Diageo: 349 posti a rischio

Continuano le proteste per l'annuncio della chiusura del sito di Santa Vittoria d'Alba

Silvia Gullino 06/12/2024
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Continuano le proteste per l'annuncio della chiusura del colosso britannico degli alcolici e proprietario dello storico ex stabilimento Cinzano a Santa Vittoria d’Alba. Il motivo è da ricondurre, almeno per la soceità, agli impianti definiti «Obsoleti», di dimensione «Inadeguate» e una strategia aziendale che punta a «Focalizzare gli investimenti su siti strategici».
Ma andiamo al sodo: le conseguenze saranno la cessazione totale delle attività produttive e amministrative entro il 2026 e il licenziamento di 349 lavoratori tra operai, impiegati e dirigenti.
La notizia ha scosso il territorio e innescato la mobilitazione delle sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Ugl, che hanno subito reagito, convocando un presidio-assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento nella mattina del 27 novembre, alla presenza dei sindaci della zona.
Antonio Bastardi (Fai Cisl Cuneo), Loredana Sasia (Flai Cgil) e Alberto Battaglino (Uila Uil) hanno espresso tutta la loro preoccupazione: «Dopo aver discusso di varie possibilità lo scorso 19 novembre, stamattina (il 27 novembre ndr) è arrivata la comunicazione definitiva. Diageo ha già avviato la procedura prevista dalla legge 234 del 2021, che prevede 180 giorni per la messa in mobilità dei lavoratori».
La Regione Piemonte ha dichiarato immediatamente il suo sostegno ai lavoratori. Il presidente Alberto Cirio è stato presente al presidio e ha promesso un incontro con l’azienda: «Faremo tutto il possibile assieme alle istituzioni locali, per scongiurare il rischio di chiusura di una realtà produttiva tanto importante per il nostro territorio».
La Diageo è una multinazionale britannica delle bevande alcoliche, nata nel 1997 dalla fusione tra l’irlandese Guinness Plc e la britannica GrandMet. Produce alcuni marchi notissimi, come i whisky Johnnie Walker e J&B, il gin Gordon’s, la vodka Smirnoff e la birra Guinness. Il gruppo, che possiede 132 stabilimenti in tutto il mondo, ha un fatturato di circa 33 miliardi di euro, un utile pari a 4,2 miliardi ed è quotato nelle Borse di Londra e New York.
La problematica è stata affrontata il 29 novembre nel corso di un tavolo di confronto tra le istituzioni e i rappresentanti dell’azienda al Grattacielo della Regione Piemonte. Erano presenti il presidente della Regione Alberto Cirio, la vicepresidente Elena Chiorino, il consigliere provinciale Simone Manzone e i sindaci di Alba, Alberto Gatto, di Bra, Giovanni Fogliato, accompagnato dall’assessore Lucilla Ciravegna, e di Santa Vittoria d’Alba, Adriana Maria Dellavalle, oltre ai rappresentanti dell’azienda e di Confindustria Cuneo.
Nella nota congiunta diffusa da Regione, Provincia di Cuneo, Comuni di Alba, Bra e Santa Vittoria d’Alba si legge: «L’azienda ci ha comunicato che la decisione di chiudere lo stabilimento a giugno 2026 è irrevocabile. Abbiamo risposto loro che per il Piemonte e per il territorio questa posizione è irricevibile. Durante l’incontro infatti non sono emerse motivazioni legate alla produttività del sito di Santa Vittoria d’Alba, né delle sue performance che anzi sono state riconosciute dall’azienda, ancora recentemente, come efficienti e di qualità. Se infatti lo stabilimento è sostenibile, non si può accettarne la chiusura, perché il profitto è giusto, ma solo nel rispetto delle persone e del loro lavoro».
E conclude: «La decisione di chiudere risulta quindi per noi irricevibile e inspiegabile e per questo abbiamo chiesto di incontrare il prima possibile i vertici della multinazionale per entrare nel merito delle motivazioni. Come il territorio compatto ha affrontato la crisi della Diageo nel 2017, arrivando a un esito positivo, allo stesso modo ora siamo determinati a fare fronte comune per evitare la chiusura e garantire la continuità produttiva dello stabilimento e dei 349 posti di lavoro». Per casa Diageo, però, il dado è tratto.
 
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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