Sei ricercatori in viaggio sul traghetto di Corsica Ferries per studiare i cetacei del Santuario Pelagos

Coinvolti nel progetto Life CONCEPTU MARIS, per una due giorni multidisciplinare c

GDG 03/09/2024
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Sono partiti dal porto di Vado Ligure con destinazione Bastia, Ile Rousse e Nizza, su tre delle rotte servite dalla compagnia Corsica Sardinia Ferries, attraversando il Santuario Pelagos e compiendo sei viaggi.  Il traghetto giallo “Mega Express Five” ha ospitato sei ricercatori coinvolti nel progetto Life CONCEPTU MARIS, per una “due giorni” multidisciplinare con osservazione dei cetacei del Santuario Pelagos. Un progetto cofinanziato dall’Unione europea per la conservazione della fauna marina nel bacino del Mediterraneo, propone un approccio innovativo multidisciplinare per lo studio della distribuzione dei cetacei e delle tartarughe marine in ambito pelagico, che combina l'osservazione classica degli animali dal Ponte di Comando, con nuove tecnologie.  «A bordo della Mega Express Five è stata attrezzata una postazione di ricerca per raccogliere direttamente i campioni di acqua marina e per ospitare macchinari di filtraggio e stoccaggio. Le nostre navi sono veri e propri laboratori galleggianti, che partecipano allo sforzo collettivo per la difesa del mare e della sua biodiversità e da oltre 18 anni supportano gli Enti di Ricerca nei progetti di monitoraggio, studio, formazione e analisi», spiega afferma Cristina Pizzutti, responsabile comunicazione di Corsica Ferries. Il primo giorno, oltre alle specie comuni, come diverse balenottere, gruppi di stenelle e tursiopi, in prossimità di Vado Ligure sono stati avvistati anche due zifi, mante e tartarughe marine Caretta Caretta, mentre nelle vicinanze della costa francese, ha fatto la sua comparsa anche un maestoso capodoglio, uno dei primi avvistamenti della stagione, tra l'emozione dell'equipaggio. I colleghi di UniBicocca si sono occupati dei campionamenti di DNA ambientale lungo tutta la tratta, con particolare attenzione durante l'avvistamento delle specie rare, come gli zifi e il capodoglio. «Le informazioni che si ricaveranno da questo innovativo approccio multidisciplinare saranno essenziali per costruire le mappe delle caratteristiche ambientali, che potranno aiutare a definire meglio la distribuzione di cetacei e delle tartarughe marine nel Mediterraneo», precisa Paola Tepsich, ricercatrice di Fondazione CIMA. «La sperimentazione avviata nel 2018 sulle Navi Gialle, ha dato i suoi frutti. All’epoca, l’innovativa idea di prelevare campioni d’acqua marina durante la navigazione dei traghetti di linea, per “monitorare” le tratte in punti specifici e vedere quali e quanti animali costituissero la comunità biologica in ogni punto campionato, sembrava fantascienza Eppure, sulla base dei risultati ottenuti in quel pilot study, la tecnologia dell’analisi del DNA ambientale (questo è quello che fa a bordo il team dell’Università di Milano Bicocca) è stata adottata nel progetto internazionale e multidisciplinare LIFE-CONCEPTU MARIS», aggiunge Elena Valsecchi - Dipartimento di Scienze Ambientali e della Terra dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. «Grazie alla precisione e alla collaborazione dell’equipaggio, i ricercatori dell’ateneo milanese hanno prelevato 12 litri d’acqua marina da ciascuna delle stazioni di campionamento prestabilite. I campioni d’acqua sono stati filtrati nell’immediatezza, a bordo del traghetto. I filtri, su cui rimangono intrappolate le tracce biologiche di tutti gli organismi viventi entrati in contatto con l’acqua prelevata, sono stati congelati a bordo, per poi essere trasportati nei laboratori dell’Università di Milano Bicocca dove sono analizzati. Nel DNA (ambientale) estratto dai filtri si cercheranno le tracce di cetacei e tartarughe ma anche quelle di pesci e plancton, in modo da poter ricostruire la catena trofica caratteristica di ogni settore marino campionato, per identificare, unitamente ai dati di avvistamenti e alle analisi degli isotopi stabili ottenuti dagli altri partner del progetto (ISPRA, CIMA, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Università di Torino, Università di Palermo), quali sono le aree ecologiche di alto mare fondamentali per la salvaguardia dei mammiferi marini e delle tartarughe»,  conclude Elena Valsecchi.

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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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