L’aggettivo “emozionante” serve a definire uno stato d’animo? Certamente, specialmente quando a questo termine si può unire la parola “visita”, che riconduce ad un’esperienza che, oltre che con gli occhi, si attua e si vive con la ragione ed anche, se non soprattutto, con il cuore. In effetti è quanto mi è personalmente accaduto di provare -con la massima intensità- lo scorso Martedì 26 Novembre, quando, in un nuvoloso meriggio, sono entrato nell’edificio che ospita le collezioni del Museo Civico Craveri di Storia Naturale, concepito quasi due secoli or sono grazie all’amore per il collezionismo scientifico nutrito da un avvocato e dai suoi figli e diventato poi istituzione museale tra le più conosciute ed attive in provincia, in Italia ed in tutta Europa. Ad attendermi c’è il Curatore Scientifico Rino Brancato, sorridente e disponibile, che in questi giorni di tardo autunno sta lavorando per celebrare degnamente la data del 22 Dicembre 1974, quando il Museo venne (ri)aperto nella sede odierna, scorporato dalle varie raccolte attinenti all’Archeologia, alla Storia dell’Arte ed alla Storia che costituivano, insieme a quelle scientifiche, un eccezionale (anche se a volte un po’ raffazzonato) insieme per conoscere ed approfondire tutti gli aspetti di un territorio e di una cultura. Voluto fortemente dal Prof. Euclide Milano, il Museo Craveri si specializzò negli anni nella storia naturale del territorio braidese e di tutto il Piemonte Sud Occidentale, potendo in seguito contare sulla viva e ricchissima cultura del Prof. Edoardo Mosca, figura di statura eccezionale nell’ambito della ricerca archeologica e storica, e di quella di Padre Ettore Molinaro, attivissimo promotore della branca scientifica del museo stesso. La suddivisione in due parti dell’eterogeneo materiale del museo fu fortemente voluta da Padre Ettore, che appunto il 22 Dicembre del 1974 poteva presentare all’amministrazione ed alla cittadinanza braidese le “nuove” sale ed il nuovo allestimento museale, situato sempre nell’antico palazzo della famiglia Craveri ubicato nell’omonima via. Il Museo Craveri è ora il più importante Museo di Storia Naturale della provincia di Cuneo, ed è in costante ed attivo contatto con importanti istituzioni culturali scientifiche a livello nazionale ed internazionale. Al di là della sua necessaria importanza storica, quello che tuttavia mi colpisce, non appena entro nello spazio museale, è l’emozione ed i ricordi che provo: mi rivedo bambino di nove, dieci anni, che gioca nel giardino di Casa Craveri con il nipote del custode del museo. Rivedo, anche, il museo nella sua eterogeneità, mentre passeggio intimorito nelle sale che ospitano davvero di tutto, un tutto affascinante assai per la mia fantasia e per la mia curiosità. Vedo il Prof. Mosca che parla a bassa voce fumando una delle sue sigarette senza filtro, mentre il mio sguardo spazia nella collezione ornitologica per identificare un raro colibrì od il pellicano di cui mi hanno parlato a scuola. Negli anni ci sono tornato moltissime volte, al museo, per parlare con il Direttore Padre Ettore (sempre troppo indaffarato e generoso del suo tempo) e farmi aiutare nel mio lavoro presso l’altra sezione museale, quella all’epoca (1983-1986) in allestimento presso Palazzo Traversa e da me amatissima. Il cuore però, ripeto, rimane in queste sale dove ora mi trovo con Rino, al quale rivolgo qualche domanda per non perdere l’allenamento da vecchio cronista pensionato:
Com’è la salute del Museo Craveri?
