Droga nei vicoli, oggi è tutto come l’altroieri

La maxi retata della Locale è «ordinaria amministrazione». Traverso (Siap): «Serve nuovo approccio»

Monica Bottino 13/10/2025
Immagine 557811365_122271223796034295_181408 (3383908).jpg - {Immagine 557811365_122271223796034295_181408 (3383908).jpg} - [130647]
La maxi operazione della polizia locale di Genova, che ha sgominato una banda dedita allo spaccio, gestita da una coppia di africani, mettendo a segno 20 arresti e una trentina di denunce, non cambia la realtà del centro storico. Il Comune ne ha dato notizia come di un cambio di passo amministrativo-politico, ma in realtà non è proprio così. E non solo perché le indagini sono partite mesi fa, prima dell’insediamento della nuova sindaca, ma soprattutto perché fermare una ventina di spacciatori è come intaccare il problema, non certamente affrontarlo alla radice. «Genova ha un problema di sicurezza urbana, e non da oggi», dice Roberto Piccardo, segretario Nazionale Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia) e segretario generale provinciale del Siap a Genova. «L’operazione alla quale ieri è stato dato ampio risalto mediatico è certamente un passaggio importante - continua Traverso - ed è bene che l’Autorità Giudiziaria applichi le misure cautelari e le forze di polizia le eseguano, dopo indagini attuate da chi ha la possibilità di farle, ma non raccontiamola come un “cambio di passo”, perché di fatto ricalca lo stesso schema che abbiamo visto per anni durante l’amministrazione Bucci, prima con l’assessore Garassino e poi con l’assessore Gambino. E che secondo noi non è corretta».
Secondo il sindacalista esiste un problema di numeri. «Di fronte ad un Corpo di Polizia Locale del Comune di Genova che dopo le assunzioni volute dall’ex sindaco Marco Bucci, supera incredibilmente il numero degli organici provinciali della Questura, compresi i sette commissariati di Genova e anche quelli di Chiavari e Rapallo, è naturale che la Procura della Repubblica si rivolga alla Municipale - continua Traverso - Ben venga la collaborazione con i colleghi della Locale, ma per fare le indagini non possono che avvalersi delle Forze dell’ordine, dunque Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, perché non possono accedere autonomamente alle banche date investigative». L’operazione dell’altro giorno è stata «il completamento di un percorso investigativo disposto dalla Procura, come accade sempre quando le forze di polizia - Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e, dove previsto, anche la Polizia Locale - chiudono le fasi operative di un’indagine che in questo caso è partita per una segnalazione fatta alla Polizia Locale a Sampierdarena». «La verità è che questa operazione molto pubblicizzata non rappresenta un cambio di modello per la sicurezza urbana a Genova - sottolinea Traverso - ma è  la prosecuzione di ciò che già avveniva negli anni scorsi. E quei metodi, lo abbiamo visto, non hanno prodotto risultati strutturali sulla sicurezza urbana. Se davvero vogliamo cambiare passo, allora bisogna costruire un coordinamento strategico vero e non ripetere la solita narrazione mediatica che crea aspettative, ma non modifica l’impianto del sistema sicurezza sul territorio». Secondo il Siap la Polizia Locale non può essere impiegata solo «a intermittenza su attività investigative, perché per legge non dispone degli strumenti completi di accesso alle banche dati necessarie per sviluppare in autonomia indagini complesse. Il suo contributo diventa utile soprattutto se viene inserita stabilmente nella sicurezza urbana di quartiere, accanto alle funzioni dei Commissariati e delle altre forze dello Stato, con ruoli chiari e complementari». Il primo passo dovrebbe essere  rafforzare le sezioni della Locale nei Municipi, in modo da supportare i Commissariati e le Stazioni dei Carabinieri nell’attività amministrativa come controlli licenze commerciali, contratti di affitto, daspo urbani e e anche  controlli di tipo investigativo. Questo per dare una risposta al territorio». Nel centro storico non c’è solo il problema della droga, con il «Rivotril», il farmaco a basso costo (ansiolitico e antiepilettico), che da circa un anno è arrivato nelle piazze di spaccio, affiancandosi a cocaina, crack, hashish, marijuana e metanfetamine. Il degrado sociale racconta di giovani ragazzi e ragazze che si prostituiscono nei portoni o dietro alle auto per una dose, di sbandati pronti a tutto per due spiccioli e bande di minori, spesso stranieri, che stanno diventando la piaga più pericolosa, con vere e proprie aggressioni. «Serve mettere a punto una rete sociale - dice Traverso - perché i minori stranieri non accompagnati non finiscano in quelle di adulti che delinquono e se ne servono». Ecco, i minori stranieri non accompagnati. Bisogna gestire l’accoglienza, investendo davvero nelle strutture, che vanno controllate, perché devono far andare a scuola i ragazzi, o impegnarli in un percorso di formazione lavoro e non lasciarli liberi di gironzolare da soli, magari di notte, per la città. Quando diventano facili prede della criminalità organizzata.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
Editore: POLO GRAFICO SPA
Via Giovanni Agnelli 3,
12081 Beinette (CN)
+39 0171 392211
P.IVA: 02488690047

Il Giornale del Piemonte e della Liguria

Il quotidiano on line "Il Giornale del Piemonte e della Liguria web" è il nuovo media della galassia del gruppo Polo Grafico Spa, editore da oltre 25 anni nei territori di Piemonte, Liguria e Regione Paça (Costa Azzurra). Il gruppo edita da oltre vent'anni il quotidiano nella versione cartacea "Il Giornale del Piemonte e della Liguria".

Polografico Spa - P.IVA: 02488690047

Chi Siamo | Contatti | Cookies | Privacy