Boom di compravendite commerciali a Torino

Secondo Fimaa il rendimento dei locali commerciali è migliore di almeno il 30% rispetto a quello delle abitazioni

Marco Cortese 10/04/2025
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Il commercio di prossimità continua a generare, nonostante le difficoltà, valore economico e immobiliare.

Nel 2024 a Torino sono stati infatti acquistati ben 1.286 negozi, per oltre 100mila metri quadrati di superficie. In particolare, il 2024 ha segnato una crescita costante per tutti i trimestri: dal +17% del primo al +28,6% del quarto.

Positivo il rendimento dei locali commerciali, superiore di almeno il 30% rispetto a quello delle abitazioni. La presenza di negozi e attività di prossimità contribuisce, inoltre, ad aumentare il valore dell'area.

Sono i dati emersi nel convegno «L'oceano blu degli immobili commerciali», organizzato dalla Federazione Italiana Mediatori Agenti d'Affari Fimaa Torino, aderente all'Ascom Confcommercio Torino.

Secondo gli studi di Fimaa, un locale commerciale in centro città rende in media il 6% annuo lordo, mentre nelle zone non centrali i rendimenti arrivano fino al 9-10%.

«Entrambi i rendimenti sono superiori di almeno il 30% rispetto a quelli di un appartamento – sottolinea Franco Dall'Aglio, presidente di Fimaa Torino – a conferma che investire in locali commerciali genera profitto. Torino, inoltre, offre margini di rendita più alti rispetto a città come Milano e Roma».

Anche se negli ultimi dieci anni a Torino sono scomparsi 2.269 negozi, quelli aperti producono ricavi sia per chi li gestisce, sia per i proprietari dei muri.

Il canone medio di un locale commerciale in centro è di duemila euro al metro quadrato all'anno, con punte tra i duemilacinquecento e i tremila euro; nelle zone non centrali la media è di centottanta euro.

«Stiamo lavorando con l'Amministrazione – spiega la presidente dell'Ascom Confcommercio, Maria Luisa Coppa – per invertire la rotta della desertificazione commerciale e restituire alle vie della città servizi, vivacità, bellezza e sicurezza. È necessario sostenere i negozi con politiche per il commercio serie e lungimiranti. Il nuovo Piano Regolatore di Torino è l'occasione per dare una risposta concreta al dilagare dei cambi di destinazione d'uso dei negozi sfitti, che impoveriscono il valore degli edifici e spezzano la continuità commerciale delle strade».

«L'Amministrazione comunale ha colto l'appello di Ascom per la tutela dei negozi di quartiere: insieme abbiamo costruito il Distretto Urbano del Commercio in centro, abbiamo sostenuto iniziative come 'Torino Compra Vicino', e siamo in prima linea con l'Albo Epic per la valorizzazione delle imprese di interesse collettivo. Auspichiamo che la nostra richiesta di arginare le conversioni dei locali venga accolta, come ci e' stato promesso», ha concluso Maria Luisa Coppa.

«Affittare un negozio rende. Lo dicono i numeri – afferma Franco Dall’Aglio, presidente di Fimaa Torino – e per questo motivo guardiamo con attenzione al fenomeno delle riconversioni. Cambiare destinazione d’uso da commerciale a residenziale in zone dove il commercio è ancora attivo genera un cortocircuito che può portare al declassamento dell’intera microzona. È necessario regolamentare e mettere un freno a queste pratiche, lavorando in sinergia con le istituzioni e con il territorio per salvaguardare ciò che resta e favorire la ripartenza del commercio di prossimità, così da preservare il valore delle case e delle vie».

«Il valore urbano, sociale ed economico di questi locali – conclude Franco Dall’Aglio – non può essere ignorato: puntare sul commerciale oggi significa non solo cogliere un’opportunità concreta, ma anche scommettere sul futuro stesso della città».

Per valorizzare il commercio, a fine marzo risultano 157 gli esercizi torinesi che hanno ricevuto il riconoscimento di 'interesse collettivo' nell'albo Epic (Esercizi di prossimità di interesse collettivo).

«Di questi 140 sono del mondo Ascom – fa notare la presidente per Torino e provincia, Maria Luisa Coppa».

L'albo, voluto dal Comune di Torino insieme ad Ascom, Camera di Commercio di Torino e Soprintendenza, è stato istituito nel 2024 per riconoscere in modo ufficiale gli esercizi del commercio di valore storico, artistico e culturale, di tradizione, innovativi e di eccellenza sul territorio comunale, denominati con l'acronimo Epic.

«Abbiamo lavorato a lungo con l'Amministrazione comunale sul tema del riconoscimento del valore dei negozi – prosegue Maria Luisa Coppa – e siamo felici che abbia accolto e fatte proprie le nostre istanze per la salvaguardia e riconoscimento delle attività commerciali di qualità. Oltre alle imprese storiche, vanno difese anche quelle nuove, attraverso l'aggiornamento del piano regolatore, ponendo attenzione alla qualità delle nuove aperture commerciali e ai cambi di destinazione d'uso».

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