Siccità in alpeggio, Confagricoltura Cuneo valuta eventuale richiesta di deroga al rientro anticipato dai pascoli

L’associazione ha aperto un confronto con i malgari, in difficoltà per via del difficile andamento climatico in molte zone alpine del Cuneese

28/08/2025
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L’andamento climatico particolarmente siccitoso che ha caratterizzato molte zone alpine del Cuneese sta mettendo in seria difficoltà numerosi malgari, che stanno valutando di scendere a valle con largo anticipo dagli alpeggi per mancanza di erba e di approvvigionamento idrico per gli animali; il rientro anticipato rischia però di escludere molte aziende dall’accesso ai premi della PAC e degli interventi CSR. Preso atto di ciò, Confagricoltura Cuneo ha aperto un confronto con i propri malgari ancora oggi in alpe per valutare a breve, d’intesa con la Regione, un’eventuale richiesta di deroga alla demonticazione anticipata, senza che le aziende vadano incontro a penalizzazioni sui premi comunitari.

“Sulla scia di quanto già concesso ai capi bovini piemontesi non vaccinati per Dermatite nodulare contagiosa presenti sul territorio della Regione Valle d’Aosta, ai quali è stata concessa la possibilità di demonticare anticipatamente a seguito del peggioramento del quadro epidemiologico, potrebbe essere opportuno un simile intervento normativo regionale – afferma il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia – affinché siano riconosciute le cause di forza maggiore per autorizzare il rientro delle mandrie presso le stalle di origine, in anticipo rispetto al periodo di alpeggio precedentemente autorizzato”.

A causa della grave carenza idrica in molti alpeggi, la permanenza dei capi nei pascoli in quota da settimane risulta infatti non più compatibile con le condizioni di benessere animale. “Molti malgari continuano a segnalare la necessità di dover rientrare a valle prima del previsto – prosegue Allasia -. Ormai da tempo l’andamento climatico particolarmente siccitoso e le elevate temperature della stagione estiva mettono a dura prova l’attività in quota dei nostri imprenditori che hanno dovuto fare i conti con la carenza di foraggio causata dal cotico erboso secco, con casi di scivolamento delle vacche al pascolo, obbligate a muoversi su terreni sempre più impraticabili. La situazione, in molte aree, è grave”.

In alpeggio, in effetti, la situazione resta complicata: “In quota ha ripreso a piovere a metà agosto, ma è stato un danno – dice Diego Mustat, allevatore in alpeggio a Elva -. L’erba ormai è secca e marcisce subito, così gli animali si rifiutano di mangiarla, ecco perché per fine settembre saremo già in stalla. Però servirebbe una deroga regionale, per non perdere i contributi della Pac e del Csr che sono fondamentali per la nostra attività. Il clima secco di quest’estate inciderà e non poco sui bilanci aziendali: quest’anno, infatti, le nutrici hanno prodotto meno latte in alpeggio quindi i vitelli svezzati, i cosiddetti mangiarin, risulteranno più leggeri degli anni scorsi, andando a incidere sul prezzo di vendita”.

Aggiunge Andrea Lando, allevatore in alpeggio a Prazzo: “A inizio stagione c’era tanta erba fino a 2mila metri, oltre quella quota ne abbiamo trovata poca e già secca. Quando la neve si scioglie è necessario che piova, ma quest’anno non è accaduto. Le ultime piogge, in alta quota, risalgono infatti a inizio giugno. Ha piovuto, poco, a metà agosto, ma ormai è tardi per risollevare la situazione. Manca addirittura acqua nelle sorgenti più alte. Ravvisiamo la necessità di tornare a valle al più presto per poter foraggiare i nostri animali. Una volta riuscivamo a stare in quota fino a inizio ottobre, ora è complicato arrivare all’ultima decade di settembre”.

Di questi e di altri problemi legati all’attività d’alpeggio, Confagricoltura Cuneo ne discuterà coi propri ospiti e malgari cuneesi in occasione di “Caluma el vache”, tradizionale evento che celebra la chiusura della stagione in quota, organizzato per giovedì 25 settembre a Limone Piemonte.

Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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