Sì agli investimenti, con attenzione alla geopolitica
Il sistema manifatturiero cuneese flette, ma si dimostra solido. In espansione i servizi, bene l’occupazione
Rosaria Ravasio 14/01/2025
La presentazione della congiuntura industriale cuneese in collegamento con quella piemontese e torinese
L’instabilità e le incertezze geopolitiche internazionali nell’ultimo trimestre hanno inciso, purtroppo, sul trend dell’industria manifatturiera cuneese, che riporta aspettative con segni negativi (occupazione esclusa) per il primo trimestre 2025. Reggono invece i servizi, che al contrario, hanno ancora tutti gli indici economici di riferimento positivi ed in espansione.
Questa in estrema sintesi il risultato emerso dall’indagine congiunturale previsionale per il primo trimestre di quest’anno realizzata dal Centro Studi di Confindustria Cuneo, che ha intervistato 300 aziende manifatturiere e dei servizi.
Sono dati, che in un momento di crisi mondiale dettato dagli scenari di guerra che ci influenzano, potremmo considerare fisiologici, tanto che il quadro del cuneese, se comparato con quello regionale o nazionale, risulta comunque solido e ben strutturato.
Inoltre “resta la grande voglia di fare” come spiega Giuliana Cirio, direttore generale di Confindustria Cuneo. “La dimostrazione è di come tengono il passo gli investimenti, che rientrano di oltre tre quarti nei programmi delle imprese della Granda e va nella stessa direzione l’indice di utlizzo degli impianti”.
Il quadro che emerge da questa indagine mostra come siamo tutti interconessi, mai come oggi le sfide da affrontare devono essere condivise a tutti i livelli a partire dall’alto, scendendo in basso e viceversa. Per questo l’associazione degli industriali si è compattata, partendo da un’analisi sull’economia internazionale fatta, in collegamento dalla sede confindustriale a Bruxelles, da Nicola Calvano, Policy advisor and Liaison officer-International & European affairs, cui è seguito un videocollegamento con il tavolo, che a Torino ha presentato in contemporanea i dati dell’indagine congiunturale piemontese e torinese.
Il 2025 sarà davvero l’anno del cambiamento, ciò che si deve capire è come e in che direzione andrà questo cambiamento, per potersi preparare e definire strategie adeguate, che aiutino lo sviluppo del territorio e siano volano di benessere.
Sicuramente la UE dovrà muoversi velocemente per realizzare una politica green, che più che ideologica, sia strutturale e non porti il nostro continente alla deindustrializzazione. I costi energetici sono troppo alti per la competitività delle nostre industrie, che vanno a pagare tre volte di più, per esempio, rispetto alle cugine americane.
«Mettendo a frutto le transizioni legate all’intelligenza artificiale, da adottare in modo etico e responsabile, e alla sostenibilità ambientale, si potranno favorire nuovi investimenti, anche per istruzione e ricerca. Il nostro Paese ne è drammaticamente carente, in un’Europa altrettanto drammaticamente in ritardo - spiega Giuliana Cirio - . Il tempo stringe, ma i capitali e le soluzioni sono a portata di mano, così come la determinazione e la consapevolezza delle nostre aziende».
Andando ad analizzare i singoli settori, Elena Angaramo, responsabile del Centro studi di Confindustria Cuneo ha evidenziato come “la metalmeccanica rimanga orientata alla prudenza; mentre sono favorevoli, ma in contrazione, le indicazioni del comparto alimentare; il clima tra le imprese di edilizia e indotto inizia a risentire del venire meno degli effetti del Superbonus; rimangono favorevoli le attese nel comparto della chimica e gomma-plastica; mentre è debole la fiducia del settore cartario-grafico; recuperano le prospettive delle imprese manifatturiere varie, mentre continua a essere in calo il clima di opinione delle realtà attive nell’estrazione e nella lavorazione di minerali non metalliferi. A livello settoriale, si mantengono espansive le attese nel terziario innovativo; si consolida il sentiment del comparto trasporti e logistica; le aziende dei servizi vari esprimono valutazioni favorevoli su livello di attività e nuovi ordini; restano improntate al pessimismo le aspettative tra le aziende dei servizi commerciali e turistici, anche se nessuna impresa del settore intende ricorrere agli ammortizzatori sociali; si indebolisce, infine, la fiducia tra le realtà delle utilities”.
In conclusione: “Gli indicatori qualitativi del primo trimestre 2025 confermano il quadro di incertezza in cui le imprese si trovano ad operare: sono evidenti le differenze tra settori ma, a livello aggregato, le informazioni raccolte dalla nostra indagine denotano come la crescita possa aver decelerato, da un lato penalizzata dal manifatturiero, i cui livelli di ordinativi, sia interni sia provenienti dall’estero, risultano più deboli, e dall’altro sostenuta ancora una volta dai servizi”.
“ Il futuro esiste, ma siamo noi che lo plasmiamo e lo creiamo – raccomanda ed osserva Mariano Costamagna, presidente di Confindustria Cuneo -. Si parte dall’avere fiducia, dal non perdere la speranza, ma soprattutto dal non dimenticare, che non serve piangersi addosso. I timonieri delle nostre barche siamo noi e da noi dipende il loro destino. Non dimentichiamolo”.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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