Regione fa il punto su stagione tartufi, sono meno ma qualità ottima
I cambiamenti climatici hanno lasciato il segno su un prodotto particolarmente sensibile
Ottima qualità, ma quantità meno abbondante del previsto. La prima stagione “normale” del tartufo dopo due annate contrassegnate dalla siccità (con dieci mesi senza pioggia) dimostra che i cambiamenti climatici hanno lasciato il segno su un prodotto particolarmente sensibile agli effetti di un clima malato come il prezioso Tuber magnatum Pico.
La conferma è arrivata dalla Consulta regionale per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno che l’assessore Marco Gallo ha riunito ad Alba alla vigilia della chiusura della 94esima “Fiera internazionale del tartufo bianco”. Una sorta di stati generali della tartuficoltura piemontese, con rappresentanti delle province di Alessandria, Asti e Cuneo e della Città metropolitana di Torino, delle associazioni dei trifolao, del mondo della ricerca e, ancora, del Centro Nazionale Studi Tartufo.