Quale è la reale situazione della presenza di persone migranti nel nostro Paese? È stato recentemente presentato nella Sala della Cavallerizza Reale il «XXVI Rapporto dell’Osservatorio Interistituzionale sulle persone straniere nella Città metropolitana di Torino», un documento curato da Ires Piemonte e Università di Torino e coordinato dalla Prefettura del capoluogo che fa chiarezza sul quadro.
In oltre quattrocento pagine è possibile reperire, alcuni dati stridenti rispetto alla narrazione prevalente del fenomeno migratorio. Nel complesso, infatti, il rapporto delinea certamente una realtà sociale complessa, in lenta evoluzione, ma assai più allineata alla 'percezione' della 'pancia della gente' rispetto alle prospettive multiculturaliste spesso sbandierate.
Nel 2014, infatti, le persone extracomunitarie residenti a Torino erano 79.150, per poi aumentare a 86.052 nel 2023. Al contrario, gli italiani erano 760.638 e sono scesi a 725.220 nello stesso lasso temporale. Non sarà politicamente corretto parlare di 'sostituzione', ma i numeri indicano un processo più o meno di questo genere, seppur a una velocità ridotta.
Osservando i dati più da vicino, poi, nel rapporto spicca la cifra delle 135.753 persone straniere che vivono stabilmente a Torino, corrispondente al 15,8% della popolazione residente a fine 2023 (860.973). Si arriva poi a quota 221.169 considerando l'intera Città Metropolitana. Di questi, un consistente 41% proviene dalla Romania. Seguono le bandiere di Marocco (10,4%), Cina (5%), Albania (4,3%), Perù (4,1%), Nigeria (3,7%) ed Egitto (3,3%).
È poi reale la comparsa di una seconda generazione soprattutto di origini extracomunitarie. Infatti, analizzando la concentrazione delle cittadinanze straniere per fasce d'età, spiccano le presenze di nigeriani nella fascia 0-4 anni, di egiziani tra i 5-9 anni e, di converso, di rumeni tra i 45 e i 49 anni.
Nel 2011 gli stranieri regolarmente soggiornanti non toccavano quota 100 mila, ma sono aumentati fino a 140 mila negli ultimi anni, malgrado una robusta flessione nel 2020, coincidente con la pandemia di Covid-19.
Chi riesce ad accedere al mondo del lavoro, nel 75,2% ha un contratto flessibile e a termine. E si ancora ben lontani dalla parità di genere. Infatti, la presenza femminile nei contratti di lavoro domestico incide per oltre il 90%. Si tratta di un chiaro segno della persistenza di stereotipi e svantaggi.
Per quanto riguarda la criminalità, le persone extracomunitarie e apolidi sono state oggetto di 2.661 denunce e 578 arresti nel capoluogo piemontese nel 2023, incidendo del 19,2% e del 29,6% rispetto al totale delle due voci. Nonostante un forte sostegno da parte delle istituzioni e diverse iniziative messe in campo: 'Casa delle Opportunità', 'Mediare per conoscersi', 'Nuovi Bisogni', 'Alfa2' e l'aumento di borse di studio degli atenei per studentesse e studenti stranieri.
«Le sfide da affrontare sono molte – ha dichiarato il prefetto di Torino, Donato Cafagna – e il Rapporto è importante, proprio perché rappresenta la naturale evoluzione del processo di collaborazione e confronto avviato con l’elaborazione del Piano Territoriale di Governance del fenomeno immigrazione, elaborato con i soggetti istituzionali e del privato sociale e pubblicato nel dicembre del 2023».
«Il volume infatti – ha spiegato il prefetto – non si limita ad accogliere gli approfonditi contributi dei soggetti istituzionali chiamati a diverso titolo alla gestione delle politiche migratorie, ma pone le premesse per l’attivazione di un confronto su temi trasversali di interesse comune agli enti partecipanti, al fine di elaborare un reale strumento di policy making» – ha concluso il prefetto, che ha partecipato alla presentazione del documento insieme, tra gli altri, al rettore dell’Università degli Studi di Torino, Stefano Geuna, al vice sindaco della Città Metropolitana di Torino, Jacopo Suppo, all’assessore alla Sicurezza del Comune di Torino, Marco Porcedda, ad Anna Alessandra Massa dell’Ufficio Scolastico Regionale - Usr e al direttore dell’Ires Piemonte, Stefano Aimone.