I numeri che danno i voti ai parlamentari liguri

Assenteisti, sempre presenti, ribelli: ecco cosa fanno i nostri eletti a Camera e Senato

Diego Pistacchi 05/09/2024
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La Camera dei Deputati
I numeri del Parlamento promuovono i rappresentanti della Liguria. In questa legislatura non sembra valere il luogo comune dei politici sfaticati e, per quanto a volte certi indicatori debbano essere spiegati e ponderati, i cittadini possono essere nel complesso soddisfatti di quanto gli eletti stanno facendo a Roma. A offrire uno spaccato dell’attività parlamentare attraverso i numeri è il portale openpolis.it, che ovviamente non possono fornire una valutazione sul gradimento delle scelte fatte, ma quantomeno sull’impegno dimostrato.
I dieci deputati e i cinque senatori hanno (con un’unica eccezione) una percentuale di presenze alle votazioni (quelle elettroniche aggiornate a fine 2023) superiori alla metà. Il birichino di turno risulta essere il leghista Francesco Bruzzone, che risulta aver schiacciato il bottone solo 3.074 volte, con una percentuale di presenza pari al 38,9%. Ovviamente non significativo il dato sulle presenze in aula del collega di partito Edoardo Rixi (appena il 3,2%), perché essendo membro del governo come vice ministro dei Trasporti, è stato molto spesso in missione (nel 95% dei casi) abbassando quindi a un minimo 1.8% i casi in cui non ha votato senza motivo. Per contro però Bruzzone è uno dei più prolifici dal punto di vista della produzione di iniziative legislative di cui è primo firmatario (6 in totale, primo tra i deputati liguri, quarto se si considerano anche i senatori).
La palma del partito più presente spetta senza ombra di dubbio a Fratelli d’Italia. Vive praticamente in Senato Gianni Berrino che vanta un 99,9% di presenze alle votazioni, ben 5037 volte era aò suo scranno quando è stato chiamato in causa. Alla Camera, dove le votazioni sono state molte di più, sono i «fratelli» Maria Grazia Frijia e Matteo Rosso ad essere da record, rispettivamente con il 96,2% e il 95,3% delle presenze, pari a 7.600 e 7.530 votazioni. Menzioni le meritano anche Roberto Bagnasco, di Forza Italia con l’83,6% delle presenze, e Valentina Ghio, del Pd, con l’83,2%. L’unico che si avvicina alla soglia della metà delle votazioni è Luca Pastorino, tornato nel Pd, che probabilmente rinuncia spesso alle presenze romane  (59,2%) per ottemperare maggiormente al suo ruolo di sindaco diBogliasco.
Tornando al Senato, invece, tutti i rappresentanti liguri sono encomiabili: superano tutti e cinque la soglia del 90% delle presenze al voto. Senza voler nulla togliere ai parlamentari, va detto che a Palazzo Madama la differenza tra maggioranza e opposizione è più risicata e quindi inevitabilmente in ogni seduta è più richiesta la partecipazione. Comunque onore al 99% di presenze di Lorenzo Basso (Pd), al 97,2% di Stefania Pucciarelli (Lega), al 94,2% di Luca Pirondini (M5S) e al 90,2% di Roberto Menia.
La presenza ovviamente non è tutto. Conta anche il «peso» che un eletto ha a Roma. Qui il portale Openpolis.it ha studiato un coefficiente che studia la «forza parlamentare». Dipende dai ruoli che deputati e senatori ricoprono e quante la loro attività è in grado di incidere, tanto per la maggioranza quanto per l’opposizione. Il valore ovviamente è diviso per il numero dei componenti della camera di appartenenza, quindi si parla di quote da zerovirgola e per i deputati sono inevitabilmente più basse. Il ligure più «influente» dell’opposizione (che ha meno incarichi che ottengono quindi un peso specifico maggiore) è il pentastellato Roberto Traversi, cui viene attribuito una forza pari a 0.51, 45° tra tutti i deputati italiani. Per la maggioranza è invece Ilaria Cavo, di Noi Moderati, con lo 0,33 a essere il deputato più «forte» della pattuglia, l’81° sui 400 in totale.
Al Senato in testa Roberto Menia (0.57) che la spunta sullo 0,55 di Lorenzo Basso. Il senatore di Fratelli d’Italia vanta anche il record di approvazione di disegni di legge di cui è stato primo firmatario: 2 sui 9 presentati.
Una curiosità, ma neppure troppo, è quella relativa ai «voti ribelli». Tutti i parlamentari liguri (manca solo il dato di Luca Pastorino) hanno disatteso qualche volta l’indicazione data dal partito. Si tratta spesso di questioni in cui non ci si gioca la sopravvivenza del governo o comunque di provvedimenti di di vitale importanza, eppure a volte i voti in dissenso arrivano anche su norme relative al codice della strada, alle sanzioni, a scelte sanitarie. Il Pd detiene entrambi i primati, sia quello del deputato più indisciplinato (Andrea Orlando con ben 76 voti ribelli) sia di quello più coperto e allineato agli ordini di scuderia (Valentina Ghio con appena 2 disobbedienze). Pronti a fare valutazioni «personali» anche Roberto Bagnasco (Forza Italia, 74 volte) e Roberto Traversi (M5S, 35). In Senato, con meno votazioni nel complesso, spiccano in testa alla classifica dei «ribelli» a parimerito Roberto Menia di Fratelli d’Italia e Lorenzo Basso del Pd, con 37. Per il resto si registrano solo poche, saltuarie eccezioni.
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AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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