Etica e IA: la bussola per la rivoluzione digitale
Alla tavola rotonda sono intervenuti don Antonio Sacco della Facoltà teologica dell’Italia e l’architetto Piercarlo Rolando
Alessandro Marini 31/12/2025
Nell’edizione di domenica 7 dicembre abbiamo dedicato due pagine all’iniziativa «Intelligenza Artificiale: disegniamo il Futuro, Insieme. Un dialogo tra innovazione, lavoro ed etica a Torino». Tuttavia, vista l’importanza di un argomento così attuale, abbiamo deciso di sviluppare singolarmente le tre parti in cui era suddiviso l’incontro. L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Sordella, con il contributo della Regione Piemonte, in collaborazione con le testate giornalistiche Il Giornale del Piemonte e della Liguria, Il Giornale del Piemonte e della Liguria web, La Bisalta, La Piazza Grande, Il Nuovo Braiedese, Espansione, BancaFinanza, Giornale delle Assicurazioni ed Edicola Digitale.
La terza tavola rotonda, intitolata «Etica e IA: la bussola per la rivoluzione digitale», ha visto gli interventi di don AntonioSacco, vicedirettore di Ciclo Licenza della Facoltà teologica dell’Italia e dell’architetto Piercarlo Rolando. A moderare il direttore di questo quotidiano, Diego Rubero e della giornalista economica de «Il Giornale» e del settimanale «Moneta», Camilla Conti. Il primo intervento è stato quello di don Antonio Sacco: «Tutti gli interventi hanno già toccato il tema etico, su cui si incentrerà il mio discorso. Uno dei tema è sicuramente quello della responsabilità, nonchè il bene umano. Tutte le attività, anche quelle più tecniche, fanno fiorire la vita oppure l’appassiscono. La questione etica non può essere sottratta a quella dell’IA. C’è un’etica delle conseguenze. E’ etico creare un figlio con certe caratteristiche? A tutti piacerebbe un figlio più bello o intelligente, ma è questo lo scopo di procreare? Costruite un figlio su misura? L’etica deontologica dice no. Questo è un primo modello. Salvaguardiamo l’uomo nel profondo.
Poi c’è l’etica dei fini. Tutti i discorsi sono legati alla velocità. Obiettivi da raggiungere in 2 o 3 anni, ma la nostra vita si basa su obiettivi di 2 o 3 anni?
Parliamo di fini immediati o nel lungo periodo. L’etica del minimo sforzo. Lo fa la macchina perchè devo farlo io? Si tratta dell’etica della responsabilità.
Poi bisogna affrontare l’etica della relazione. In qualche modo, previsioni e analisi avverranno sempre più su matrici digitali, ma attenzione alle dinamiche relazionali. Quando un gruppo si pone degli obiettivi? Quando le relazioni mi portano a pensare e a giudicare. Questo non può farlo la macchina. Quando un’impresa funziona? Quando c’è relazione nei vari reparti.
L’ultimo aspetto riguarda l’etica della solidarietà, che non è marxismo, serve guardare a un comune, mentre il sistema si sta muovendo nell’ambito contrario, purtroppo. Pochi attori che guardano al mero profitto, serve un’ etica della solidarietà. Tre o quattro mega imprese hanno capitali più alti di alcuni grandi stati. E’ ovvio che qualcosa non vada.
La velocità ha anche dei rischi, stiamo correndo troppo».
Il secondo relatore è stato l’architetto Piercarlo Rolando: «L’intelligenza artificiale sta trasformando il settore immobiliare, rendendo processi e decisioni più rapidi e precisi. Dalla valutazione automatica degli immobili alle previsioni di mercato, l’IA offre nuovi strumenti per agenti, investitoti e clienti. Siamo in una fase di transazione. Ogni giorno vengono generati enormi volumi di informazioni diverse per origine e formato, spesso analizzabili in tempo reale, questi insiemi di informazioni sono ciò che chiamiamo Big Data. Le loro caratteristiche principali possono essere riassunte nelle 5V: volume (la quantità dei dati disponibili, velocità (la rapidità con cui vengono prodotti e analizzati), varietà (la diversità delle fonti e dei formati), veridicità (l’affidabilità e la qualità delle informazioni), valore (il beneficio che possiamo ricavare dall’analisi dei dati).
