A Torino il 25 aprile è divisivo

Centri sociali e antagonisti impediscono la partecipazione democratica alla tradizionale fiaccolata. I Radicali denunciano la «violenza intollerabile» dell’Anpi. Allontanata anche una consigliera regionale incinta

Marco Cortese 26/04/2025
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A Torino il 25 aprile divide. E non solo per le solite violenze dei Centri sociali cittadini e degli antagonisti, ma anche per quelle dell’Anpi denunciate dai Radicali.

Per il sindaco Stefano Lo Russo si tratta però solo di «episodi spiacevoli». Un’affermazione perfettamente in linea con la sua politica «tollerante», che ha portato a dare in concessione lo stabile di corso Regina occupato abusivamente da decenni dagli attivisti dell’Askatasuna, anziché sgomberarlo, trasformando così il covo dell’eversione torinese in un discutibile «bene comune».

Gli episodi violenti si sono verificati in occasione della tradizionale fiaccolata nella serata del 24 aprile. I manifestanti dello spezzone 'antagonista' durante il corteo avevano esposto uno striscione con la scritta 'Resistenza contro guerra, riarmo e genocidio' e avevano anche contestato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, esponendo un fantoccio con le sue sembianze in mimetica da militare. Ci sono poi stati aspri scontri in piazza Castello a Torino, al termine della fiaccolata. A cerimonia ultimata, i componenti dello spezzone 'antagonista' del corteo, composto da autonomi, attivisti dei Centri sociali e di movimenti filo palestinesi, sono saliti sul palco dopo avere rimosso le transenne. In un punto i dimostranti sono giunti a contatto con il cordone delle Forze dell'ordine che, aggredite, hanno risposto con una manovra di alleggerimento e manganellate.

«Durante l'inizio del corteo, il gruppo composto da Italia Viva, Più Europa, Associazione Radicale Adelaide Aglietta e Partito Liberaldemocratico è stato oggetto di una violenta aggressione da parte di alcuni facinorosi, riconducibili al servizio d'ordine della manifestazione» – denuncia una nota diffusa da quei partiti e associazioni al termine della fiaccolata di Torino. «Il gruppo, pacifico e composto da poche decine di persone, si era presentato in testa al corteo esponendo le bandiere dell'Unione Europea e dell’Ucraina, simboli di libertà, democrazia e solidarietà. È stato immediatamente preso di mira con insulti, spintoni e violenze fisiche da parte di individui organizzati che hanno deliberatamente cercato di impedire la nostra presenza e la libera espressione delle nostre idee. Sono seguiti momenti di forte tensione e scontri, che hanno reso necessario l'intervento della Polizia, la quale ha prontamente agito per difendere l'incolumità del gruppo, mettendolo in salvo e permettendo l'interruzione dell'aggressione». «È inaccettabile – scrivono Italia Viva, Più Europa, Associazione Adelaide Aglietta e Partito Liberaldemocratico – che in una democrazia si venga attaccati per delle bandiere o per delle idee. Chi ha agito con violenza non solo ha tradito lo spirito della manifestazione, ma ha infangato il diritto di tutti e tutte a manifestare in libertà e sicurezza. Chiediamo agli organizzatori di prendere le distanze da questi comportamenti e di chiarire pubblicamente se questi episodi siano stati frutto di iniziativa personale o parte di un clima di intolleranza tollerato o persino incoraggiato. La nostra azione politica continuerà, senza paura e senza odio. Con l'Europa, per la pace, contro ogni violenza».

«Il 25 aprile appartiene a tutti e oggi più che mai deve essere dedicato a chi combatte per la libertà, come fa il popolo ucraino contro l'invasore russo. Allontanare chi esprime legittimamente la propria idea di resistenza è una violenza intollerabile» – affermano, in una nota, il segretario di Radicali italiani Filippo Blengino, la tesoriere Patrizia De Grazia e il presidente Matteo Hallissey, commentando quanto avvenuto nel corso della tradizionale fiaccolata della città per il 25 Aprile. «Tra le persone fermate – si legge nella nota – c'erano anche dei cittadini ucraini e il consigliere del Comune di Torino Silvio Viale: un rappresentante delle istituzioni democratiche, escluso per aver espresso il proprio pensiero. Nessun pericolo per la sicurezza, solo bandiere e libertà di opinione. Viene da chiedersi se l'Anpi rappresenti ancora i valori del 25 aprile: nel comportamento del suo servizio d'ordine non c'è stato nulla di democratico. Piena solidarietà a Silvio Viale, ai cittadini ucraini e a tutti gli esclusi. Il nostro sostegno all'Ucraina non arretra: oggi celebriamo la Liberazione pensando anche e soprattutto alla loro».

