Barengo, sequestro preventivo per un impianto di trattamento rifiuti inerti

Dalle indagini dei forestali è emerso che l’impianto, negli ultimi anni, avesse ricevuto, trattato e reimpiegato in opere varie, oltre 10.000 tonnellate di rifiuti

10/11/2025
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I Carabinieri forestali di Gozzano, con il supporto dei Nuclei di Oleggio, Carpignano Sesia e Novara, hanno dato esecuzione a provvedimenti di sequestro preventivo emessi dal Gip di Novara nei confronti di un impianto di trattamento rifiuti inerti di Suno e di un terreno in Barengo adibito a discarica.

Contestualmente ai sequestri, sono state eseguite perquisizioni presso l’impianto e presso la sede legale della ditta in Borgomanero (NO) al fine di acquisire documenti utili alle indagini. E’stata infine acquisita documentazione tecnica presso gli Enti Amministrativi competenti. 

L’attività disposta dalla Procura di Novara scaturisce da indagini svolte dal Nucleo CC forestale di Gozzano a partire da un controllo su strada di rifiuti inerti trasportati.

Da alcune anomalie riscontrate nei documenti di trasporto del materiale, i CC forestali hanno avviato degli approfondimenti sull’impianto dal quale proveniva il “materiale” trattandosi di impianto autorizzato a ricevere rifiuti inerti di varia natura (terre e rocce da scavo e macerie da demolizione) non pericolosi per trasformarli, a seguito di trattamento ed analisi, in materiale recuperato - cd. “aggregato riciclato” - utilizzabile in edilizia.

Dalle indagini è emerso che l’impianto, negli ultimi anni, avesse ricevuto, trattato e reimpiegato in opere varie, oltre 10.000 tonnellate di rifiuti inerti senza aver mai effettuato le dovute ed obbligatorie analisi che ne escludessero la pericolosità, come prescritto nella Autorizzazione Provinciale al Trattamento, e come necessario per la corretta classificazione del materiale “recuperato” in “aggregato riciclato” liberamente utilizzabile. Secondo quanto emerso dalle indagini, i materiali in uscita dall’impianto avrebbero pertanto mantenuto lo “status” di rifiuti che, in assenza di appositi controlli analitici, possono risultare anche pericolosi.

Oggetto di provvedimento di sequestro, oltre all’impianto di trattamento rifiuti, anche un terreno di proprietà della ditta, sito in Barengo, che è stato oggetto di conferimento di ingenti quantitativi di materiale con finalità di “ripristino ambientale” . Per gli investigatori, l’operazione di ripristino sarebbe fittizia e costituirebbe invece  una modalità artificiosa di “disfarsi” di materiale in esubero presso l’impianto.

 

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