“Attualmente la sua salute, per così dire, è davvero ottima: abbiamo quotidianamente molte classi che vengono a visitare il museo, ed anche la Domenica non mancano tanti appassionati che vengono qui per approfondire i diversi aspetti scientifici qui ben esemplificati, dalla geografia del territorio alle sale dedicate all’ambiente palustre o a quello del Teneré, ben conosciuto a livello internazionale. Pensa che questa sala venne anche a visitarla il vice-ministro della Cultura della Nigeria. Non mancano i turisti ed i curiosi, che rimangono poi molto soddisfatti della visita.”.
Qualche novità nell’allestimento?
“Quello dell’allestimento museale è stato un lungo percorso iniziato a partire dal 1971, anno in cui Padre Ettore divenne Direttore responsabile; prima si è trattato di dividere le due grandi sezioni museali, e poi si è iniziato a strutturare le varie sale. Padre Ettore ha lavorato moltissimo per esporre i vari reperti in modo accattivante, descrivendoli ad uno ad uno in modo esaustivo. Vedi, all’interno dei mobili espositori, i fogli dattiloscritti, vedi le scritte incise sui nastri di plastica colorata con l’etichettatrice dymo? È stato un lavoro durissimo tutto fatto da Padre Ettore che ha richiesto volontà, pazienza e determinazione.”.
Mentre parliamo trascorriamo intanto per le sale disposte sui due piani, sino a giungere ad una ‘Sala Antica’ dove ritrovo l’allestimento di quando ero bambino, con tanto di mobile ligneo che contiene decine e decine di animali imbalsamati. C’è anche una fantastica collezione di colibrì che, afferma Rino, cinquant’anni or sono era ancora una delle più complete in assoluto. Non mancano poi, in un altro settore del museo, le farfalle ed un minuscolo toporagno che mi incuriosisce molto, perché non ne ho mai visto nessuno, vivo.
Le prossime iniziative curate dal Museo?
“Sono lieto di poterti dire, con un ragionevole margine di sicurezza, che a partire dal nuovo anno 2025 il museo sarà sottoposto ad una importante ristrutturazione per poterlo consegnare ancora più efficiente alla città. Si tratta di interventi molto significativi. Prima però, ed esattamente il prossimo 7 Dicembre, è in programma una degna celebrazione del Cinquantenario della sua inaugurazione (di cui riferiamo a parte n.d.r.). Seguirà un doveroso ricordo di Padre Ettore ed un concerto, nel Coro della chiesa di S.Chiara, con musiche di Bach, Chopin e Debussy eseguite da Leonardo Platini, al flauto, e da Domenico Boggione al pianoforte.”.
Rino mi ha ancora raccontato tantissimi fatti accaduti al museo, mentre i miei occhi ripassavano con lo sguardo insetti rari, un uovo di struzzo, volatili africani, due lupi molto grandi e tantissime altre rarità presenti nel Museo Craveri. Insieme, sicuramente, ai respiri ed alle vibrazioni di me bambino insieme ai miei compagni di scuola, tutti contenti di giocare nel giardino magico di Casa Craveri, nei mitici anni Sessanta del ‘900.
Le celebrazioni si terranno sabato 7 dicembre
Sabato 7 dicembre 2024, a partire dalle 15.30, verrà celebrato l’importante anniversario della rifondazione del Museo Craveri con una speciale visita guidata alle sale accompagnati da Domenico Brizio, Roberto Tibaldi e Rino Brancato che illustreranno come, in mezzo secolo di storia, il «Craveri» sia diventato oggi uno dei più importanti Musei Naturalistici del Piemonte.
A seguire, in ricordo di Ettore Molinaro, storico direttore e fautore della rinascita del Museo, nel Coro di Santa Chiara si svolgerà un concerto dedicato con musiche di C.P.E. Bach e J.S.Bach, Chopin e Debussy, eseguite da Leonardo Platini al flauto e Domenico Boggione al pianoforte.
L’evento è organizzato in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei di Bra e l’Associazione Ettore Molinaro - Amici di Santa Chiara e terminerà con un piccolo rinfresco. Ingresso gratuito.