Una delle big four ha consegnato a un cliente un lavoro fatto dall’IA e non controllato dall’uomo. Se una big four è inciampata in questo percorso, figuriamoci quanto rischiano le Pmi. Viviamo una fase molto delicata.
Anche nel real estate l’IA sta entrando in modo molto forte. Non solo per quanto riguarda l’estimo, ma anche previsione dei prezzi di mercato.
Come dicevo all’inizio, oggi l’IA sta rivoluzioanndo il Real Estate: i clienti cercano assistenti virtuali che siamo sempre disponibili e che forniscano aggiornamenti in tempo reale di prezzi e tendenze. Inoltre, ricercano valutazione dei loro investimenti, in modo sempre più trasparente e affidabile, oltre a un’esperienza digitale. Dobbiamo essere coscienti del fatto che l’intelligenza artificiale non è più un vantaggio competitivo, ma uno standard di settore, nonchè una base sui cui si costruiranno i modelli di business del futuro. In futuro l’agente immobiliare avrà un nuovo ruolo: da semplice intermediario a consulente strategico, supportato da dati, modelli predittivi e strumenti intelligenti. L’agente guadagnerà tempo, precisione e autorevolezza. Gli edifici si autoregoleranno, gli impianti prevederanno i guasti e quartieri comunicheranno bisogni e flussi. Le città diventeranno un ecosistema connesso dove l’IA coordina comfort, sicurezza e sostenibilità. L’IA, d’altronde, permette di analizzare, suggerire e anticipare i bisogni del cliente. Si tratta di un processo dinamico anche per il settore residenziale, un modello che cambia di giorno in giorno e in ora in ora. Simulazione del reddito futuro di un immobile.
Tuttavia, questa situazione non è esente da possibili errori nelle banche dati e sarebbe amplificato dall’IA che va a pescare proprio dalle banche dati. Clienti e investitori hanno bisogno di tracciabilità. Un altro aspetto che voglio evidenziare è il tema del costo che va affrontato, anche perchè le grandi aziende possono averli più agevolmente rispetto alle Pmi. Devo ammettere che esiste un problema di privacy, ma comunque c’è da superare l’ostacolo del cambiamento.
A proposito di città intelligenti, esistono già dei progetti senza precedenti, come NEOM The Line inArabia Saudita. Un progetto urbano senza precedenti, una città lineare lunga 170km, priva di auto e strade tradizionali, progettata per essere alimentata al 100% da energie rinnovabili. Al centro del progetto NEOM, c’è un ecosistema di Intelligenza Artificiale integrata che governa quasi ogni aspetto della vita urbana. L’IA, infatti, monitora e e ottimizza in tempo reale la mobilità autonoma (gestendo flussi di persone e trasporti senza conducenti, i consumi energetici (regolando produzione, distribuzione e fabbisogni in base ai comportamenti degli utenti), la sicurezza urbana (con sistemi predittivi che anticipano rischi e gestiscono le emergenze), i servizi personalizzati (come sanità digitale, manutenzione intelligente, gestione degli spazi e supporto ai cittadini), ambiente e qualità dell’aria (tramite sensori e modelli Ai che riducono sprechi e impatto ambientale). The Line rappresenta la visione della città del futuro, dove dati, sensori e intelligenza artificiale lavorano insieme per creare un ambiente più sostenibile, efficiente e centrato sulle persone».
Infine, Camilla Conti ha chiuso con una domanda rivolta a Sacco in merito al significato di bene comune.
«C’è un concetto di forte tradizione, ma oggi la rete è anche fatta dalla digitalizzazione. Una regola fondamentale è che l’irreale, non è più tale. La nostra realtà è mediata, non esiste più distinzione con il virtuale. Tutto quello che è digitale è reale. Quello che farei nel mondo, lo farei anche online. Come copio nel mondo reale. Come non copio nella vita reale non copio nel digitale. La tecnica non è neutrale. La tecnica influenza il modo di agire. Il protestantesimo nacque grazie alla nascita della stampa. Oggi siamo ritornati un po’ come al tempo della rivoluzione industriale».
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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