L'analisi dei dati forniti dal Registro delle Imprese delle Camere di commercio per il terzo trimestre del 2025 conferma per il Piemonte una fase di consolidamento numerico del panorama imprenditoriale. Questa apparente stasi nasconde in realtà un significativo fermento interno: la crescita in determinati settori è stata efficacemente controbilanciata da una contrazione in altri, generando un equilibrio numerico che maschera la reale portata dei cambiamenti strutturali in atto nell'economia regionale.
Sono 4.192 le nuove realtà imprenditoriali che, nel periodo luglio-settembre 2025, si sono iscritte ai registri imprese territoriali, 242 in meno rispetto al dato del III trimestre 2024 (-5,5%). La numerosità delleimprese che, nello stesso periodo, hanno invece cessato la propria attività è stata pari a 3.618, 223 unità in meno nel confronto annuale (-5,8%). Il saldo tra i due flussi resta positivo per 574 unità, in peggioramento rispetto a quello registrato nel periodo luglio-settembre 2024 (+593 unità). Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine settembre 2025 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta a 418.667 realtà imprenditoriali, il 7,1% delle imprese nazionali.
«I dati del terzo trimestre 2025 mostrano un Piemonte a due velocità, la cui apparente stabilità nasconde profonde trasformazioni strutturali. La crescita complessiva, seppur debolmente positiva, è interamente trainata dal dinamismo delle società di capitale e del settore dei servizi, che riescono a compensare le persistenti difficoltà di comparti strategici come la manifattura, il commercio e l'agricoltura. Questa dinamica richiede un impegno mirato per sostenere l'innovazione senza lasciare indietro i settori in affanno. Il nostro obiettivo è accompagnare tutte le imprese in questa transizione, per garantire uno sviluppo solido ed equilibrato all'intera regione» ha spiegato Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.
Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita debolmente positivo (+0,14%), analogo rispetto a quello registrato nel III trimestre del 2024 (+0,14%) ma peggiore di quello messo a segno, tra luglio e settembre 2025, dal tessuto imprenditoriale a livello complessivo nazionale (+0,29%).
L'analisi per forma giuridica rivela come la crescita complessiva del tessuto imprenditoriale piemontese (+0,14%) sia il risultato di andamenti nettamente divergenti tra le diverse tipologie di impresa.
Il vero motore dello sviluppo nel terzo trimestre del 2025 risultano ancora una volta le società di capitale. Questa categoria, che rappresenta il 22,5% del totale delle oltre 418mila imprese regionali, mostra un forte dinamismo, con un tasso di crescita del +0,71%. Questa performance, ben cinque volte superiore alla media, è stata determinante per sostenere il risultato positivo dell'intera regione.
In territorio positivo si trovano anche le "altre forme" giuridiche (come consorzi e cooperative), che, pur costituendo una quota minoritaria (1,9%), registrano un aumento del +0,12%.
La crescita regionale è significativamente frenata dalla stagnazione delle imprese individuali. Questo segmento, che da solo rappresenta il 55,8% del totale, ha registrato una crescita quasi inesistente (+0,03%). A causa del peso elevato, il relativo andamento statico ha avuto un impatto determinante nel calmierare la media complessiva, ridimensionando la dinamica positiva di altre forme di impresa.
Infine, in netta controtendenza si collocano le società di persone, che rappresentano quasi un quinto del sistema imprenditoriale (19,8%). Questa è l'unica categoria a registrare un saldo negativo, con una contrazione del -0,21%, segnalando una fase di difficoltà o di profonda riorganizzazione per questo modello di impresa.
L'analisi settoriale dell'economia piemontese nel terzo trimestre del 2025 evidenzia un andamento a due velocità, confermando come la crescita complessiva (+0,14%) sia stata interamente trainata dal comparto dei servizi, mentre i settori più tradizionali hanno mostrato segnali di difficoltà. A guidare lo sviluppo è stato il settore degli 'Altri servizi', che registra la performance migliore con un'espansione del +0,59%. Questo dato è particolarmente rilevante, poiché si tratta del comparto più grande, convogliando quasi un terzo (31,4%) dell'intero tessuto imprenditoriale regionale. La sua vitalità ha rappresentato quindi il principale motore della lieve crescita piemontese.
Segue a breve distanza il Turismo, che conferma il suo eccellente stato di salute con un robusto aumento del +0,50%. Anche le Costruzioni mostrano un segno positivo, sebbene più contenuto, con una crescita dello +0,12%, indicando una fase di moderata espansione per un settore che conta per il 15,6% delle imprese totali.
In territorio negativo si collocano, invece, i settori primario e secondario. L'Industria in senso stretto e il Commercio registrano una lieve flessione, rispettivamente del -0,05% e del -0,06%. Il calo del Commercio, che con una quota del 21,5% rappresenta il secondo settore per numerosità di imprese, costituisce un importante freno alla crescita complessiva. La performance peggiore è quella dell'Agricoltura, che segna la contrazione più marcata con un -0,21%. Questo dato evidenzia le crescenti difficoltà del settore primario, che rappresenta l'11% delle imprese piemontesi.
A guidare la performance regionale è la provincia di Novara, che si distingue con un tasso di crescita del +0,27%, il più elevato in Piemonte. Risultati superiori alla media regionale si registrano anche nel Verbano-Cusio-Ossola (+0,16%) e a Torino (+0,15%). Il dato del capoluogo è particolarmente significativo: rappresentando oltre la metà delle imprese piemontesi (52,8%), la sua crescita, seppur di poco sopra la media, è un fattore trainante per l'intero dato regionale. Mostrano un andamento positivo, ma leggermente inferiore alla media, le province di Cuneo (+0,13%) e Asti (+0,12%). Chiudono il quadro le province con una crescita più debole: Alessandria e Vercelli (entrambe a +0,05%) e Biella (+0,03%), che pur mantenendo un saldo positivo, si attestano su valori decisamente più bassi.