La campagna elettorale è una campagna d'odio

In Liguria insulti e minacce sui manifesti dei candidati di Fratelli d'Italia

Diego Pistacchi 18/09/2024
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I manifesti vandalizzati
«Fasci appesi». Manifesti strappati, insulti vari, minacce. È campagna d’odio più che campagna elettorale. L’emergenza democratica riaffiora puntuale con l’apparire delle prime pubblicità elettorali in giro per la città. E la direzione è se possibile ancor più a senso unico. Se alle comunali del 2022 anche il candidato del centrosinistra, Ariel Dello Strologo era stato preso in un’occasione di mira da fanatici che lo insultavano per la sua origine ebraica, a questo giro il blitz notturno ha riguardato i manifesti di esponenti di centrodestra.
In particolare a Genova sono stati strappati tutti o quasi i cartelloni dell’assessore regionale alle Pari Opportunità, allo Sport e all’Istruzione Simona Ferro. Appena esposti, sono stati vandalizzati, coperti con immagini di topi, o con la scritta «Fasci appesi». Stessa attenzione riservata nel corso della recente campagna per le europee al candidato ligure, sempre di Fratelli d’Italia, Stefano Balleari. Il sillogismo «destra uguale fascismo» si conferma il mantra preferito della sinistra. Un vero e proprio manifesto elettorale sul quale fare leva. «Fa ridere solo pensare una cosa del genere, è la dimostrazione che non hanno argomenti, io non mi faccio certo intimidire e vado avanti», si limita a commentare la diretta interessata, che sottolinea come il suo ruolo sia sempre stato anche istituzionale, nel ricoprire un incarico da assessore.
Resta il fatto, gravissimo, di una certa sinistra che, specie a Genova, incarna il reale spirito squadrista e antidemocratico che stride con le litanie autoreferenziali sui valori di libertà rappresentati dalla storia della città di cui pretendono di appropriarsi in esclusiva. Mentre proprio la storia politica anche del dopoguerra ha visto Genova teatro di gravissimi episodi di intolleranza nei confronti dell’avversario cui veniva impedita l’agibilità politica in nome di un improprio «antifascismo» che rendeva democratici e «meritori» persino omicidi politici.
L’ennesimo attacco portato ai manifesti di esponenti del centrodestra ha sollevato indignazione e qualche reazione che, finalmente, hanno scalfito anche un po’ di quella «distrazione» che su episodi simili ha sempre colpito i partiti del centrosinistra. Da Vince Liguria, una delle due formazioni civiche a sostegno di Marco Bucci, arriva una ferma solidarietà a Simona Ferro e la condanna del fatto che «ancora una volta i manifesti elettorali sono stati trasformati da strumenti di democrazia a luogo per minacce e intimidazioni». Una «condanna senza se e senza ma di ogni rigurgito di violenza politica in qualsiasi modo espressa» la esprime anche Claudio Muzio a nome del gruppo consiliare in Regione di Forza Italia. E, quasi una novità assoluta, due-righe-due arrivano anche dal Pd: «Il Partito Democratico Ligure esprime la sua solidarietà e vicinanza all’assessora Simona Ferro per le minacce e le intimidazioni ricevute sui manifesti elettorali». Parole firmate dal segretario ligure Davide Natale e che qualcuno cerca subito di attribuire anche al candidato presidente Andrea Orlando, forse in quanto tesserato del partito e quindi ricompreso nel messaggio del segretario. Due-righe-due che rompono il consueto silenzio che regna a sinistra di fronte a simili «imprese». A stuzzicare gli alleati di Orlando (ma probabilmente anche lui stesso, direttamente), arriva un commento di Marta Brusoni, assessore comunale passata alla Lega in vista delle candidature alle regionali:«Bene che anche il Pd sia stato solidale e spero che si associ anche tutto il campo largo». La campagna elettorale entra nel vivo. La campagna d’odio nei confronti di chi fa saltare i piani di potere del centrosinistra non è mai finita.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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