Luci accese al primo piano di Askatasuna martedì 18 Novembre che dovrebbe essere sgomberato
Lunedì è entrato nel vivo il patto di collaborazione tra il Comune di Torino e il centro sociale Askatasuna per rendere lo stabile di corso Regina Margherita 47, occupato 29 anni fa, un bene comune.
Ieri mattina, nel cortile dell'ex asilo, esponenti del comitato dei proponenti e dei garanti — tra cui lo psichiatra Ugo Zamburru e il sindacalista Giorgio Cremaschi — hanno annunciato l'avvio delle attività di pulizia e riordino. L'iniziativa arriva pochi giorni dopo l'anniversario dell'occupazione, che cadeva il 16 novembre.
«Tanti ragazzi volontari stanno facendo una cosa che dovrebbe essere considerata da tutti di grande significato, perché vengono qua, ci mettono delle giornate a fare lavori di tutti i tipi per sistemare questo bene comune — ha spiegato Cremaschi — un lavoro che una volta si sarebbe detto di alta responsabilità civica. Siamo ottimisti sul fatto che in tempi abbastanza ragionevoli si possa arrivare a riaprire il pianterreno, quindi a renderlo disponibile per la città e anche per il quartiere, perché questo è un quartiere che ci tiene ad avere l'Askatasuna».
«Le polemiche sono funzionali e fisiologiche — dice Zamburru — questo è un processo collettivo ed è un progetto credibile. Se noi siamo qui da due anni, in mezzo a tutta una serie di problemi, difficoltà logistiche, politiche, è perché siamo riusciti a fare una bella squadra con le istituzioni, con l'Askatasuna stessa, con noi proponenti e garanti».
«Stiamo facendo le attività di riordino e pulizia che sono propedeutiche alla fase realizzativa dei progetti che sono stati presentati e che adesso sono sotto la lente di osservazione degli esperti», sottolinea Michele, uno dei volontari. Con l'avvio dei lavori parte anche una raccolta fondi sulle principali piattaforme. La campagna si chiamerà 'supporta il 47', dal numero civico, e prevede iniziative, anche musicali, sia all'Askatasuna, sia in altri luoghi.
Violente le reazioni della politica. «Definire Askatasuna un bene comune è un insulto al buon senso. Non siamo davanti a uno spazio condiviso, ma a un luogo che da anni rappresenta illegalità e violenza. Altro che bene comune: è un male comune che pesa sulla sicurezza della nostra città» hanno tuonato gli azzurri Roberto Rosso, vicesegretario regionale di Forza Italia, e Marco Fontana, segretario cittadino.
«Riconoscere dignità istituzionale a chi ha costruito la propria identità su scontri, minacce, aggressioni e disprezzo delle regole - dicono Rosso e Fontana - significa legittimare l'illegalità. È un messaggio devastante lanciato dall'amministrazione Lo Russo: si premiano gli occupanti e si mortificano i cittadini perbene e le donne e gli uomini in divisa che ogni giorno presidiano quell'area. Le finte attività di pulizia di oggi sono solo l'ennesima presa in giro: uno stabile con luci accese, ingressi continui e presenze fisse non è un bene comune, ma un'occupazione a tutti gli effetti. E chi continua a coprirla, anzi ad appoggiarla, si assume una responsabilità gravissima».
«Chi guida le istituzioni - aggiungono - ha il dovere di ristabilire ordine e rispetto. Ma a Torino questa regola non vale più da anni. Vorremmo chiedere al sindaco se il giovane riconosciuto dal giudice con 'indole violenta' e arrestato per aggressione alle forze dell'ordine durante il No Meloni Day o i due fuggiaschi Propal trovati dalle forze dell'ordine ospitati nella 'non più okkupata Askatasuna' fossero nella pattuglia di chi faceva le pulizie di Natale. C'è un limite alla decenza e l'amministrazione Lo Russo l'ha superata».
«L'annuncio dell'avvio dei lavori» di riordino del centro sociale «e della raccolta fondi per finanziarli segna un picco di irresponsabilità senza precedenti per un sindaco che un giorno predica bene sulla sicurezza ed il giorno successivo conferma ospitalità ai peggiori antagonisti d'Italia in un immobile comunale» ha invece chiosato l'assessore regionale alle Politiche sociali, Maurizio Marrone.
«Le notifiche penali consegnate agli antagonisti dentro la palazzina inagibile avrebbero dovuto consigliare l'amministrazione comunale a fare un passo indietro sulla regolarizzazione del centro sociale - aggiunge -. Noi tiriamo dritto sull'udienza fissata al Tar il prossimo 17 febbraio dove verrà discusso anche il ricorso dell'avvocatura regionale, insieme a quello promosso da Fratelli d'Italia, forti della pronuncia di accoglimento del Consiglio di Stato».
«Le attività si pulizia e riordino nel centro sociale sono l'ennesima presa in giro dei torinesi e degli abitanti della zona. Le visite quasi quotidiane delle forze dell'ordine all'edificio e le luci sempre accese sono la chiara dimostrazione che l'immobile è abitato stabilmente: altro che bene comune». Così il capogruppo della Lega in Regione Piemonte, Fabrizio Ricca. «Spiace davvero - dice Ricca - avere ragione ancora una volta, ma quelli che si spacciavano per i garanti del patto di collaborazione sono ormai palesemente i garanti del centro sociale. Un'evidenza che rafforza le nostre conclusioni: sgombero subito».