Il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato il Piano Socio Sanitario Regionale 2025-2030, documento di programmazione socio-sanitaria che definisce le linee guida strategiche e operative per la sanità e il welfare regionale per il prossimo futuro.
«Dopo 30 anni abbiamo rinnovato interamente il Piano, che è la ‘carta nautica’ del futuro della sanità piemontese – ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi – e finalmente abbiamo scritto nero su bianco, con la condivisione ampia delle opposizioni, gli obiettivi per i prossimi vent’anni».
«Primo fra tutti – ha precisato Riboldi – quello di riportare al centro della sanità pubblica le persone che oggi sono escluse e abbattere le liste d'attesa».
«Un grazie – ha concluso – alla maggioranza, alle opposizioni e a tutti coloro che durante le tante audizioni sui territori, hanno contribuito a riscrivere un documento programmatico di grande valore attraverso contenuti di merito».
Per Maurizio Marrone, assessore regionale alle Politiche sociali, «tra le maggiori conquiste del Piano c’è l’integrazione tra sociale e sanitario, spesso rimasta solo sulla carta in un sistema che per troppi anni ha tradito l’applicazione concreta dell’universalità delle prestazioni, soprattutto nella presa in carico delle cronicità e delle persone più fragili».
«Il documento – ha spiegato – introduce novità concrete e misure strutturali e di sostegno economico diretto nell’accesso a una serie di servizi, che valorizzano la scelta delle famiglie e contrastano i rincari dove c’è un mercato privato e non ancora una dimensione di convenzionamento».
Soddisfazione da parte della maggioranza. «Siamo orgogliosi – hanno commentato i capigruppo della maggioranza consiliare, Carlo Riva Vercellotti (FdI), Fabrizio Ricca (Lega), Paolo Ruzzola (Forza Italia) e Silvio Magliano (Lista Civica Cirio) – di avere contribuito a un documento moderno e approfondito».
«Il Piano Socio Sanitario Regionale – hanno affermato – è frutto di un’ampia condivisione e tiene conto, per quanto possibile, delle risultanze di un lavoro capillare di confronto con le parti sociali, i portatori di interesse, il territorio, durato quasi tre mesi».
«Durante la discussione in Consiglio regionale – hanno quindi proseguito i capigruppo – è stato possibile inserire alcuni elementi e specificarne altri che riteniamo molto importanti per offrire ai Piemontesi servizi socio-sanitari all’avanguardia, che tengano conto delle esigenze dei residenti nelle aree urbane come di quelle di chi risiede in zone rurali, montane o decentrate e che offrano condizioni di lavoro e di operatività definite e quanto più possibile agevoli agli operatori del settore».
«Gli assessori Riboldi e Marrone – hanno concluso i consiglieri regionali Riva Vercellotti, Ricca, Ruzzola e Magliano – hanno predisposto un documento approfondito e coraggioso, capace di rispondere alle esigenze dei Piemontesi e di cogliere le opportunità delle nuove tecnologie, ma soprattutto in grado di dare una visione dei servizi socio-sanitari dei prossimi anni e della direzione in cui devono evolvere. Siamo fieri che il Consiglio, nel pieno rispetto delle sue prerogative di ente legislativo, abbia condotto una discussione approfondita e nel merito, proponendo la sua visione derivante dalle sensibilità e dalle esperienze dei consiglieri e delle consigliere e recependo, ove possibile, le istanze dei portatori di interesse. Un grande lavoro di squadra che ha, come sempre, al centro il bene del Piemonte e dei Piemontesi».
Secondo Davide Buzzi Langhi (Forza Italia), «il Piano non è un semplice documento di programmazione, ma una scelta politica che riflette una visione di sanità pubblica universale, moderna, territoriale e umana e più efficiente».
«Ora la vera sfida – ha spiegato – sarà la sua attuazione: la direzione intrapresa è quella giusta e il gruppo di Forza Italia sarà parte attiva di questo processo, garantendo il proprio sostegno alla Giunta».
Per Daniele Valle (Pd), «il confronto in audizione con tutte le realtà del territorio e l’attività emendativa che ne è seguita hanno dato dignità a tante questioni che il testo originario non affrontava».
Il consigliere dem ha però espresso un giudizio complessivo negativo «per un difetto di impostazione», sostenendo che il Piano Socio Sanitario «è una mappa di principi, ma non dice nulla su tempi, risorse e modalità di attuazione».