"Sono il sindaco dei liguri e li farò vivere meglio"

Intervista al presidente della Regione, Marco Bucci, dalla sanità ai rapporti con l'opposizione fino ai progetti per il 2025

Monica Bottino 02/01/2025
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Il presidente di Regione Liguria, Marco Bucci
Solo due giorni fa, il 31 dicembre, l’abbiamo inserito tra i liguri del 2024 che si sono distinti nella loro attività, ma per Marco Bucci l’aver conquistato il ruolo di presidente della Regione non è un risultato, bensì un punto di partenza.  Il governatore fa solo un leggero cenno con il capo e lancia uno sguardo che va inteso come un sorriso. Non sono queste le cose cui tiene particolarmente, e anche se sa bene che sarebbe stato difficile trovare nomination più degne della sua, preferisce chiarire subito che anche il mandato in Regione dovrà puntare a ben altri risultati.
Presidente, è certo platonico, ma non le piace proprio come titolo?
«Mi piace molto di più il titolo che vi ho dato io».
Scusi?
«In campagna elettorale, in risposta a una vostra intervista, dissi che la gente che incontravo mi chiedeva di essere il sindaco dei liguri. È diventato il titolo di quell’intervista. Quello mi è piaciuto tanto perché lo sentivo vero. Ed è diventato il mio punto di riferimento».
Uno slogan fortunato.
«Per me non è uno slogan, è un modo di essere amministratore, come civil servant più possibile vicino ai cittadini, come lo sono i sindaci. Per questo non è neppure una questione di fortuna, i liguri hanno apprezzato questa impostazione».
Perché non sia uno slogan, però, dovrà metterlo in pratica.
«Lo sto già facendo. Mi sono imposto che almeno una volta al mese farò visita alle nostre province, per parlare con il territorio, per ascoltare i sindaci, gli amministratori, gli imprenditori, i cittadini. Ho iniziato con Savona e La Spezia, sarò presto nell’Imperiese, ma continuerò a girare. La regione è un po’ più grande di Genova, quindi i liguri vedranno il loro sindaco a intervalli solo un po’ maggiori, ma che non dimentica le promesse».
A proposito di promesse: la sanità è la più difficile da mantenere?
«Mah... quella l’ho già mantenuta. Ricorda cosa avevo detto? Che i primi provvedimenti sarebbero stati le nomine dei commissari alla realizzazione degli ospedali: fatto». 
Però ora bisogna avviare i cantieri.
«Fatto anche questo. Prendiamo il caso del Felettino. Quanti anni è che deve partire? Abbiamo ottenuto la certificazione da Rina Check, fatto l’affidamento da parte di Asl e il cantiere è partito. Ora ogni commissario seguirà passo passo la struttura che gli è stata affidata, per non perdere un solo giorno, anzi semmai guadagnandolo».
 La nomina dei commissari a pagamento ha creato un po’ di polemiche però.
«Le polemiche dei soliti noti, quelli del no a tutto. Quelli che protestano anche sulle cose indispensabili e mai una volta avanzano una proposta alternativa. I soldi necessari a pagare il lavoro dei commissari saranno ricompresi nelle spese di realizzazione dell’opera».
Con l’opposizione sono state subito scintille. Persino sull’orario del consiglio regionale.
«Non sull’orario, sul suo rispetto. È una questione di serietà. Ho profondo rispetto di chi la pensa diversamente e l’ho detto più volte in aula. Quello che non accetto sono gli insulti, le menzogne e la maleducazione, come ad esempio quella di interrompere chi sta parlando. Su queste cose non transigo».
L’opposizione parlava di un buco di 250 milioni, forse più, per la Sanità. Lei di un «buchetto». Chi dice le bugie?
«Abbiamo detto una bugia tutti. La mia però è un po’ più piccola, perché il buco lo abbiamo azzerato, quindi non c’è neppure più un buchetto».
Adesso però sia sincero: le manca fare il sindaco?
«Se devo essere sincero, come faccio a dire di no? È stata un’esperienza bellissima, che mi ha permesso di restituire alla mia terra un po’ di quello che mi ha dato. Ma sono contento che Genova possa comunque contare su una persona capace di portare avanti un lavoro importante».
 Farà il tifo per il suo ex vice, Pietro Piciocchi?
«Il tifo lo faccio per Genova, quindi farò il possibile, non solo il tifo, perché la città abbia un sindaco capace come lui».
E con Toti il rapporto com’è? 
«Ottimo, come con tutti gli esponenti della maggioranza. Lui in particolare mi ha lasciato una Regione Liguria che ha raggiunto ottimi risultati e i liguri lo hanno testimoniato con il voto».
Non era facile rivincere, dopo tutto quello che è successo. Lei ci credeva?
«Non ci credevo, ne ero sicuro. I liguri non volevano tornare indietro». 
In poche settimane di mandato, ha avuto incontri con il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio. Cosa le hanno detto?
«Il presidente Mattarella ha voluto inviare tramite i rappresentanti istituzionali ai cittadini i propri auguri, che volentieri porgo ai liguri. È sempre un piacere incontrare il Capo dello Stato.  Con Giorgia Meloni abbiamo condiviso le strategie per lo sviluppo della Liguria e ci siamo confermati identità di vedute e stima reciproca. Come con il vice premier Salvini».
Iniziamo un nuovo anno, lei che augurio fa ai liguri?
«Che possano vivere in una Liguria più piacevole, capace di soddisfare le loro esigenze».
È una promessa? Si ricordi che la deve mantenere.
«Certo, la promessa è che faremo vivere i nostri concittadini in una Liguria più piacevole».
Come, però?
«Beh, è il senso dell’obiettivo del mio mandato. Sapete che mi piace parlare con i fatti. Quindi dico che nel corso dell’anno presenterò ai liguri i fatti. E come è giusto che sia, li valuteranno loro. Per adesso mi sembra li abbiano apprezzati».
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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