Zero vittime sulle strade è l’obiettivo cui punta l’Unione Europea a lungo termine. Un obiettivo ambizioso, fatto proprio dalla Regione Piemonte e dall’Italia, considerando che gli incidenti in auto sono la principale causa di morte nei giovani tra i 15 e i 24 anni.
Nel breve termine, l’Europa si propone la diminuzione del 50%, rispetto ai dati del 2019, di morti e feriti gravi entro il 2030. Il Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale, approvato dall’Italia nel 2022, condivide gli stessi obiettivi.
In Piemonte, il numero di incidenti stradali nel complesso è in continuo calo, con le vittime della strada che sono diminuite del 5,8% dal 2019 e del 26,1% dal 2022 al 2023 (valore 2020 e 2021 condizionato dalla ridotta mobilità causa covid-19). Nel 2023 sono stati registrati complessivamente 10.029 incidenti, con 178 morti e 13.918 feriti. Il tasso di mortalità stradale piemontese (morti sulla popolazione per 100 mila abitanti) è sotto la media nazionale: 4,2 rispetto a 5,2.
Il maggior numero di incidenti in Piemonte si è verificato nelle strade urbane (72,2%), seguite dalle strade extra-urbane (21,2%) e dalle autostrade (6,5%). I decessi per incidente stradale si sono verificati prevalentemente nelle strade extra-urbane (51,7%).
Solo nella Città di Torino (capoluogo) sono ben 2.918 gli incidenti, con 23 morti e 4.131 feriti.
Il maggior numero di decessi coinvolge i conducenti e i passeggeri di autovetture (45,5%), seguiti da motociclisti (27,0%), pedoni (14,6%), ciclisti (6,2%) monopattini (1,7%). L’indice di mortalità dei pedoni risulta in diminuzione rispetto al 2022.
Gli anziani risultano la classe di età maggiormente coinvolta negli incidenti che riguardano i pedoni e rappresentano il 61,5% dei pedoni deceduti (26 in termini assoluti), mentre sono il 14,6% dei morti totali in incidenti stradali.
I pedoni feriti sono stati 1.388, pari al 10% dei feriti per incidente stradale.
Secondo la Regione Piemonte, una visione integrata dell’incidentalità stradale deve guardare simultaneamente agli aspetti connessi alla qualità dei mezzi di trasporto, delle infrastrutture, dei comportamenti sia degli attori istituzionali che degli utenti del sistema stradale, tenendo conto delle problematiche che inducono i conducenti a sottovalutare i rischi e talvolta adottare stili di guida insicuri per sé e per gli altri.
L’approccio basato sul ‘Safe System’, adottato a livello internazionale, ribalta la visione fatalistica secondo cui gli incidenti sono il prezzo da pagare per garantire la mobilità e si prefigge di eliminare le vittime di incidenti e lesioni gravi sul lungo termine.
In particolare, vengono individuate come categorie a rischio: bambini/adolescenti, giovani conducenti, over 65, pedoni, ciclisti, utenti delle due ruote a motore.
La strada, soprattutto nei contesti urbani, è condivisa da un numero elevato di utenti che si spostano con modalità differenti e la condivisione esige rispetto innanzitutto delle regole, ma anche la conoscenza e la consapevolezza dei fattori di rischio e l’adozione di comportamenti ad elevato livello di sicurezza che vanno acquisiti con la sensibilizzazione, la formazione e la repressione/sanzione.
La principale causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 24 anni è proprio l’incidentalità stradale, causata principalmente dall’alta velocità, dalla distrazione, dall’assunzione di alcol o droghe, dalla ricerca di visibilità sui social per esibire comportamenti sfidanti e rischiosi.
Invece, dopo i 65 anni di età, è fisiologico un calo dei riflessi, quindi l’adozione di stili di guida prudenti rappresenta un importante fattore di protezione per se stessi e per gli altri.
La Regione Piemonte ha quindi attivato da tempo la rete ‘Safe Night’, che comprende progetti finalizzati a promuovere stili di vita consapevoli nel contesto del divertimento.
La rete è inserita nel Piano Regionale di Prevenzione, programma 5 ‘Sicurezza nei luoghi di vita’, azione 5.4.
Attraverso un prezioso ‘lavoro di strada’, basato sulla presenza costante degli operatori, vengono così intercettati i fruitori dei luoghi del divertimento (discoteche, locali notturni, feste di paese, grandi eventi, concerti, piazze, rave party, ecc.). Gli operatori sono specificamente formati per instaurare relazioni a legame debole, fornire informazioni e counseling motivazionale breve.
Le attività vanno dall’informazione sui rischi alla promozione dell’empowerment e della consapevolezza del proprio stato attraverso somministrazione di questionari, misurazione del tasso alcolemico, misurazione con picometro, alla distribuzione di alcol test monouso, all’utilizzo del simulatore di guida e di occhiali alcolvista.
Le attività sono rafforzate dall’alleanza con ‘figure chiave’, come i gestori dei locali del divertimento notturno, e dalla costruzione di strategie con enti locali e associazioni dei diversi territori piemontesi.