Garanzie occupazionali superiori ai due anni previsti dall'accordo tra Exor e Tata Motors sull'acquisizione di Iveco. È questa la richiesta avanzata oggi dai consiglieri comunali di Torino durante l'audizione dei vertici aziendali in Commissione.
L'operazione, ancora da perfezionare, prevede la cessione del comparto civile a Tata Motors e quella della divisione militare a Leonardo. Secondo l'azienda, l'acquisizione - che dovrebbe chiudersi entro il primo semestre 2025 con un'Opa volontaria e amichevole - non comporterà chiusure di stabilimenti nè tagli di personale, grazie alla complementarietà dei mercati. Iveco manterrà la sede principale a Torino.
«La priorità - ha spiegato Isabella Macrelli, Iveco - è valorizzare la supply chain locale e garantire continuità. Due anni sono un impegno rilevante in ambito industriale, ma il futuro dipenderà dalla capacità di restare competitivi". In aula, diversi consiglieri hanno espresso preoccupazione. Pierlucio Firrao ha ricordato il caso Magneti Marelli, sottolineando che «due anni di garanzie non bastano: vogliamo capire cosa accadrà nel lungo periodo, per evitare scenari simili a quelli visti in passato». Per Andrea Russi l'assenza di una prospettiva chiara "lascia aperta la possibilita' di centinaia di esuberi: per il nostro territorio due o trecento posti in meno sarebbero gia' un dato enorme".
Anche Claudio Cerrato ha insistito sul valore strategico del marchio per Torino: «La nostra preoccupazione riguarda l'occupazione, l'indotto e la capacità industriale del territorio. Iveco è parte della nostra storia e va difesa». Per Simone Fissolo «non è chiaro se le garanzie di due anni riguardino soltanto i licenziamenti diretti o anche i contratti di fornitura: l'indotto rischia di essere colpito duramente».
Emanuele Busconi ha ricordato che «il ruolo delle istituzioni pubbliche deve essere quello di fare tutto il possibile per preservare i posti di lavoro sul territorio: la Città di Torino deve chiedere l'intervento del Governo».
L'unico fuori dal coro è Silvio Viale, che ha parlato di «teatrino della politica», aggiungendo però che «due anni, pur non essendo sufficienti, sono pur sempre un punto di partenza». La vicesindaca Michela Favaro ha annunciato l'invio di una lettera al ministero delle Imprese e del Made in Italy per chiedere la convocazione di un tavolo con enti locali e sindacati.
«Servono impegni di lungo periodo e una prospettiva di crescita che includa produzione, ricerca e ingegneria», ha dichiarato. Il sindaco Stefano Lo Russo, in un recente incontro con l'ambasciatore indiano, aveva chiesto un contatto diretto con i vertici di Tata Motors.