Ex Ilva, incontro a Roma il 28 novembre: via il blocco

Sindacati soddisfatti dopo l’incontro di ieri sera in Prefettura, con Comune, Regione e Federmanager

Vittorio Magni 21/11/2025
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La tensione che per due giorni ha tenuto Genova in ostaggio della protesta dell’ex Ilva, dividendo la città in due, si è allentata ieri sera poco prima delle 19. La convocazione in Prefettura delle sigle sindacali, ricevute insieme al Comune e alla Regione, ha sbloccato la situazione con un punto fermo: un incontro, che si svolgerà il 28 novembre a Roma, dove sarà attivato un tavolo sulla parte nord dell’ex Ilva, quella che riguarda Genova, Novi e Racconigi. La mobilitazione era nata dopo la presentazione del nuovo piano del governo per i siti del Nord, giudicato «scellerato» dai sindacati perché privo di garanzie produttive e occupazionali e incapace di affrontare il problema degli impianti «logorati da anni di mancata manutenzione». Per la Fim Cisl una fermata anche breve di Cornigliano equivarrebbe alla «chiusura definitiva» dello stabilimento, con circa 1.200 lavoratori a casa.
Ma ieri nel pieno della protesta è arrivata la convocazione del ministro delle Imprese Adolfo Urso: il 28 novembre alle 15.30 si terrà a Palazzo Piacentini un tavolo dedicato ai siti di Genova, Novi Ligure e Racconigi, come richiesto da sindacati, Comune e Regione. Il presidente ligure Marco Bucci, che mercoledì avava raggiunto gli operai al presidio, ha ribadito anche ieri che «qui si producono materiali di qualità, con mercato e prospettive» e che l’obiettivo della Regione è «difendere i posti di lavoro, rilanciare la produzione e garantire la continuità aziendale». La sindaca Silvia Salis ha definito la convocazione «una notizia positiva», osservando che un incontro a Genova sarebbe stato più vicino ai lavoratori e chiedendo al governo di «fare chiarezza» sulle strategie per il settore.
Intanto la protesta si è estesa lungo tutta la filiera industriale dell’ex Ilva. In Piemonte anche gli stabilimenti di Novi Ligure e Racconigi sono in sciopero, con picchetti e presidi sulle strade. Mobilitazioni analoghe coinvolgono Taranto, Salerno, Marghera, Paderno Dugnano, Legnaro e Milano. Nel comunicato unitario diffuso da Fim, Fiom e Uilm, le organizzazioni metalmeccaniche parlano di una situazione «mai raggiunta fino ad oggi» e indicano un possibile coinvolgimento «di 20.000 lavoratori» tra diretti, appalti e indotto. Da Taranto le sigle chiedono anche un intervento della presidente del Consiglio e il ritiro del piano illustrato negli scorsi incontri, ritenuto non in grado di assicurare la continuità del gruppo.
Nel pomeriggio arriva un secondo passaggio istituzionale: il ministro Urso convoca sempre per il 28 novembre anche un incontro unitario con le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, con le Regioni Puglia, Liguria e Piemonte e con gli enti locali sedi degli stabilimenti, alla presenza del ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone e dei rappresentanti degli altri dicasteri competenti. L’appuntamento seguirà senza soluzione di continuità il tavolo sugli stabilimenti del Nord e includerà l’intero perimetro produttivo dell’ex Ilva, aprendo formalmente un confronto su tutta la rete industriale.
Nel comunicato diffuso al termine dell’incontro in Prefettura, Bucci e Salis, «nel manifestare piena adesione alle istanze formulate dai rappresentanti dei lavoratori» confermano la partecipazione alla riunione del 28 novembre «dedicata alla situazione degli stabilimenti posti nell’area Nord del Paese». I sindacati rivendicano il risultato ottenuto: «Abbiamo raggiunto ciò che chiedevamo: un tavolo specifico sul futuro di Genova, Novi e Racconigi» spiegano. Da Taranto arriva intanto un ulteriore allarme: «La presidente del Consiglio si assuma la responsabilità e ritiri il piano di chiusura» dichiarano i segretari generali delle tre sigle, denunciando una crisi «senza precedenti» per il più grande gruppo siderurgico italiano. In serata i delegati tornano allo stabilimento di Cornigliano per riferire ai lavoratori l’esito dell’incontro istituzionale e il blocco stradale viene rimosso. La mobilitazione si concentra ora sul 28 novembre, quando al Mimit si discuterà prima dei siti del Nord e poi del futuro dell’intero complesso ex Ilva.
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