Le Maserati GranTurismo e GranCabrio verranno prodotte, entro la fine del 2025, nello storico stabilimento di viale Ciro Menotti, a Modena, cuore pulsante della Casa del Tridente ed eccellenza nella Motor Valley.
Parallelamente allo spostamento dell'attuale produzione di GranTurismo e GranCabrio, partirà però a Torino la produzione della nuova Fiat 500 Ibrida, che garantirà continuità operativa alle Carrozzerie di Mirafiori e le sue persone. Lo comunica il Gruppo Stellantis in una nota.
«La maggior parte dei colleghi e delle colleghe impegnate sulla linea della Maserati , si legge, saranno infatti ri-allocate sulla produzione della versione ibrida della 500, focalizzandosi su quello che è uno dei modelli cruciali per il futuro di Stellantis e icona dell'Italia nel mondo. Altri invece saranno riassegnati nell'ambito delle altre attività esistenti nel comprensorio di Mirafiori, dove proseguono la produzione meccanica del nuovo cambio Edct e dei cambi C514 nonché quelle legate alla Circular Economy che, grazie a piani operativi in crescita, consentirà anche di dare stabilità occupazionale del comprensorio».
Inoltre, prosegue la nota, «Mirafiori manterrà comunque un legame forte con il marchio del Tridente poiché nel complesso di Mirafiori continueranno a essere realizzate le attività di lastratura e verniciatura di Maserati GranTurismo e Gran Cabrio.
«Modena – ricorda la nota – è uno degli impianti più avanzati del Paese, fiore all'occhiello per la produzione delle auto super sportive con la Halo Car Mc20, equipaggiata dal motore V6 Maserati Nettuno, la sua versione cabrio Mc20 Cielo e la nuovissima Gt2 Stradale. La flessibilità e la tecnologia all'avanguardia di questo sito sono anche dimostrate dalla recente apertura delle nuove delle Officine Fuoriserie Maserati, esclusivo spazio dove i desideri dei clienti non hanno limiti e il processo di configurazione si arricchisce con una innovativa linea di verniciatura per creare la Maserati dei propri sogni. Torino e Modena, conclude la nota, rappresentano due punti di riferimento di eccellenza dell'impronta industriale del Paese e sono tra i pilastri del piano di Stellantis per l'Italia».
«Con questa decisione si sancisce il definitivo tramonto dell'immaginifico ‘Polo del Lusso’ torinese. Una notizia che girava informalmente da tempo. Adesso c'è l'ufficialità, ed è comunque l'ennesima batosta per Torino. Ho l'impressione che facciamo come i gamberi: un passo in avanti, per poi farne due indietro. Inutili sono le rassicurazioni date da Stellantis perché non sostenute da atti concreti per il rilancio di Mirafiori». Lo afferma Edi Lazzi, segretario generale della Fiom torinese.
«Adesso diventa ancora più urgente – aggiunge – destinare nuovi modelli di auto allo stabilimento e credo che le istituzioni debbano sostenere insieme alle organizzazioni sindacali questa richiesta, a partire dal sindaco di Torino e dal governatore della Regione Piemonte».
«Senza potenti investimenti e un piano industriale completo e strutturato – precisa Gianni Mannori, responsabile della Fiom di Mirafiori – si continuerà ad assistere all'eutanasia di Mirafiori e dell'auto a Torino e in Italia in generale, con conseguenze pesanti sulla filiera dell'automotive che stiamo già subendo con violenza. L'ultimo esempio concreto è la vicenda dell'Italdesign di Moncalieri, messa in vendita da Audi per fare cassa, con il rischio che a pagarne le conseguenze siano le lavoratrici e i lavoratori. Inoltre attendiamo chiarimenti in merito al futuro dei duecento lavoratori delle ex mascherine che ancora a oggi sono in cassa integrazione e non hanno un'allocazione nei piani produttivi dell'azienda».
«Tra i temi al centro del nostro dibattito congressuale c'è al primo posto la crisi industriale della regione che sta assumendo proporzioni sempre più vaste. I segnali che arrivano dall'ex Ilva di Novi Ligure, da Stellantis, che ha appena annunciato lo spostamento delle produzioni Maserati a Modena, da Italdesign, con il disimpegno e la probabile vendita da parte del gruppo Volkswagen, e dallo stesso indotto auto, sempre più in sofferenza, sono preoccupanti e meritano di essere esaminati e approfonditi quanto prima con il presidente della regione Cirio e la sua Giunta». È quanto dichiara il segretario generale Luca Caretti, che si ricandida alla guida della Cisl piemontese al congresso regionale, in programma al Lingotto, a Torino il 21 e il 22 maggio. All'assise partecipano 247 delegati in rappresentanza dei 261mila iscritti di tutta la regione, provenienti dalle 4 Cisl territoriali (Torino-Canavese, Piemonte Orientale, Alessandria-Asti e Cuneo) e dalle 18 federazioni regionali di categoria. Numerosi gli ospiti, tra il quali il presidente della Regione Alberto Cirio, il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo e la segretaria generale Cisl, Daniela Fumarola.
«Vanno date risposte a lavoratrici e lavoratori coinvolti – afferma Caretti – anche in termini di nuovi ammortizzatori sociali e di sostegno al reddito. Perché nessun lavoratore va lasciato solo o abbandonato a se stesso. Al nostro congresso si parlerà anche di sanità regionale, di sicurezza sulla lavoro e di 'partecipazione', che ora è diventata legge. Si tratta di una svolta storica per tutto il mondo del lavoro italiano».