Cresce il numero di condanne legate ai crimini ambientali, come dicono i numeri che sono stati presentati dalla presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, Alice De Marco, ieri nella Commissione Legalità del Consiglio regionale.
Il rapporto Ecomafia 2024 registra 1359 reati, 1262 persone denunciate, 20 arresti e 236 sequestri, con alcune province più colpite: Torino con 289 reati accertati, 203 persone denunciate, 10 arresti e 88 sequestri. Cuneo con 221 reati, 190 denunce e 16 sequestri. Alessandria con 114 reati, 104 denunce e 15 sequestri. Il Piemonte è all'ottavo posto a livello nazionale per reati nel ciclo dei rifiuti. Per quanto riguarda gli incendi negli impianti di trattamento rifiuti, la Regione è al quinto posto con 123 incendi dal 2013 al 2024, pari all'8,4% dei casi nazionali.
Anche la l'illegalità nel ciclo del cemento ha numeri significativi: 533 reati nel 2023 (decimo posto nazionale), in aumento del 13,7% rispetto al 2022. Crescono inoltre nel 2023 i fenomeni illegali accertati nell'agroalimentare: l'attività ispettiva svolta dai Carabinieri nell'ambito del contrasto al caporalato, avviata nell'aprile 2023, ha individuato un quadro diffuso di sfruttamento nelle Langhe.
Il comandante dei Carabinieri forestali del Piemonte, Valerio Cappello, ha spiegato che i rifiuti sono un settore a basso rischio con pene molto meno alte rispetto ad altre attività criminali. Lo stesso vale per la massimizzazione del profitto che deriva dai tagli fino al 50% sulla sicurezza sul lavoro e la sicurezza ambientale con l'effetto deleterio dell'abbassamento dei prezzi, che permette a chi opera nell'illegalità di fare concorrenza sleale.