«Mettere sotto accusa dentro e fuori i tribunali» il magistrato Lucia Musti, procuratore generale della Corte di Appello di Torino, in quanto «prezzolata e serva della mafia del Tav», è quanto si legge in un documento diffuso dal N-Pci (Nuovo Partito Comunista Italiano), un comitato asseritamente clandestino legato ai Carc (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo).
L'anonimo estensore del testo si richiama all'intervento del Pg Lucia Musti all'inaugurazione dell'anno giudiziario a Torino, in particolare a un passaggio in cui il procuratore aveva «sollecitato la condanna dei militanti di Askatasuna e del movimento No Tav» imputati nel maxiprocesso in via di conclusione nel capoluogo piemontese.
La medesima 'esortazione' è stata estesa nei confronti di Enrico Aimi, membro laico del Csm vicino a Forza Italia, che nel corso della cerimonia aveva, si legge nel documento diffuso dai 'neocomunisti', «abbaiato al rischio di un ritorno agli anni di piombo». «Tentano – prosegue il documento – di seminare sconforto, rassegnazione e diserzione dalla lotta. Fargli ricadere addosso questo macigno significa resistere a oltranza, ma soprattutto metterli sotto accusa fuori e dentro i tribunali. Questo è il compito dei comunisti e dei più determinati promotori delle lotte sociali».
«L’attacco ad un magistrato di Torino compiuto dal nuovo Patito comunista Italiano a tutela dei No Tav ci convince ancora di più che stiamo combattendo una battaglia giusta contro Askatasuna e che, a dispetto degli strali della neo segretaria regionale di Azione, lo sgombero di Askatasuna è doveroso. Se lei vuole dialogare con chi mette a ferro e fuoco la città di Torino, con chi minaccia agenti delle forze dell’ordine e magistrati rei solo di essere servitori dello Stato si accomodi, noi come Forza Italia staremo sempre dall’altra parte. Torniamo a domandare al primo cittadino del Comune di Torino se di fronte a questo nuovo attacco alle Istituzioni democratiche non abbia intenzione di riconsiderare la scellerata idea di legalizzare Askatasuna. Il rischio di un ritorno alla stagione delle Br si sta concretizzando sotto i suoi occhi: sarebbe sufficiente che osservasse i legami sempre più stretti tra autonomi, anarchici, No Tav e collettivi studenteschi. Chiediamo una risposta ferma e rimarchiamo al Pg Lucia Musti tutta la nostra solidarietà, sicuri che non si farà intimidire dalle frange estreme e meno estreme della sinistra torinese».
Ad affermarlo sono il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente segretario Provinciale e Cittadino di Forza Italia a Torino, che nello scorso week-end avevano manifestato davanti al Centro sociale Askatasuna insieme al senatore Maurizio Gasparri e al ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, chiedendo per l’ennesima volta lo sgombero dell’immobile e la fine di ogni trattativa con gli antagonisti.
«Esprimo la mia solidarietà e il mio appoggio a Lucia Musti, procuratore generale della Corte d'Appello di Torino, vittima di un violento attacco da parte del N-Pci (Nuovo Partito Comunista Italiano). Ancora una volta queste frange estremiste, che nulla hanno a che fare con la dialettica democratica, prendono di mira con ferocia chi si pone dalla parte della legalità e si fa interprete della voce dei cittadini, chiedendo con forza la condanna dei militanti del centro sociale Askatasuna, polveriera dell'eversione a Torino, e dei militanti del Movimento No Tav, imputati nel maxi processo in via di conclusione nel capoluogo piemontese» – ha commentato il senatore Paolo Zangrillo, segretario di Forza Italia in Piemonte.
«Un'aggressione verbale inaccettabile – prosegue Zangrillo – perché ogni intimidazione agli Organi dello Stato è un attacco ai princìpi della giustizia e dello Stato di diritto. Dopo questo ennesimo episodio inqualificabile, chiedo con forza che il sindaco di Torino desista dallo scellerato proposito di dialogare con i violenti».