Tragedia nel parcheggio del San Giovanni Bosco

Non ce l'ha fatta la bimba di due anni di etnia rom, investita davanti all'ospedale torinese

Carlo Santori 13/08/2024
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Non ce l'ha fatta la piccola Esmeralda.
La bimba di due anni di etnia rom, investita ieri da un'automobile che stava facendo manovra nel parcheggio davanti all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino, è mancata oggi all’Ospedale Infantile Regina Margherita, dove era stata trasferita per le gravi lesioni riportate nell'incidente, dopo un primo ricovero nello stesso San Giovanni Bosco.
Inutili tutti i tentativi dei medici che si sono prodigati per salvarle la vita.
La bambina aveva già subito due arresti cardiaci ieri al San Giovanni Bosco e ne ha avuto un altro questa mattina, provocato dall'insufficiente funzionalità degli organi vitali, gravemente danneggiati dai traumi subiti.
Sono in corso le indagini per accettare la dinamica dell'accaduto, ma - come riportano alcune agenzie di stampa - pare la bimba fosse insieme alla madre che chiedeva l'elemosina davanti al nosocomio torinese. Secondo altre fonti, invece, la famiglia era lì per trovare un parente malato.
La donna che ha investito la piccola nel parcheggio è stata ricoverata per lo choc, mentre decine di persone, per lo più appartenenti alla comunità rom, si sono ritrovate prima al San Giovanni Bosco e poi davanti al Regina Margherita. Sono dovute intervenire le Forze dell'ordine per gestire la situazione.
Sul caso è intervenuto l'assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone.
«È inaccettabile consentire ai nomadi di trascinare con loro minori nell'accattonaggio di strada - afferma l'assessore - e, se i Servizi sociali del Comune di Torino applicassero ai rom la metà del rigore con cui dispongono gli allontanamenti dei minori dalle altre famiglie, forse questa tragedia si sarebbe potuta evitare».
«Nelle linee di indirizzo regionali ai servizi socio-assistenziali di tutto il Piemonte - conclude Maurizio Marrone - chiariremo presto che i diritti dei minori vanno tutelati sempre, senza se e senza ma».
Anche l'onorevole Augusta Montaruli, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, commenta la vicenda.
«Da anni - dichiara - con innumerevoli iniziative chiediamo misure per garantire la sicurezza nel parcheggio dell’ospedale San Giovanni Bosco. Parcheggiatori abusivi e accattonaggio, anche con uso di minori, sono all’ordine del giorno. A questo si aggiunge una numerosa presenza di tossicodipendenti nei pressi di una struttura che, per sua vocazione ospita ogni giorno persone in sofferenza. Per questo, la notizia che una bambina sia morta non solo ci addolora profondamente, ma ribadisce quanto sia necessaria una supervisione più rigorosa dell’area, a tutela di tutti e rispetto alla quale torniamo a chiedere a tutte le parti interessate un intervento immediato».
«Se poi fosse confermata la notizia di un baby accattonaggio - conclude Augusta Montaruli - saremmo di fronte all’ennesimo caso che conferma l’importanza dell’approvazione del disegno di legge governativo sulla sicurezza, che prevede un giro di vite non più rinviabile. Sul caso è stata presentata una mia interrogazione parlamentare».

Prova a smorzare i toni l’assessore alle Politiche Sociali della Città di Torino, Jacopo Rosatelli.

«Siamo molto addolorati per quando accaduto alla piccola – afferma – e sono in corso accertamenti, anche da parte della Polizia Municipale, per chiarire la dinamica di questo tragico incidente. Quello che emerge intanto è che la bambina non si trovasse in quel luogo per chiedere l'elemosina bensì per visitare con la famiglia un parente che si trova ricoverato in ospedale».

«Dispiace oltremodo – dice Rosatelli – che una circostanza così drammatica diventi l'occasione per una speculazione politica sull'operato dei Servizi sociali della Città di Torino, che quotidianamente operano con professionalità, imparzialità e correttezza nell'esclusivo interesse di garantire il benessere delle bambine e dei bambini».

«L’allontanamento dei minori delle famiglie d'origine viene disposto, come noto, dall'autorità giudiziaria e i Servizi sociali provvedono alla loro collocazione in contesti residenziali alternativi. Curioso che proprio la Regione Piemonte, dopo avere approvato una norma che punta a un ‘allontanamento zero’, oggi invochi maggiore rigidità da parte degli operatori dei Servizi sociali nell'allontanare i minori dalle famiglie»conclude l’assessore del Comune di Torino, riferendosi alle accuse dell'assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone.

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