Omegna rischia di perdere 1,5 milioni di euro
Le ragioni sono da ricondurre anche a una scelta non adatta dei nuovi responsabili
Negli scorsi mesi si è parlato molto, in Svizzera ed in Italia, del progetto Interreg TRA-ME per il quale vengono investiti 1,4 milioni di euro in Italia e 427.000 franchi circa in Svizzera.
L’idea di base era quella di creare un’unica destinazione turistica “diffusa” valorizzando tutte le piccole “meraviglie sconosciute” lungo la “Via Francisca occidentale” dal Passo del Lucomagno a Novara, in particolare dar vita ad uno “scambio promozionale” in base al quale ai visitatori di prossimità residenti in Lombardia e Piemonte, gli ospiti soggiornanti sui laghi, nelle valli del Ticino e dell’Ossola e le nostre scuole venissero offerti “pacchetti” turistici diffusi su entrambi i versanti della frontiera, portandoli a scoprire le “meraviglie” nascoste del nostro territorio e la sua sontuosa gastronomia.
Un progetto del genere prevede una collaborazione stretta fra tutti gli enti coinvolti e la messa a punto di strategie comuni stimolate da promotori perfettamente cogniti del territorio (da entrambi i lati del confine). E’ assolutamente necessario, imprescindibile, che chi collabora al progetto conosca il territorio nei suoi dettagli, cultura, turismo, arte, leggende, genti, gastronomia.....Fin dall’avvio del progetto i partner svizzeri hanno richiesto collaborazione. Dapprima proponendo la scelta di un “Project Manager” comune, poi di una comune immagine. I percorsi, i video, il sito avrebbero dovuto venir creati con il supporto di una stessa mano che conoscesse approfonditamente il territorio.
Così non è stato e nessuno in Italia ha dato seguito alle richieste svizzere. A seguito delle scelte decisamente sbagliate fatte finora, l’ideatrice del progetto, dopo inascoltati reclami, ha ritenuto non le restasse altra scelta che le dimissioni. Il progetto “TRA-ME” resta così nelle mani di funzionari che non hanno contribuito a crearlo e nemmeno l’hanno letto prima di effettuare le scelte di cui sopra.
Si tratta di una “project manager” del tutto priva dei requisiti necessari, come la conoscenza del territorio e degli stakeholders che sono uguali a zero, così come nessuna esperienza con scuole e associazioni di persone diversamente abili su cui molte idee del progetto si basano.
Un “videomaker” con esperienza di livello, nel caso particolare di “filmati di corse in bicicletta”. È interessante notare, fra i “promo” del suo “portfolio” anche video decisamente coinvolgenti quali ad esempio il “montaggio di una zanzariera”. Nessuna traccia delle richieste specifiche di progetto in particolare cultura, turismo e collaborazioni con TV italiane e svizzere. Ciononostante, è stato preferito alla TV locale, che collabora da anni con altre TV del territorio, nonché con la RSI e con RAI 3 e che dispone di un archivio storico documentale che sarebbe stato utilissimo.
Un’azienda i cui collaboratori operano in “smart working” rispettivamente da Roma, Torino, Milano. La foto della “home page” parla da sé, relativamente allo “stile” dell’azienda. Nessuna conoscenza invece del territorio e delle “piccole cose” su cui TRA-ME si basa, l’inbound marketing, tanto da ritenere che per illustrare il sito basti “venire una giornata a fare delle foto”. Nessuno, non certo i funzionari o la “Project Manager”, ha spiegato loro che “ricercare piccole meraviglie nascoste lungo tutta la Via” e dar voce alla gente del territorio è assai diverso dal “fare un paio di belle foto al panorama”. Del resto, non lo sanno....
Del previsto “tavolo di lavoro” con il quale tutti gli enti del territorio interessati dalla Via avrebbero avuto modo di conoscere e co-gestire le attività non esiste traccia. Meglio non coinvolgerli.....
I collaboratori sono stati scelti (seguendo tutte le regole, come viene affermato) con alcune “Manifestazioni di interesse” pubblicate dal comune, cui tutti potevano partecipare, che avevano però una strana postilla: la scelta finale sarebbe stata in mano al Segretario comunale, a sua assoluta discrezione e senza alcuna possibilità di reclami da parte degli esclusi.
Quanto alla ideatrice del progetto, essendo difficile trovare “persona più adatta” di colei che aveva creato il progetto stesso, la si è messa all’angolo finché non ha dato le dimissioni. Semplice. La ragione? “Deve stare zitta perché non possiede i requisiti necessari a valutare i collaboratori e le scelte di progetto”. Questo nonostante 25 anni di esperienza e una decina di progetti Interreg approvati e gestiti in prima persona. Anche qui dopo sei mesi di “lavoro volontario non retribuito”, un solo pagamento “obtorto collo” e la contestazione successiva delle fatture in modo da non doverla più pagare. Si attende ora la nomina di “persona più adatta”.
Spiegare come si scelgono le “persone più adatte” sarebbe pettegolezzo. Ma molti Media locali possono arrivarci da soli.
In queste condizioni TRA-ME non può avere futuro. Tutta questa gente “più adatta” sparirà non appena finiti i finanziamenti Interreg. E tutto l’accento, se mai ci sarà, verrà, grazie a costoro, posto su Omegna, ignorando i paesi che avrebbero dovuto venir valorizzati e la reciproca collaborazione.
Questa, se nessuno interviene, sarà la morte del progetto Interreg TRA-ME che pure aveva un potenziale altissimo. Qui l’unico interesse che muove questi “collaboratori più adatti” non legati al territorio, che tutto di esso ignorano, non è altro che il finanziamento. Quando finirà, finirà TRA-ME. Se non prima. Uno spreco di denaro pubblico europeo e svizzero.