«Troviamo del tutto inopportuno utilizzare la commemorazione istituzionale della Giornata della Memoria per lanciare messaggi controversi su quanto accade in Palestina. La memoria non è un'arma e quella della Shoah ci lascia una lezione chiara: che è accaduto e può accadere di nuovo, e ciascuno di noi ha la responsabilità di evitarlo».
A dirlo, in riferimento all'intervento del rabbino capo Ariel Finzi durante la cerimonia nella Sala Rossa della Città di Torino presieduta dalla dem Ludovica Cioria, è la capogruppo di Sinistra Ecologista in Comune, Sara Diena, componente della maggioranza.
«E quella memoria – aggiunge – ci insegna anche che le persone non si deumanizzano, che ogni vita umana conta e le persone non devono mai più diventare numeri. Esattamente il contrario di quanto purtroppo continua ad accadere in tante situazioni anche oggi, a Gaza come alle frontiere d'Europa e nelle prigioni libiche» – conclude l’esponente di Sinistra Ecologista.
Il presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni, ha invece commentato l’attuale situazione: «Assistiamo con sgomento a fenomeni di negazione, di distorsione e di banalizzazione della Shoah. Sono in aumento impressionante gli episodi di antisemitismo, cresciuti del 400%, rispetto agli anni precedenti». Lo ha detto in occasione del suo intervento nel corso della cerimonia di consegna delle medaglie d'onore alla memoria di miliari e civili, internati nel lager nazisti. «È una situazione molto difficile – ha spiegato – anche perché i testimoni diretti degli orrori della Shoah per leggi di natura stanno scomparendo uno dopo l'altro e, come ha detto Liliana Segre, il rischio è che nei prossimi anni ci sia solo un ricordo nei libri di storia su questo periodo terribile e poi più nulla. Spetta quindi a noi farci testimoni dei testimoni».
«I discendenti delle persone che onoriamo sono i migliori testimoni degli orrori di questo passato, ma i testimoni dei testimoni devono essere soprattutto i giovani. Verso di loro dobbiamo intensificare un'azione culturale ed educativa per trasmettere quei valori che un regime come quello nazista e del fascismo d'Italia volle cancellare» – ha proseguito.
«Quei valori di giustizia, di libertà, che sono scritti come pietre miliari nella Costituzione della nostra Repubblica nata dalla Resistenza e che i giovani di oggi devono comprendere e farsi veramente promotori di questi valori della società perché di questo ha bisogno il nostro Paese e tutto il mondo in periodi così bui» – ha concluso Dario Disegni.
Complessivamente, sono state trentasette le Medaglie d'onore alla memoria, concesse con Decreto del presidente della Repubblica in occasione del Giorno della memoria, consegnate a Torino, durante una cerimonia che si è svolta nell’Aula magna della Scuola ufficiali dell'Esercito.
Il riconoscimento è stato ritirato da figli e nipoti di coloro che, dopo l'8 settembre 1943, vennero deportati e internati nei lager nazisti, destinati al lavoro. La maggior parte delle 37 persone ricordate si era rifiutata di continuare la guerra nell'esercito della Repubblica di Salò.
Alla cerimonia era presente il prefetto di Torino, Donato Cafagna, l'assessore della Regione Piemonte Andrea Tronzano, la vicesindaca del Comune di Torino Michela Favaro e il presidente della comunità ebraica torinese Dario Disegni.
«Queste medaglie – ha dichiarato il prefetto di Torino – rappresentano il lascito più importante, il lascito più grande, il lascito più prezioso, fatto di sofferenze, fatto di resilienza, di capacità di resistere a tanto dolore, a tante privazioni». «Mettete queste medaglie al centro della vostra casa o comunque in luoghi dai quali passate frequentemente in modo che il ricordo sia sempre presente» – ha aggiunto Donato Cafagna, rivolgendosi ai parenti.