Una Venere da proteggere

La rarissima orchidea è presente in Piemonte in pochissimi esemplari

Alessandro Marini 15/03/2025
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Cypripedium calceolus
Anni fa, i guardiapraco Danilo Re e Bruno Galino ritrovarono una popolazione di Cypripedium calceolus, il nome scientifico dell’orchidea scarpetta di Venere, all’interno del Parco Natuarle Marguareis. 
Da allora è controllata e monitorata periodicamente per salvaguardarla e verificare che la popolazione sia sempre in salute.
Alcuni esemplari sono stati anche portati nel giardino botanico in quota.
Tuttavia, le stazioni non sono state divulgate a terzi per evitare che vengano raccolte dai collezionisti.
La scarpetta di Venere è una rarissima Orchidea, protetta ovunque dalla legge e che dev’essere rigorosamente rispettata, perchè è sul punto di scomparire dai nostri monti. Si trova qua e là in tutto l’arco alpino, nella zona montana e subalpina. In Piemonte sopravvive ormai in pochi esemplari e in pochissime località. La ragione principale della sua drastica diminuzione è dovuta alla raccolta vandalica a causa della bellezza del fiore.
Per tanto, chi dovesse imbattersi in una di queste bellissime e rarissime orchidee, non la raccolga e non la danneggi, si limiti al massimo a fotografarla, per poi riferire il ritrovamento a chi di dovere e a nessun altro.
La scarpetta di Venere una pianta erbacea perenne dotata di rizoma strisciante e di fusti eretti, alti sino a 40-60 centimetri. Le foglie sono oblunghe, di color verde smeraldo, in numero che varia da tre a cinque per stelo, dotate di marcate nervature. Stelo pubescente e senza ramificazioni.
I fiori sono di solito solitari, ma molto vistosi, dal momento che sono grandi fino a 10 centimetri.
Il labello è giallo dorato, lungo dai 3 ai 5 cm, e dà il nome alla pianta: all’interno è vuoto e ricorda vagamente una pantofola (in greco pedion, in latino calceolus).
Sono strutturati in un primo verticillo esterno di due sepali color bruno violaceo.
Fiorisce tra maggio e luglio.
La pianta cresce soprattutto nei boschi di conifere (per esempio, di Abete rosso) o nei boschi misti di latifoglie fino a 2000 metri di quota e predilige terreni calcarei sciolti. 
Salvaguardare piante come la scarpetta di Venere, ma anche la Paeonia officinalis e l’Allium ursinum è importantissimo per la biodiversità della nostra regione e non solo.
 
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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