Sono passati 30 anni dalla più drammatica alluvione che ha colpito il Piemonte. La cronaca, ancora viva nella mente dei piemontesi, riporta numeri impressionanti: 78 vittime, più di duemila feriti, migliaia di sfollati e miliardi di lire di danni.
Dal 3 al 6 novembre 1994 che le province di Asti, Alessandria, Cuneo e in parte Torino furono sconvolte da una violenta ondata di maltempo che scarica al suolo 600 mm di pioggia in sole 48 ore. Pioggia che alimenta i fiumi e crea un'ondata di piena del Tanaro a monte di Garessio, nel Cuneese, che scendendo a valle rompe gli argini in molte aree lasciando dietro di se' devastazione e morti. Il 4 novembre, in particolare, il maltempo che ha colpito la Pianura Padana si accanisce in modo particolare con fortissime precipitazioni nelle province meridionali del Piemonte, ai confini con la Liguria e in particolare nella zona di Acqui Terme.
Nella seconda fase, le precipitazioni si estendono nell'Alessandrino e Astigiano, dove i bacini più colpiti sono quelli del Tanaro, della Bormida e del Belbo. Il 5 novembrele precipitazioni fanno registrare valori compresi tra i 200 e 200 mm in 24 ore. Nella terza fase le forti piogge colpiscono la fascia Prealpina, tra la Val Pellice e la Valsesia. Le precipitazioni si intensificano nella serata di sabato 5 novembre per attenuarsi nella mattinata di domenica. E' la notte più dura: il Tanaro esonda in numerose zone, così come molti suoi affluenti, tra cui il Belbo e il Borbore.
Al mattino, la conta dei danni è drammatica. Alba e Asti sono in gran parte allagate, Alessandria è sott'acqua per il 50 per cento della sua superficie. Intanto, la piena raggiunge nelle prime ore del 7 novembreil fiume Po. In totale, sono 780 i Comuni colpiti, di cui 181 gravemente alluvionati. Interi centri abitati sono isolati e senza luce e gas, ponti crollati, viabilita' in crisi, comunicazioni interrotte. E ancora danni a edifici pubblici e privati, a industrie, esercizi commerciali e all'agricoltura.