Imprese, Confapi e Api: "Serve effettiva applicazione transazione 5.0"
Ad oggi purtroppo le domande sono scarse, molto scarse"
"Non penso sia secondario lavorare su una effettiva applicazione di Transizione 5.0. Ad oggi purtroppo le domande sono scarse, molto scarse, c'è una complicazione importante, nonostante noi di Confapi avessimo voluto il credito d'imposta che è l'unico modo per coinvolgere le nostre aziende. Penso comunque che questo sia un elemento che ci possa consentire di arrivare alla transizione ambientale e tecnologica e poter rimanere nelle filiere delle grandi aziende".
“Queste le dichiarazioni del nostro Presidente Confederale Camisa ad Adnkronos/Labitalia che condivido appieno” – commenta Mario Di Giorgio, Presidente API Novara VCO e Vercelli.
“E sono concorde anche nell’affermare che abbiamo criticato il famoso articolo 112 della manovra del governo che porterebbe ispettori del MEF nelle aziende per contributi oltre ai 100 mila euro. Perché solo l'effetto annuncio sta disincentivando le nostre imprese ad attingere ad eventuali contributi come quelli di transizione 5.0" – prosegue Di Giorgio.
“E sul tema del payback abbiamo sempre sostenuto che dovesse essere cancellato perché è un modo sbagliato di tenere sotto controllo la spesa e quantomeno che ci sia una franchigia di 10 milioni, questo perché altrimenti si rischia di mettere in profonda crisi le piccole e medie industrie di un settore di eccellenza. Così come sulla Web tax che oggi è allargata al mondo delle piccole industrie. Avere una tassazione sul 3% del fatturato ci sembra una cosa che non può andare nella direzione di arrivare a uno sviluppo dell'impresa, cioè non dobbiamo solo cercare di lavorare nel 'tamponare', ma dobbiamo cercare di lavorare per avere uno sviluppo a lungo termine" – conclude Di Giorgio.