’è la Cornigliano che ne ha viste tante, a cominciare dall’imposizione dell’Acciaieria, nata nei primi anni Cinquanta, vista come una grande opportunità di lavoro, ma rivelatasi nel tempo un polo industriale altamente inquinante, fatto di cui i residenti hanno preso coscienza solo molti anni dopo, negli anni Ottanta e Novanta, quando i numeri dei morti per tumori e malattie respiratorie sono diventati insostenibili. 
Molto più partecipato il corteo del no, che ha mostrato anche un grosso striscione contro la decisione della sindaca Silvia Salis di appoggiare il progetto. La scelta di campo della sindaca ha deluso i cittadini che speravano di essere ascoltati, dato che in campagna elettorale Salis aveva puntato molto sulla promessa di far partecipare i cittadini alle scelte, di non calare più scelte dall’alto. Così, è evidente, non è, almeno su questo tema.
Restano comunque molti dubbi, proprio sul piano industriale e sugli investimenti necessari. La Cisl Liguria dopo l’incontro in Prefettura con il ministro Urso si è detta insoddisfatta: «troppe lacune, omissioni e nessuna garanzia. La nostra posizione resta quella: rilanciare il gruppo siderurgico più grande d’Europa rendendo green la produzione di acciaio, ma con una condizione non negoziabile: la tutela occupazionale», dice Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria, insieme con Marco Granara, responsabile Cisl Genova, e Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria. «Cornigliano ha grandi potenzialità, ma servono investimenti concreti per riportare lo stabilimento a livelli produttivi oggi irrealizzabili - proseguono -. In attesa del 15 settembre, quando saranno ufficializzate le manifestazioni di interesse, ogni scenario resta aperto. Dopo quella data ci aspettiamo un coinvolgimento diretto e costante dei sindacati».
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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