"La poesia non è una cosa per giovani", Christian Olcese ride (e fa ridere) sugli stereotipi

Venerdì sera a Spotorno lo spettacolo del giovane regista genovese che regala folgoranti battute, ma fa anche riflettere

20/03/2025
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Christian Olcese, giovane poeta e regista genovese classe 1995, vuole provare a ironizzare sugli stereotipi riservati alla poesia. E lo fa con il suo spettacolo «La Poesia non è una cosa per giovani, andare a capo non vuol dire fare poesia», con la regìa di Massimo Olcese, noto attore, comico genovese. Domani sera alle 21  alla Sala Convegni Palace di Spotorno sarà in scena con le sue folgoranti battute del tipo: «scrivi poesie? Chi sei? Giacomo Leopardi?», oppure «sei un poeta! Soffri?», o ancora «sei un poeta, si, ma quale è il tuo lavoro vero?». Christian ama la poesia, e vuole avvicinarla ai ragazzi. Ad accompagnare Christian ci sarà Ettore Scarpa, attore torinese di cinema e teatro. Scarpa è la coscienza di Olcese, la sua parte pratica, terrena, commerciale. Il poeta, uomo sensibile, innamorato dei suoi sentimenti, si scontra con la sua parte consumistica, quella che gli ricorda che bisogna fare soldi per mangiare e sopravvivere. Di qui una serie di sketch divertenti, tipo, appunto, l’interpretazione di alcune poesie famose come Il Cinque Maggio o A Silvia, come non le avete mai ascoltate. 

Christian, dici che la poesia non è roba da giovani, però tu che sei giovane la ami molto, e cerchi di farla amare anche dal tuo pubblico... 
"In realtà questo mio spettacolo non parla di poesia scritta, non è un reading poetico. Affronta il tema della poesia con mie riflessioni intime, con giochi, recitati dalla parte attoriale che è in me, Ettore Scarpa, con l'aiuto della musica, una chitarra elettrica, suonata da Simone Arnaldi. Non vogliamo fare spiegoni sulla poesia, vogliamo provare a farla vivere alle persone che verranno a vedere lo spettacolo. Per questo dico che la poesia è per i giovani ma anche per tutti. È difficile, in questa società, riuscire a trovare poesia perché spesso è nascosta in piccoli momenti che passano e che  chissà quando torneranno".

Quindi credi che far sorridere grazie alla poesia sia un modo di farla conoscere di più?
" Si, certamente. Il prologo che faccio è molto ironico, mi autoprendo in giro, ad esempio. Attraverso la risata si può riflettere. Lo spettatore ride, è leggero ma nel contempo recepisce informazioni diverse, che sfuggono dall'ordinario. Mi viene in mente, ad esempio, Gigi Proietti. Faceva ridere tutti, ma tutti i suoi monologhi o barzellette contenevano verità. La poesia viene vista di per sé come un'arte per anziani, per svecchiarla serve l'ironia".

Come ti è venuta l'idea dello spettacolo?
" È successo che a settembre scorso, il comune di Albissola Marina mi ha chiesto di fare delle letture di poesia in piazza. Ricordandomi però delle letture di alcuni attori, visti ad alcuni festival, che interpretano invece di leggere una poesia, ho pensato che avrei dovuto creare un vero e proprio spettacolo che diventasse, almeno spero, un po' il mio manifesto artistico. E quindi eccomi qua! Ho così poi chiamato Ettore Scarpa, con quale avevo già fatto un mio cortometraggio, e da lì è nata l'idea.  Io faccio anche film, appunto teatro, documentari, scrivo romanzi,  ma la poesia è la mia arte. Io mi esprimo in poesia, contamino tutto quello che faccio con la poesia. La mia è una specie di crociata poetica. Non esiste momento migliore per parlare di poesia. Questo sistema un po' ci inaridisce, si è perso il gusto per il mistero. La poesia è per me, essenzialmente, mistero. Non voglio capirla fino a in fondo".

Parliamo del tuo pubblico... quali sono le sue reazioni? E, soprattutto, quale tipo di pubblico hai?
"Le reazioni del pubblico sono positive. Il pubblico ha bisogno di poesia, lo vedo, lo percepisco. Non è vero che tutto il mondo è piatto. La gente ha voglia di proposte nuove, che escano un po' dagli schemi. Allo spettacolo ho visto gente ridere, ballare, commuoversi. Sul finale, ad esempio, leggo un mio monologo sull'amore che nutro verso la poesia e la gente si commuove e io sono contento. Questo è importante, è utile. Una signora, l'altra volta a Genova, finito lo spettacolo mi ha detto: questo spettacolo è importante, ne abbiamo bisogno. Mi è piaciuto quando hai parlato della tua proposta di cambiare il nome vita in amore perché noi tutti amiamo, se no non ci alzeremmo del letto, resteremmo a dormire. Ecco, questi sono i commenti che mi danno gioia, speranza e grinta per continuare. Il pubblico che assiste è molto vario. Ho visto anche giovani, giovanissimi in sala. Bene, speriamo di arrivare veramente a tutti".

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