Un’antologia su G. B. Beccaria con saggi e lettere

I suoi lavori vennero divulgati e studiati in tutta Europa. Rutrovato un faldone che fu raccolto ad un secolo dalla sua morte

Alessandro Marini 23/11/2024
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Giovanni Battista Beccaria nacque a Mondovì il 3 ottobre 1716 e morì a Torino il 27 maggio 1781. Fu un fisico, matematico e monaco cristiano italiano. 
Inizialmente, si occupò molto di elettrologia ed elaborò la teoria dell’elettricità vendicata, confutata solo successivamente dalle esperienze di Volta. In seguito, trattò anche la meteorologia e l’idraulica.
Beccaria ebbe intensa corrispondenza con Franklin, con il quale condivideva molte idee riguardanti soprattutto l’elettrologia. In seguito ai suoi studi, e alle scoperte di Franklin, furono installati dei parafulmini sulla Basilica di San Marco a Venezia, sul Palazzo del Quirinale a Roma, sotto la sua diretta supervisione, e infine anche sul Duomo di Milano nel 1770.
La sua figura contribuì al rinnovamento scientifico dell’Ateneo torinese del XVIII secolo. 
Per tale ragione, è a lui intitolato il Liceo classico di Mondovì.
A tramandarne gli insegnamenti, ci pensò anche il Conte Prospero Balbo, nato a Chieri nel 1762 e morto a Torino nel 1837. Fu un politico italiano, ministro del Regno di Sardegna, presidente perpetuo dell’Accademia delle Scienze di Torino, nonchè rettore dell’Università di Torino.
Infatti, il Conte redasse di suo pugno un “Indice delle opere edite ed inedite di G. B. Beccaria. Scritto dall’affettuosissimo suo alunno e accortissimo uomo conte Prospero Balbo poi ministro di Stato e presidente della R. Accademia delle Scienze di Torino che fu pur si grande e si buono.”
Tra gli innumerevoli inediti si elencavano: 140 lettere famigliari; Institutiones in physicam expermentalim; Dal fulmine. Sotto questo nome comprendonsi sedici lettere; Introduzioni ad un viaggio chimico-fisico dell’acque termali di Sinai; Memoria intorno alla possibilità… per un totale di 34 titoli almeno al tempo inediti.
Questa raccolta, che inizia raccontando la biografia di Beccaria e continua illustrando tutti i suoi lavori, è stata scritta nel 1872 da un qualche studioso che la indirizzava “Al Generale Francisco Di Borike da Naumbourg in Sassonia”. A riprova che a più di un secolo dalla sua morte, i lavori e le idee del monregalese Giovanni Battista Beccaria continuavano a essere divulgate e studiate non solo in Piemonte, ma in tutta Europa.
 
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