Liguria verso il voto: strategie, errori e social in campagna elettorale
Il centrodestra di Bucci recupera uno svantaggio che sembrava incolmabile: ecco cosa è successo
Diego Pistacchi 19/10/2024
Una card che circola sui social
Una settimana al voto. I sondaggi non sono più pubblicabili, ma tutti gli ultimi resi noti, con sfumature e percentuali diverse, raccontano di una grande rimonta di Marco Bucci che, in pochi giorni, è passato da uno svantaggio di 6 punti a un vantaggio che in alcuni casi lo vede anche avanti del 3% su Andrea Orlando.
Ma come è possibile un ribaltone del genere che, pur nell’alea che inevitabilmente accolte queste previsioni, vede concordi tutti gli analisti? Le cause possono essere diverse, certo pesa l’appeal del sindaco di Genova. Di certo quando viene dilapidato così rapidamente un tale vantaggio, significa che uno ha azzeccato proprio tutto, o l’altro ha sbagliato lo sbagliabile, oppure è un mix tra le due cose.
Orlando ha iniziato senza dubbio una campagna elettorale tutta «contro». Attaccando Bucci, sovrapponendolo a Toti, cercando di coinvolgerlo nell’inchiesta. E poi passando per vittima di «aggressioni della destra», o ideologizzando frasi dell’avversario. Una scelta fatta tramite comunicati in serie, subito sostenuti e rilanciati da altri esponenti di partito o di coalizione. Insomma, una scelta mirata fatta a tavolino. Se i sondaggi hanno ragione (ma sono gli stessi che eventualmente avrebbero sbagliato anche quando lo premiavano) l’idea è stata un flop.
Il battibecco all’Expo Fontanabuona (con il candidato del centrosinistra che alla fine punta il dito contro l’avversario: «se pensi di farmi paura ti sbagli, ho incontrato persone molto, ma molto più...») non ha certo portato voti alla causa dell’ex campo largo. Tra le varie polemiche sollevate da Orlando anche quella sulla natalità. Le prime agenzie e i primi articoli sui siti avevano aggiunto una parola che aiutava il candidato a mettere alla berlina la frase di Bucci. Dopo aver elencato tutti gli interventi a sostegno delle neo mamme e delle famiglie, Bucci aveva detto testualmente che «chi fa figli contribuisce al successo della nostra società, e vorrei che tra di noi tutti avessero fatto figli». Parlava a una platea, la frase è stata riportata aggiungendo la parola «candidati», mai pronunciata, diventando «vorrei che tra noi candidati tutti avessero fatto figli». Questo perché Orlando l’aveva presa a male, come fosse rivolta a lui. Da lì aveva detto che era una criminalizzazione di chi non poteva avere figli. La polemica ha fatto prevalere la «normalità» del concetto di Bucci, interpretato invece poi in senso ideologico. Alla fine il sentiment complessivo è stato negativo per chi ha creato il caso.
A rilevare che persino sui social Orlando non riesce a fare breccia è un servizio dell’agenzia Adnkronos basato su riscontri della piattaforma Social Data. «Bucci, attuale sindaco di Genova, risulta avere un volume di menzioni superiore rispetto al suo rivale, con oltre 9.000 citazioni rispetto alle 8.400 di Orlando - si legge nel servizio -. Ma la differenza più significativa emerge quando si analizzano i tassi di interazione. Bucci vanta un engagement quasi tre volte superiore rispetto a Orlando, segno di una maggiore partecipazione attiva da parte del pubblico nei suoi confronti. Il sentiment verso Bucci, inoltre, tende a essere prevalentemente positivo, mentre Orlando deve fare i conti con un’opinione pubblica più negativa». Bucci vince cioè anche sui social dove pure parte un un gap enorme di follower: le rispettive pagine facebook ne indicano poco meno di 49mila per il sindaco di Genova, oltre 101mila per l’ex ministro.
Il servizio di Adnkronos approfondisce poi i temi che stanno a cuore ai liguri sui social. «Oltre un milione di conversazioni, tra il 10 marzo e il 9 ottobre, hanno avuto come oggetto le imminenti elezioni regionali e altri temi connessi, generando un totale di 81 milioni di interazioni. Questo fermento riflette un interesse crescente da parte dei cittadini liguri, non solo verso la politica, ma anche verso altri temi come i trasporti e l’ambiente». Temi concreti, pratici, tutt’altro che ideologici, che sono da sempre il punto di forza di Marco Bucci, l’«uomo del fare», che non sembra insidiato da chi, all’improvviso, dopo anni da deputato e dirigente di partito, ha scelto come slogan per la campagna elettorale «fare, per bene», che ha il sapore della scimmiottata, dell’inseguimento su un tema che lo vede comunque perdente.
Ed è proprio di questi giorni la circolazione sulle pagine dei candidati di centrodestra di alcune card che certificano come Bucci da sindaco, ma in generale il centrodestra alla guida delle amministrazioni locali quali la Regione di Giovanni Toti, abbiano cambiato davvero il volto della Liguria. Con il fare. C’è la rigenerazione del mercato di corso Sardegna, da topaia a gioiellino e cuore pulsante del quartiere, della Certosa della Valpolcevera, di viale Brigate Partigiane rifiorito con le aiuole al posto di auto e transenne, di corso Quadrio, che con la sinistra era un suq abusivo per chi vendeva merce rubata o contraffatta. Persino l’immagine triste di De Ferrari nel Capodanno 2010 (la foto avvilente è un’altra, ma è la stessa sera di Marta Vincenzi che ballava «O Bella ciao» con don Gallo davanti a qualche decina di persone) è contrapposta alle ultime feste con le dirette Mediaset che portavano Genova a scandire il countdown per l’intera Italia con un concerto di artisti di primissimo piano. In attesa che sia il voto a dire chi ha ragione, è la sintesi perfetta di una campagna elettorale: l’ideologia della sinistra di Orlando contro il prêt-à-porter di Marco Bucci che la gente comune indossa facilmente.
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