Per il terzo anno consecutivo PoEM è stata ospitata dal Teatro Antico di Segesta portando in scena Antigone e i suoi fratelli.
Una rappresentazione che ha raccolto molti consensi, in primis quelli del teatro ospitante, che ha commentato così il debutto dello spettacolo:
«Nonostante la sfida con il tempo incerto, il Teatro Antico di Segesta si è illuminato con “Antigone e i suoi fratelli” di Gabriele Vacis e PoEM, che analizza i dilemmi eterni di giustizia, potere e libertà, interpretato dai giovani attori della scuola di Vacis… Partendo da Euripide e Sofocle, lo spettacolo ci interroga ancora oggi con domande universali: per cosa siamo disposti a morire? e, soprattutto, per cosa vale la pena vivere?»
Lo spettacolo è stato dedicato a Marah, la giovane arrivata da Gaza il 14 agosto per ricevere cure in Italia e morta sul suolo italiano, vittima della fame e del conflitto. Queste le parole scelte per spiegare le ragioni di questa dedica:
«Ieri sera, a Segesta, ancora più gente. E anche ieri sera alla fine tutti in piedi ad applaudire. Allora Letizia ha detto: lo spettacolo di oggi la vogliamo dedicare a Marah che a vent’anni è morta di fame all’ospedale di Pisa. Lei era arrivata da Gaza il 14 agosto per ricevere delle cure. È morta sul suolo italiano ma è a Gaza che è stata uccisa. Questo spettacolo è per lei e per tutte le vittime di questo genocidio».
La rappresentazione conclude la trilogia inaugurata con Prometeo e I Sette a Tebe, già applaudita dal pubblico per l’intensità emotiva e la profondità dei temi trattati.
PoEM – Potenziali Evocati Multimediali – è un’impresa sociale nata dalla Scuola per Attori del Teatro Stabile di TORINO e guidata dal regista Gabriele Vacis, originario di Settimo Torinese. Fondata tre anni e mezzo fa, PoEM è molto più di una compagnia teatrale: è un laboratorio vivo, in cui giovani attori costruiscono un gruppo basato sulla cooperazione, sull’ascolto e sul lavoro condiviso, lontano da logiche di competizione spietata.
Come racconta Vacis, «la costruzione di un gruppo, fondato sulla cooperazione invece che sullo sgomitare e pestare piedi, spezza le vene delle mani…». Nonostante le difficoltà, PoEM ha scelto di non chiedere finanziamenti, provando a vivere del proprio lavoro. E, sebbene con grande fatica, l’impresa sociale sta continuando il suo percorso. PoEM utilizza il teatro per esplorare temi di grande attualità, come l’omosessualità e la famiglia tradizionale, destrutturando testi classici per stimolare riflessioni profonde e promuovere l’inclusione sociale.
La compagnia si distingue anche per la capacità di fondere linguaggi teatrali e multimediali, creando spettacoli capaci di coinvolgere il pubblico in esperienze emotive e culturali intense.
Vacis sottolinea l’importanza delle collaborazioni con realtà come il Teatro Stabile di TORINO, che ha prodotto e produrrà gli spettacoli di PoEM per i prossimi due anni, e con Artisti Associati di Gorizia, che gestiscono con pazienza anche le intemperanze della compagnia. Fondamentale è anche il pubblico, che riconosce la qualità del lavoro e sostiene l’impresa sociale.
Attualmente PoEM è composta da una dozzina di giovani attori, un gruppo che cresce giorno dopo giorno, sperimentando, costruendo e confrontandosi con testi classici e contemporanei. L’obiettivo è chiaro: fare del teatro uno strumento di dialogo, inclusione e riflessione, senza rinunciare alla qualità artistica.
Con radici a Settimo Torinese e uno sguardo internazionale, PoEM rappresenta una delle esperienze più innovative del teatro contemporaneo italiano, dimostrando che il lavoro cooperativo, la passione e l’impegno sociale possono trasformare il teatro in una vera impresa culturale.