Piemonte in lutto per Papa Francesco

Cordoglio unanime di Diocesi, Istituzioni e politica tutta per uno dei pontefici più amati, che aveva radici piemontesi

Loredana Polito 21/04/2025
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Tutta la regione piange la morte del pontefice.

«Il Piemonte si stringe al dolore della Chiesa e del mondo intero per la morte di Papa Francesco, un uomo vicino agli ultimi, ai fragili, che si è sempre battuto per la pace e per un'umanità più giusta».

È quanto ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

«Nella sua determinazione e nel suo coraggio - ha sottolineato il governatore - c'erano sicuramente anche quelle radici piemontesi che lui ha sempre ricordato con orgoglio e affetto e che ora ci rendono ancora più soli. Lo stesso affetto che ha saputo dimostrare alla nostra terra in occasione della sua visita nel 2022 e ancora nel 2023, quando abbiamo avuto l'onore, insieme alla comunità di Macra nel Cuneese, di donare al Vaticano l'albero di Natale per piazza San Pietro».

«La sua misericordia e il suo grande amore per gli altri - ha concluso il presidente Alberto Cirio - resteranno modello e ispirazione per tutti noi, nella speranza di un mondo più solidale e più giusto per tutti».

«Papa Francesco ha amato la Chiesa e gli esseri umani, ha donato tutto se stesso, fino alla fine, con parole e gesti di speranza, lottando per la pace e la giustizia e dando voce a chi non ne aveva». Così il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha espresso il profondo cordoglio per la scomparsa del Santo Padre, ricordandone la straordinaria testimonianza di fede, umanità e dedizione.

«Ha difeso in modo profondo e radicale il messaggio di Cristo, per una Chiesa che ha nelle sue radici la forza della Fede e insieme sa essere sempre e straordinariamente attuale. Con lui lascia questa terra una delle anime più splendenti del nuovo millennio» - ha concluso il ministro Zangrillo.

«Il Papa se n'è andato nell'Anno della Speranza, il Giubileo che aveva tanto desiderato. Ora è davanti al Signore ed era questa la sua grande speranza, che Francesco ha cercato di condividerci: la notizia che un giorno saremo tutti nell'abbraccio di Dio». 

Sono le parole del cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, dopo la morte del Pontefice.

«Siamo nei giorni della Pasqua, che Francesco ha ancora celebrato con noi. Nel grande dolore per la morte, ma anche nella fiducia dell'abbraccio tenerissimo di Dio - prosegue Repole - le Chiese di Torino e Susa, la Chiesa piemontese dove il Papa aveva le sue radici, pregano per Francesco con affetto e tanta riconoscenza per avere speso la vita, tutta la sua vita lunga e generosa, ad annunciare la gioia del Vangelo».

«È una gioia senza eguali, 'Evangeli gaudium': viene dalla notizia che Gesù è risorto e perciò il mondo, questo nostro mondo così difficile e violento, non sarà sconfitto dal male. Il Papa Francesco - sottolinea così l'arcivescovo di Torino - ha cercato di comunicare l'amore di Dio con ogni mezzo e ad ogni latitudine, l'ha fatto con parole semplici che tutti potevano comprendere: ha spiegato ai potenti della Terra e agli ultimi, ai poveri, alle persone scartate, che il volto di Dio è innanzi tutto Misericordia e questo volto è in grado di cambiare il nostro cuore, può addirittura cambiare il corso della storia. Speranza, Misericordia. Come suonano diverse, queste parole - prosegue Repole - di fronte alle regole imperanti della guerra e della sopraffazione! Basta prenderle sul serio. Credo che sia per questo messaggio mite e sorridente che il Papa è stato tanto amato dagli uomini e dalle donne del nostro tempo, anche da chi non crede; per questo messaggio è stato riconosciuto come riferimento fondamentale negli equilibri internazionali».

«Nelle ore dell'addio, vorrei - conclude il cardinale - che raccogliessimo le parole che il Papa ci ha lasciato in consegna. Le terremo nel cuore. Porterò, io personalmente, il ricordo grato dell'amicizia che mi ha legato a Papa Francesco, la coscienza delle responsabilità che mi ha affidato, l'immagine - a me carissima - del giorno in cui volle incontrare i miei genitori e la mia famiglia con tanto affetto e semplicità. Soprattutto porterò, spero che porteremo tutti, il ricordo di un uomo che ha creduto e ha testimoniato il Vangelo». 

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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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