Hanno chiuso i cinque uffici postali torinesi coinvolti nel piano di razionalizzazione di Poste italiane. Il Tar del Piemonte ha infatti accolto l'istanza con cui Poste chiedeva di revocare il provvedimento del tribunale amministrativo che aveva, in un primo momento, accolto il ricorso della Città di Torino disponendo, per ragioni di urgenza, di congelare le chiusure delle cinque strutture fino all'8 gennaio.
I cinque uffici sono dunque chiusi al pubblico, come inizialmente previsto, in attesa di un nuovo pronunciamento del Tar il prossimo 8 gennaio.
«Siamo amareggiati per questa decisione. Proseguiremo comunque sulla strada intrapresa – dichiara il sindaco del Comune di Torino, Stefano Lo Russo – e confidiamo che l'8 gennaio, entrando nel merito della questione, il tribunale amministrativo riconosca la necessità di tutelare quello che è un servizio essenziale per i cittadini.
«Quello postale è un servizio primario per la comunità – aggiunge il primo cittadino – e gli uffici presenti nei quartieri svolgono anche una funzione di presidio sul territorio. Per questo abbiamo fatto ricorso al Tar contro il provvedimento di chiusura, nell'interesse dei diritti delle torinesi e dei torinesi, che non possono e non devono vedere scomparire un servizio importante a causa di logiche guidate primariamente da criteri economici».
Per il momento intanto Torino dice addio anche alla ruota panoramica turistica. A confermarlo, in Consiglio Comunale, è stato l'assessore Domenico Carretta in risposta a due interpellanze sul tema dei consiglieri civici Giuseppe Iannò e Pierlucio Firrao. Ripercorrendo i passaggi della vicenda, l'assessore ha ricordato che l'istruttoria si è conclusa a fine novembre, quando la Conferenza dei servizi ha dato parere negativo alla collocazione della ruota, per un massimo di 180 giorni, ai giardini Ginzburg, come previsto dal progetto vincitore del bando pubblico. L'assessore ha poi spiegato che la spesa sostenuta dalla Città per il progetto è stata di circa 11mila euro e che se il procedimento amministrativo si fosse concluso positivamente «non ci sarebbero state spese ulteriori rispetto a quelle relative alla redazione della relazione geologica e all'analisi di compatibilità idraulica», dato che «l'operatore selezionato avrebbe installato la ruota panoramica a sua cura e spese. Si era giunti a individuare i giardini Ginzburg - ha poi precisato - in quanto luogo che, pur essendo centrale, avrebbe consentito alla ruota di avere un ridotto impatto sul paesaggio, tant'è che la Sovrintendenza aveva dato il nulla osta. Non sono state prese in considerazione ubicazioni periferiche poiché sarebbero risultate, dal punto di vista imprenditoriale, meno attrattive per gli eventuali operatori».