Stellantis cede la maggioranza di Comau

L’azienda gioiello, fondata a Torino nel 1973, passa a un fondo statunitense

Loredana Polito 26/07/2024
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Passa di mano la proprietà di Comau, storica azienda fondata nel 1973 a Torino come COnsorzio MAcchine Utensili, nata dall’unione di diverse piccole aziende che fornivano macchinari al Gruppo Fiat, con un importante stabilimento a Grugliasco, alle porte del capoluogo piemontese e clienti in tutto il mondo: Europa, Nord America, Sud America e Asia.

Il Gruppo Stellantis ha infatti deciso di cedere la maggioranza (50,1%) di Comau, gioiello della robotica e dell'automazione industriale, a un fondo di investimento internazionale: lo statunitense One Equity Partners.

Una scelta che rischia di portare via dall’Italia un altro pezzo importante dell’industria di eccellenza del nostro Paese.

La decisione ha fatto infuriare i sindacati e il Mimit - Ministero delle Imprese e del made in Italy sta già valutando la possibilità di esercitare la ‘golden power.

Lo spin off di Comau era già previsto dall'accordo strategico siglato alla creazione di Stellantis nel gennaio del 2021. Le condizioni finanziarie dell'operazione non sono state divulgate, mentre la chiusura della transazione sarebbe prevista entro la fine del 2024.

Il presidente esecutivo Alessandro Nasi e il ceo Pietro Gorlier dovrebbero mantenere le rispettive cariche, così come il resto del management.

«Negli ultimi 50 anni Comau è diventata leader nel campo delle soluzioni di automazione. Questa operazione ha lo scopo di aiutare Comau a raggiungere la propria autonomia e rafforzare ulteriormente il suo successo a vantaggio di tutti i suoi stakeholder, in particolare i suoi dipendenti e i suoi clienti. Offre inoltre a Stellantis la possibilità di concentrarsi sulle attività del suo core business in Europa» – afferma l'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares. Chissà cosa ne pensano i tremila lavoratori e lavoratrici dello storico stabilimento di Torino Mirafiori che fanno parte del core business di Stellantis, ma che saranno in contratto di solidarietà da fine agosto al 31 dicembre di quest’anno.

Per i sindacati la vendita di Comau è un fatto grave. «È un'azienda che ha settecento dipendenti in Italia, tremila nel mondo ed è estremamente preoccupante che mentre c'è la rivoluzione tecnologica Stellantis dismetta un'azienda di questo tipo» – dichiara il segretario generale della Uil Pierpalo Bombardieri.

«Stellantis si priva di un pezzo ad alto contenuto tecnologico e innovativo che conta 3.800 lavoratrici e lavoratori; la maggioranza passa a un fondo di investimento e non a un soggetto industriale» – osserva Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom Cgil.

Rocco Palombella e Gianluca Ficco, segretario generale Uilm e responsabile auto Uilm chiedono «l’intervento del Governo», mentre Ferdinando Iuliano, segretario nazionale della Fim Cisl, sostiene che «l'unico spin-off accettabile era quello sul modello Ferrari, con Stellantis in maggioranza».

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