Un’anomalia genetica alla base del successo della razza piemontese

Una storia lunga millenni che dal paleolitico arriva fino a noi

Alessandro Marini 07/03/2025
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La fassona di razza  piemontese è un’eccellenza italiana che è sempre più apprezzata non solo in Italia, ma anche all’estero. Le ragioni dietro al successo sono da ricondurre alle sue proprietà organolettiche uniche, in particolar modo la bassa quantità di grasso, all’incirca il 2,5% del peso totale, che la rednono ideale da consumare cruda.
La sua storia ha radici lontane, anzi lontanissime. Intorno ai 25 o 30 mila anni fa, per questioni ad oggi sconosciute, avvenne una grande migrazione di Zebù che dal subcontinente indiano arrivarono in Europa e nella pensiola italiana e che li portò ad incorociarsi con l’uro, antica razza bovina oggi estinta.
Tuttavia, è interessante la sua storia più recente che di fatto ha permesso alla razza di continuare a prosperare negli allevamenti piemontesi, specialmente nelle province di Cuneo, Torino e Asti che rispettivamente allevano all’incirca il 60%, il 21% e l’8% del totale.
Nel 1886 a Guarene d’Alba nacque, in maniera del tutto casuale, un toro con una muscolatura sopra la media, caratteristica definita “doppia groppa”. Il carattere dell’ipertrofia muscolare è dovuta ad una mutazione del gene che codifica la miostatina, una proteina che limita la crescita muscolare.
Tale avvenimento ha rappresentato uno spartiacque nella storia della Piemontese che inizialmente era votata a una triplice attitudine, lavoro-carne-latte, caratteristiche mantenute per tutto il XIX secolo. Fino alla metà del Novecento, invece, venne allevata specialmente per la produzione di latte, ma aprtire dagli anni Sessanta la produzione di carne divenne lo scopo principale degli allevatori.
La resa al macello media è del 68,2%, ma può arrivare fino al 70% del peso vivo e può aumentare ancora nei vitelloni. Questo è reso possibile dall’ipertrofia muscolare che è associata ad una riduzione percentuale di organi e tessuti, con una conseguente resa maggiore di altre razze. 
Per fare un paragone, la resa della Chianina è ben più bassa, tanto che in media si attesta su una percentuale del 64 o 65%.
 
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