Peste suina, il Piemonte pronto a usare l’esercito

Summit tra l'assessore regionale Paolo Bongioanni e il commissario straordinario per la Psa Giovanni Filippini

Loris Puccio Conti 09/08/2024
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Il Piemonte è in prima linea nella lotta contro l’invasione dei cinghiali e la peste suina. Adesso, però, aspira anche a instaurare un'attività di coordinamento con le altre Regioni del nord Italia e a impiegare i militari.

Questi sono gli scenari, presenti e futuri, emersi nel corso di un incontro tra Paolo Bongioanni, assessore piemontese a Commercio, Agricoltura, Cibo e Parchi con delega al Contrasto alla peste suina africana (Psa), e Giovanni Filippini, nuovo Commissario straordinario per la Psa, direttore del Benessere animale presso il Ministero della Sanità e già commissario per tre anni in Sardegna, dove ha eradicato totalmente la zoonosi dall'isola.

Presenti anche Giorgio Sapino, Commissario alla Psa per il Piemonte, Paolo Balocco, direttore regionale dell'Agricoltura, e l'esperto venatorio Alessio Abbinante.

«Ho incontrato il neo-commissario straordinario per la peste suina Giovanni Filippini – spiega l’assessore regionale Bongioanni – che ha definito il Piemonte la regione più virtuosa d’Italia per il contenimento del cinghiale e il contrasto alla diffusione dell’epidemia. Abbiamo condiviso la necessità, che già avevo avanzato nei giorni scorsi, di dare vita a un coordinamento immediato fra le Regioni del Nord comprese nel cluster per evitare che tutto il lavoro virtuoso che stiamo facendo venga vanificato da cinghiali infetti che possano entrare da Lombardia e Liguria».

«Con il dottor Filippini – prosegue Bongioanni - abbiamo concordato sull’importanza dell’utilizzo dei militari, dei quali definiremo insieme tempi e modi d’intervento che saranno senz’altro cruciali nella stagione autunnale. Così come abbiamo condiviso la necessità di un sistema armonico che organizzi sul territorio ruoli e interventi del mondo venatorio, quello delle squadre dei sele-controllori, il sistema pubblico e il mondo agricolo».

La posta in gioco è notevole e non riguarda una categoria di nicchia. Quello suinicolo rappresenta, infatti, un comparto essenziale del settore primario del Piemonte con oltre mille aziende e un patrimonio di quasi un milione e trecento mila capi.

Di conseguenza, l'allerta da parte delle istituzioni è inevitabilmente di massimo grado, nonostante si conti un solo caso di Psa su tutto il territorio. Questo, tra l'altro, si trova anche ai confini con la Lombardia, a Trecate, dove soltanto negli scorsi giorni si è riscontrata la positività di diverse centinaia di maiali e si è tempestivamente proceduto con l'isolamento e l'abbattimento. Il caso, tra l'altro, è poi finito a Roma, tra i banchi del Parlamento, per il clamore suscitato da un'inchiesta giornalistica nella quale si accusa il Piemonte dell'utilizzo cruento di pinze e scosse elettriche, in inottemperanza dei protocolli legislativi.

L'incontro tra Bongioanni e Filippini si inscrive, così, in questa cornice, tra la tutela di un settore economico di rilievo, le attenzioni dell'opinione pubblica e le ombre di una polemica ancora non del tutto sopita.

D'altra parte, virus e cinghiali non conoscono confini amministrativi e, di conseguenza, la Regione corre necessariamente ai ripari.

In tal senso, l'attuale obiettivo del nuovo commissario consiste concretamente nell'isolamento completo di due aree. La prima è quella in cui ancora non sono stati rilevati casi di psa, ma che si trova al confine di una zona ‘focolaio’. La seconda, la cosiddetta ‘zona rossa’, comprende aree delle province di Alessandria e Asti e un lembo di quella di Cuneo. Intorno a queste due zone si intende, poi, istituire una zona ‘buffer’: una fascia franca profonda sei chilometri entro la quale si provvederà all'eradicazione totale dei cinghiali per evitare qualsivoglia passaggio di animali infetti e l'eventuale espansione del contagio.

«Si tratta di un provvedimento – conclude l'assessore regionale all'Agricoltura Bongioanni – che va nella stessa direzione e rafforza quanto ho voluto come Regione Piemonte inserendo nel Priu, il Piano Regionale di Interventi Urgenti, la ‘zona franca’ di 15 chilometri a ‘cinghiali zero’ attorno ai tre distretti suinicoli del Piemonte, che verrà in questo modo implementata nelle zone di restrizione con un provvedimento estremamente importante e necessario».

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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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