«Separare le carriere significa assicurare che chi giudica sia completamente indipendente da chi accusa, rafforzando così la fiducia dei cittadini nella
giustizia». È il messaggio che nel giorno dello sciopero dei magistrati, gli avvocati della Camera penale del Piemonte occidentale, da Torino, pubblicano sui loro canali social.
Il post è accompagnato da un'illustrazione con un riferimento all'articolo 111 della Costituzione sul «giudice terzo e imparziale».
«Stiamo subendo un attacco gravissimo ancora peggio che negli anni del terrorismo e delle stragi mafiose, ma per colpire noi minano i diritti dei cittadini.
Questa non è la riforma della giustizia ma contro la magistratura, più esattamente contro i diritti dei cittadini nei confronti dei quali è liberticida, è contro il servizio giustizia costituzionalmente garantito». Lo dice la procuratrice
generale a Torino Lucia Musti, intervistata da La Stampa in merito alla riforma della giustizia.
«Che non mi si dica che è una riforma a costo zero - afferma Musti - Queste modifiche hanno un costo rilevante: ci sarà il doppio Consiglio, l'Alta Corte, due concorsi. Sappiamo quanto costa un concorso pubblico? Il tema è che nel frattempo non si bandiscono concorsi per figure di personale da 30 anni (penso
agli autisti: è finalmente in atto il concorso). Gli amministrativi e la polizia giudiziaria sono sotto organico».
Per questo, afferma la pg, «fare una riforma che non migliora la giustizia, penalizza i cittadini e ha pure dei costi, non è accettabile». Musti non aderirà allo sciopero di oggi: «No, ma soltanto in quanto apicale, cioè dirigente di un ufficio importante distrettuale e mi risulta che parimenti faranno altri miei colleghi Procuratori generali e della Repubblica. Starò al mio posto, ho ritirato la mia coccarda e andrò in assemblea».