A tavola con Puccini

Un interessante saggio musical-gastronomico di Andrea Maia

Bruno Baudissone 29/09/2024
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Giacomo Puccini

Fra le numerose iniziative atte a ricordare il centenario della morte del compositore Giacomo Puccini – avvenuta a Bruxelles il 29 novembre 1924 – si inserisce a pieno titolo il saggio di Andrea Maia “Fagioli al fiasco per Giacomo Puccini - A tavola con il grande compositore”, inserito nella ricchissima collana “Leggere è un gusto!” promossa dalle edizioni Il leone verde di Torino. 
Come nei precedenti libri dedicati a Mozart e Rossini, lo scrittore di Niella ripercorre la parabola artistica e umana del musicista lucchese, proponendo in ogni capitolo le ricette dei manicaretti preferiti dal maestro. Veniamo così a conoscere i gusti semplici, e particolarmente legati alla cucina toscana, che scandivano le giornate di Puccini: appassionato cacciatore, amava i piatti di selvaggina, ma non disdegnava cibi più poveri, come il minestrone alla milanese, che gli ricordava gli “anni di bohème” quand’era studente a Milano, o i fagioli al fiasco, che gustava nel convento dove sua sorella era badessa.
     Il professor Maia, da uomo di grande cultura (non solo musicale), ci invita però, attraverso le 116 pagine del suo libro, a (ri)scoprire la bellezza delle opere pucciniane, dalle giovanili Manon Lescaut e Bohème all’incompiuta Turandot, attraverso capolavori come Tosca, Madama Butterfly, La fanciulla del west, il Trittico e La rondine. In particolare, l’autore sottolinea come le numerose avventure sentimentali di Puccini – che, oltre alle predilette donne, amava la caccia, il fumo e le automobili – si riflettano nei personaggi femminili delle sue opere, dalle parigine Mimì e Musetta alle esotiche Cio Cio San e Liù. Donne legate, in genere, da un amaro destino, che le conduce alla morte, ma anche da legami affettivi d’impronta maschilista, di cui lo stesso Puccini era protagonista con le sue amanti.
Raccomando la lettura di questo saggio in questo anno commemorativo perché, con un’invidiabile capacità di sintesi, Andrea Maia riesce a coniugare gastronomia e arte musicale, portandoci a conoscere, se ancora ce ne fosse bisogno, la grandezza del compositore lucchese. Un invito, quasi, a non soffermarsi sul trito e ritrito “Nessun dorma” (cantato dal tenore in Turandot), spesso ridotto a livello di canzonetta, ma ad allargare lo sguardo, e soprattutto l’orecchio, alle incantevoli melodie di cui Puccini fu autore (ricordo che tutte le opere del musicista, in audio e in video, sono reperibili su You Tube). 
     Buona lettura, dunque, e buon ascolto!

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