«Serve una scuola dei mestieri del mare»
Vincenzo Poerio: «Mancano maestranze fondamentali nei cantieri navali»
Il Salone Nautico Internazionale di Genova 2025, vetrina mondiale della nautica da diporto, si conferma uno degli eventi più strategici per l’economia italiana. Con oltre 1.200 brand presenti, 1.043 imbarcazioni esposte e più di 115.000 visitatori attesi, l’appuntamento ligure non è solo simbolo dell’eccellenza produttiva italiana, ma anche termometro del futuro industriale del settore marittimo.
La nautica italiana è in crescita, con un fatturato nel 2024 superiore a 7,4 miliardi di euro, un export che supera il 70% della produzione e un indotto che coinvolge più di 200 mila lavoratori. Tuttavia, da Genova arriva un allarme chiaro: la mancanza di operai specializzati rischia di frenare questo straordinario sviluppo.
A lanciare l’allarme è stato Vincenzo Poerio, vicepresidente di Confindustria Nautica e amministratore delegato di Tankoa Yachts, che ha spiegato come il sistema ITS Academy abbia già formato con successo tecnici e progettisti, ma manchino all’appello le maestranze fondamentali dei cantieri, ovvero saldatori, falegnami, tubisti, montatori, laminatori ed elettricisti specializzati per la nautica.
“Serve una scuola dei mestieri del mare, una piattaforma nazionale e condivisa tra imprese, istituzioni e mondo della formazione, che possa garantire continuità e qualità in un settore che cresce a due cifre ma è a rischio per carenza di personale”, ha dichiarato Poerio. Questo nuovo modello formativo dovrebbe ispirarsi agli ITS, ma essere dedicato alle competenze manuali, alle figure operative fondamentali per la produzione.
Il messaggio è chiaro: l’Italia è leader mondiale nella produzione di superyacht oltre i 24 metri, con una quota di mercato che supera il 50% a livello globale, ma per mantenere questa leadership è indispensabile investire anche nella formazione degli operai. Non basta la progettazione e il design, serve chi costruisce con professionalità e tecnologia avanzata, perché senza mani esperte il futuro rischia di bloccarsi.
Attualmente, per ogni tecnico progettista formato dagli ITS mancano almeno tre operai specializzati. Secondo Confindustria Nautica, la domanda immediata è di oltre 8.000 figure tecniche operative solo nella filiera della costruzione. Diverse aziende liguri di spicco come Tankoa, Baglietto, Sanlorenzo e Azimut hanno già avviato programmi di formazione interna, ma chiedono un quadro strutturato e condiviso che metta a sistema le esperienze esistenti e ne attivi di nuove.
La Regione Liguria ha dimostrato concretamente il suo impegno attraverso la valorizzazione del Programma Operativo Regionale (POR) FESR 2021-2027, che finanzia progetti di innovazione tecnologica e digitale nel settore nautico, sostenendo sia l’aggiornamento delle infrastrutture che la formazione specialistica. Inoltre, la Regione supporta gli Istituti Tecnici Superiori che offrono corsi dedicati a meccanica, elettronica e design applicati alla nautica, mentre collabora con realtà come la Fondazione ISYL di Viareggio per corsi specifici destinati alle maestranze tecniche fondamentali per i cantieri.
Non solo giovani: anche adulti in cerca di riconversione professionale, provenienti da altri settori o dall’artigianato, sono considerati fondamentali per rispondere alla domanda crescente. L’idea è quella di una “accademia del fare”, in cui siano le imprese stesse, affiancate da scuole e centri tecnologici, a formare operai in grado di utilizzare tecnologie moderne come fibre composite, sistemi elettrici integrati e attrezzature automatizzate.
Il governo nazionale ha già potenziato la riforma degli ITS e promosso la formazione tecnico-professionale, e l’appello di Confindustria Nautica va nella direzione di estendere questo modello anche alle figure operative, creando una filiera formativa integrata, efficiente e pronta a rispondere alle esigenze reali delle imprese.
Genova, ancora una volta, si conferma cuore pulsante della nautica italiana, non solo con il suo Salone, ma anche come laboratorio di idee e strategie per il futuro. Dalla Liguria potrebbe nascere una scuola nazionale dei mestieri del mare, un progetto capace di fornire risposte concrete e durature alla filiera più dinamica dell’economia blu italiana.