Ancora tensioni al carcere Lorusso e Cutugno di Torino

Visita all’istituto penitenziario di una delegazione di avvocati e politici per valutare la situazione

Marco Cortese 16/08/2024
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Ci sono stati ancora momenti di tensione tra detenuti nell’istituto penitenziario di Torino.

Lo si è appreso a margine di una visita di esponenti politici e avvocati promossa dal Dipartimento Carcere del Movimento Forense.

Le tensioni, a quanto pare sviluppatesi durante la consegna e la distribuzione della spesa tra i reclusi, avrebbero avuto luogo nel padiglione C, dove i componenti della delegazione non hanno potuto essere accompagnati.

«Un carcere con 1.500 detenuti a fronte di una capienza massima di 1.100, bisognoso di 200 unità di polizia penitenziaria in più, afflitto da carenze igienico-sanitarie e dall'impossibilità di procedere a normali interventi di manutenzione».

Questa è la ‘fotografia’ scattata dalla delegazione di esponenti politici e dell'avvocatura al termine della visita al complesso del 'Lorusso e Cutugno' di Torino.

È l’immagine di un carcere che, per Nadia Conticelli, consigliera regionale Pd, «andrebbe raso al suolo e rifatto da capo». «La situazione – ha osservato Maria Grazia Grippo, presidente del Consiglio Comunale del capoluogo piemontese – è tale da mortificare la buona volontà e l'intraprendenza dell’Amministrazione e del personale che ogni giorno si confronta con questi problemi».

«Per una struttura come questa – ha sottolineato la dem Anna Rossomando, vicepresidente del Senato – duecento unità in meno sono tante. È la testimonianza che le 500 che sono state promesse per il 2025/26 con altre 500 per il 2026/27 sono solo ‘acqua fresca’. Quanto ai detenuti, c'è grande aspettativa per la liberazione anticipata, ma attualmente ne escono pochi rispetto a coloro che avrebbero diritto a misure alternative, e su questo fronte sono necessari provvedimenti urgenti».

Le condizioni del carcere sono state condensate dall'avvocato Maurizio Basile in una circostanza riferita da un detenuto: «Mi ha detto che d'estate lasciano la loro finestra aperta per via del caldo, ma che sono stati costretti ad applicarvi un grosso pezzo di cartone incollato con del dentifricio: il motivo è che bisogna evitare che dal muro sbuchino gli scarafaggi».

L’iniziativa è stata promossa dal Dipartimento Carcere del Movimento Forense, dall’associazione Nessuno Tocchi Caino e dalla Camera Penale ‘Vittorio Chiusano’ del Piemonte occidentale e della Valle d’Aosta, con il sostegno del Consiglio dell’Ordine forense di Torino.

La delegazione ha potuto visitare solo una parte del padiglione B (considerato uno dei più ‘tranquilli’) e la sezione femminile. Al padiglione C è stato appunto impossibile accedere perché erano in corso delle tensioni tra detenuti.

L’appuntamento si inserisce nel solco delle tradizionali visite ferragostane che da anni i Radicali promuovono, insieme alle associazioni forensi e alle reti civiche attive nella tutela dei diritti.

Si tratta – spiegano i promotori dell’iniziativa in una nota di «un’esigenza tanto più necessaria e urgente in un periodo storico segnato dalla questione carceraria, con il triste primato di suicidi e di atti autolesivi registrato in questi drammatici sette mesi dell’anno, sia tra la popolazione detenuta che tra il personale di custodia».

Richiamando sul tema l’attenzione di tutta l’opinione pubblica, oltre che degli operatori del settore giudiziario a tutti i livelli, magistratura inclusa, i promotori richiamano con forza le parole pronunciate lo scorso 24 luglio dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un discorso sulle condizioni della detenzione in Italia, che ha definito «angosciose agli occhi di chiunque abbia sensibilità e coscienza. Indecorose per un Paese civile, qual è, e deve essere, l'Italia. Il carcere non può essere il luogo in cui si perde ogni speranza, non va trasformato in palestra criminale».

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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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