Si è aperta la tre giorni del Salone dell’Auto a Torino. Una festa per una città che aveva l’auto nel sua dna e che ora fatica a scegliere la propria vocazione.
Nonostante il maltempo, c’è stato molto interesse per l’avvio della manifestazione, che si concluderà questa domenica.
Immancabili le proteste degli ambientalisti, tra cui quella ‘silenziosa’ di ‘Extinction Rebellion, in piazza Castello, all’inaugurazione dell’evento.
Le 'Red Rebels' di Extinction Rebellion, figure vestite di rosso che si muovono in silenzio, hanno sfilato tra le auto esposte durante la cerimonia di apertura.
Il gruppo ambientalista ha voluto in questo modo contestare il modello di mobilità promosso e denunciare la presenza di aziende «coinvolte nelle operazioni di Israele a Gaza e in Cisgiordania».
«A Torino, città in cui l'inquinamento atmosferico provoca centinaia di vittime ogni anno – denunciano gli attivisti – si inaugura un evento che celebra un modello in contrasto con la necessità di una transizione verso una società più giusta e sostenibile».
Secondo i dati citati dagli attivisti, l'80% delle emissioni di ossidi di azoto e particolato deriva dal trasporto su strada, mentre «i fondi per il trasporto pubblico vengono tagliati a favore di grandi opere e spese militari».
Il movimento ha richiamato anche «la presenza di aziende segnalate dall'Onu per aver tratto profitto dalle operazioni di occupazione di Israele in Palestina». «Il Salone dell'Auto si conferma come la celebrazione di un modello di sviluppo fondato sulla distruzione ambientale, sociale e umana» – sostiene Extinction Rebellion, che definisce la propria azione una «protesta artistica» contro l'inquinamento e le politiche di mobilità ritenute insostenibili.
Massiccia la presenza di vetture ‘made in China’. Anzi, proprio da Torino Geely e Jameel Motors Italy hanno lanciato per i primi mille clienti del marchio in Italia l'introduzione di una garanzia a vita sull'intera gamma esistente, con esclusione della batteria.
Una mossa definita dall'azienda «un unicum nel panorama automobilistico nazionale» – ha affermato Marco Santucci, amministratore delegato di Geely Italia.
L'iniziativa, offerta da Jameel Motors Italy, riguarda l'attuale gamma di Geely in Italia che è composta dal nuovo Starray EM-i Super Hybrid – presentato proprio al Salone di Torino – e da EX5.
Al Salone sono presenti 50 costruttori, tra i quali spiccano i 17 cinesi con le loro vetture elettriche o ibride. Una vera 'invasione', già registrata in altre manifestazioni analoghe come il recente Iaa di Monaco, con la quale i brand asiatici puntano a occupare spazi di mercato con prodotti all'avanguardia e politiche commerciali molto aggressive.
«Avere un Salone diffuso in città, a Torino, quindi in Italia, poche settimane dopo quello di Monaco, è una bellissima testimonianza di vitalità e del fatto che anche gli amministratori pubblici delle città possono capire che la mobilità non è un mostro, ma un fenomeno da governare con intelligenza» – ha affermato il presidente dell'Anfia, Roberto Vavassori, intervenuto all’inaugurazione.
«I nostri veicoli – ha detto – sono sempre più sostenibili, sempre più tecnologici, devono dialogare con l'infrastruttura che oggi manca. Ci vuole un concorso virtuoso di iniziative tra pubblico, costruttori e aziende private».
«La mancanza di sensibilità dell'Europa – ha evidenziato – è grave. Non ci basta che ci siano equilibrismi strani a livello di Commissione tra le varie parti politiche, abbiamo l'esigenza immediata di una forte dí discontinuità e di mettere mano a un programma che si è dimostrato assolutamente irraggiungibile perché non teneva conto della variabile fondamentale che è il mercato».
«Abbiamo investito oltre 250 miliardi di euro in pochissimi anni – ha aggiunto – per una virata verso l'elettrico. Qui al Salone si vedono modelli bellissimi e pieni di tecnologia, molto ben disegnati, adesso dobbiamo farli diventare un strumento di transizione insieme alla neutralità tecnologica perché indipendentemente dal powertrain, noi abbiamo bisogno in Europa di costruire e vendere almeno diciassette, diciotto milioni di veicoli all'anno».
Secondo Vavassori, l'ibrido «anche se dal punto di vista puramente ingegneristico è una mezza follia perché è il doppio di tutto: ha un motore elettrico, un motore endotermico, una batteria e un serbatoio, è sicuramente uno degli strumenti per affrontare la transizione. Arriveremo al 2035, non dimentichiamolo, con un parco auto europeo di 250 milioni di auto, che in larga parte non saranno elettrificate e avremo almeno fino al 2050 da pensare con quali vettori energetici alimenteremo le centinaia di milioni di veicoli che avremo per le strade europee».
Vavassori ha poi ricordato che l'Anfia sta proponendo insieme al Governo Meloni già oggi un Piano europeo decennale di aiuto al rinnovo del parco europeo attuale. «È folle – ha concluso – parlare di decarbonizzazione al 2035 e non parlare delle cose che dobbiamo fare adesso».
«Ci sono stati oltre 500 milioni di visitatori a Monaco, noi speriamo di raggiungerne qui a Torino almeno altrettanti» – ha concluso.