Di un ulteriore grave atto antidemocratico è stata vittima anche la consigliera della Regione Piemonte Vittoria Nallo. «Sono una cittadina antifascista e una consigliera regionale, ma sono anche una mamma e una donna incinta, e non ho potuto partecipare al corteo del 25 aprile di Torino, come avrei voluto, per colpa di un gruppo di violenti. Ho dovuto allontanarmi per proteggere me stessa e il mio bambino». Lo denuncia la consigliera piemontese di Italia Viva Vittoria Nallo, in un video sui suoi canali social, ripostato da Matteo Renzi e da Italia Viva. «Un gruppo del cordone di sicurezza ha impedito la partecipazione alla nostra delegazione – afferma Vittoria Nallo – per la sola colpa di aver portato le bandiere dell'Europa e dell'Ucraina: un popolo in lotta per la libertà. Fino a quando si continuerà a tollerare la violenza di pochi che sporcano la festa di tutti? Questa, come diceva Pasolini, è il fascismo degli antifascisti».

«Il 25 aprile a Torino – evidenziano i deputati della Lega Elena Maccanti, segretaria provinciale a Torino, e Alessandro Benvenuto, questore della Camera – diventa l'ennesimo pretesto per scontri e attacchi alle Forze dell'ordine, cui esprimiamo come sempre solidarietà e concreto sostegno. Rimarchiamo con preoccupazione, però, che ormai non c'è manifestazione a Torino dove non si infiltrino i soliti noti del mondo antagonista, protetto dalla sinistra radicale e tollerato dall’Amministrazione comunale. Ci auguriamo che il sindaco Lo Russo, cui va la nostra solidarietà per le contestazioni subite, comprenda che il dialogo è impossibile e ripristini subito la legalità, a partire dallo sgombero di Askatasuna».

«Condanno con fermezza i gravi episodi di violenza avvenuti a Torino, che hanno profondamente offuscato lo spirito dell’anniversario della Festa della Liberazione. Questa ricorrenza rappresenta per tutti noi un patrimonio irrinunciabile di memoria, dignità e libertà, al di là di ogni appartenenza politica o ideologica» – rimarca il senatore Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione e segretario di Forza Italia in Piemonte, che prosegue: «La giornata del 25 aprile dovrebbe essere vissuta con partecipazione consapevole e rispetto, non strumentalizzata da gesti che negano i valori stessi che si intende celebrare. A maggior ragione, quest’anno, le commemorazioni dovrebbero essere improntate a una sobrietà doverosa, nel rispetto del lutto che ha colpito il mondo intero con la morte del Santo Padre. Un momento che richiede raccoglimento, riflessione e responsabilità. Strumentalizzare questa ricorrenza per fini divisivi o aggressivi è un insulto alla memoria di chi ha combattuto per la nostra libertà».

«Offendere la memoria storica e il sentimento collettivo con atti di violenza è un tradimento di quello stesso ideale» – conclude il ministro Zangrillo.

«Quanto accaduto a Torino durante la fiaccolata per la Festa della Liberazione è gravissimo e va condannato con fermezza. Chi aggredisce, minaccia e insulta non è un manifestante: è un violento» – dichiara il senatore Roberto Rosso, vicecapogruppo di Forza Italia al Senato e vicesegretario regionale del Partito in Piemonte.

«Torino – ribadisce – è purtroppo diventata teatro abituale di scorribande antagoniste ormai fuori controllo, che non risparmiano neppure il 25 aprile, trasformando una ricorrenza simbolo dell’Unità nazionale in un palcoscenico per l’odio ideologico e la violenza».

«Particolarmente grave – aggiunge il leader azzurro – è che tutto ciò sia avvenuto a poche ore dai solenni funerali del Santo Padre, in un momento di lutto e raccoglimento per l’intera comunità nazionale».

«Chi ha trasformato una giornata simbolo della libertà in un’occasione di scontro e provocazione – conclude Rosso – ha offeso la memoria della Resistenza e tradito lo spirito del 25 aprile».

«Le minacce rivolte da antagonisti al sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, durante le manifestazioni del 25 aprile, sono un fatto gravissimo che non può essere ignorato né minimizzato. Esprimo piena solidarietà al primo cittadino e condanno con fermezza questi atti ignobili, portati avanti da vigliacchi». Così Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte, commenta la notizia dei cori urlati da gruppi di antagonisti contro il sindaco. «Frasi come 'Lo Russo attento, fischia ancora il vento' non sono semplici slogan, ma vere e proprie intimidazioni verso chi rappresenta le istituzioni democratiche. Chi minaccia, offende e aggredisce, non è un manifestante: è un violento e un vigliacco. E come tale va trattato» – prosegue Chiorino, che esprime «preoccupazione e sdegno per un clima sempre più ostile verso le Forze dell'ordine: gli uomini e le donne in divisa sono stati oggetto - ancora una volta - di una violenza annunciata e premeditata. Condanno con fermezza chi muove anche solo un dito contro servitori dello Stato che ogni giorno rischiano la vita per garantire sicurezza e legalità. Alle Forze dell’ordine dobbiamo solo rispetto e riconoscenza».

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