Da Anci Piantedosi rilancia il tema delle Province e della videosorveglianza

Il vero protagonista però resta il Presidente Sergio Mattarella che lunedì ha rivitalizzato gli amministratori comunali con il suo intervento

Marco Cortese 22/11/2024
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È proseguita anche ieri l’Assemblea dell’Anci a Torino. Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nel suo intervento ha rilanciato il tema della videosorveglianza.

«Vorrei accelerare nel consentire ai Comuni di accedere ai finanziamenti. Vorremmo creare un paniere di risorse economiche per implementare e aggiornare i sistemi. Non è che ci piace il Grande Fratello, ma i dati ci dicono che più del 50% dei reati che viene scoperto si avvale di strumenti di indagine legati alla videosorveglianza. Agli scettici, dico che andiamo incontro all'intelligenza artificiale, è illusorio pensare che la privacy possa frenare le enormi potenzialità che questi sistema danno. Il problema, semmai, è l'uso. Oggi l'utilizzo è sotto il controllo dell'Autorità Giudiziaria. La prospettiva di grande importanza - ha aggiunto - è in chiave preventiva, credo che la soluzione sia nell'avere fiducia nelle istituzioni».

Piantedosi in conclusione ha rilanciato il tema del futuro anche delle province: «Ci sono delle questioni che dobbiamo limare, come il tema delle province. C'è una discussione in atto, con una sostanziale unanimità di consensi, a tornare un po' indietro. La cosiddetta abolizione o limitazione si è rivelata fallimentare. Il tema più importante, però – ha concluso –, è la ridefinizione delle funzioni delle province e l'attribuzione delle risorse. Noi cercheremo di condividere questa ipotesi di riforma con tutte le parti politiche, compresa l'attuale opposizione».

Nella platea dell’Assemblea continuano però a essere ripetute le parole che ha pronunciato il presidente della Repubblica Mattarella nel tardo pomeriggio di lunedì.

Un discorso che rimesso al centro del dibattito politico i Comuni e la loro centralità istituzionale: «La collaborazione tra Istituzioni è un dovere repubblicano. Con chi costruire l'Italia dei prossimi decenni, se non con i Comuni, opera che richiede partecipazione corale e diffusa, concordia tra le istituzioni, convergenza delle istanze popolari? La concordia è necessaria di fronte alle emergenze, purtroppo divenute frequenti. Quando viene aggredito il principio di legalità. Davanti a minacce al funzionamento e alla dignità delle istituzioni». Il Presidente della Repubblica aveva poi proseguito: «L'unità del Paese trova oggi nelle aree interne e montane, delle isole minori, dei borghi resi periferie, un aspetto di fragilità, per la rarefazione dei servizi, lo smantellamento di infrastrutture realizzate con sacrificio in passato, come le linee ferroviarie definite 'minori', con danno ulteriore, un tema, questo, non eludibile da chi ne ha la responsabilità. Si tratta di luoghi che soffrono di una marginalizzazione che mette a rischio il futuro di tante parti d'Italia e già oggi incide negativamente sui diritti di cittadinanza dei suoi abitanti, quelli che il presidente della Consulta, Leopoldo Elia, definiva 'cittadinanza sostanziale'».

A chi solleva dubbi sui bilanci dei Comuni Mattarella spiega che i Comuni, nell'ambito della spesa della Pubblica Amministrazione, in senso lato, risultano virtuosi. «Lo riconoscono tutti i parametri di valutazione. Non posso che auspicare una interlocuzione fruttuosa. Peraltro proprio i Comuni sono oggi al lavoro nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, attività che vede in campo rilevanti risorse messe a disposizione dall'Unione. Come sempre, il tema è quello delle somme disponibili e delle opzioni di spesa conseguenti, che il Parlamento consegna al governo con la legge di bilancio. Come è naturale, le scelte che i governi nazionali hanno fatto a Bruxelles con il Patto di stabilità si riflettono sui Comuni. Non possiamo dimenticare che questi ultimi, in prima linea nel rapporto con i cittadini, sono chiamati a sovvenire ai bisogni più immediati e elementari della popolazione». 

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