A Torino serve un nuovo carcere

L’Amministrazione Lo Russo replica all’interessamento del ministro della Giustizia Carlo Nordio chiedendo la costruzione di una nuova Casa circondariale in città

Loris Puccio Conti 28/08/2024
Continua l'emergenza carceri - foto.jpg - {Continua l'emergenza carceri - foto.jpg} - [18084]

«Non fatemi vedere i vostri palazzi, ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una nazione».

Il monito di Voltaire fa sempre riflettere, soprattutto in riferimento alla più recente situazione di caos nelle carceri torinesi. Qui, solo nel 2024, si sono contate complessivamente una quarantina di aggressioni e una cinquantina di agenti feriti più o meno gravemente. Completano il triste quadro le precarie condizioni igieniche e sanitarie.

Fortunatamente, i numeri e le grida di allarme dei sindacati e delle personalità direttamente coinvolte non hanno suscitato soltanto indifferenza.

In questi giorni, infatti, sono stati rivelati da ‘La Stampa’ i contenuti della lettera inviata lo scorso 26 luglio dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al sindaco di Torino, Stefano Lo Russo.

«Posso assicurare – l'esordio della lettera – che il mio dicastero sta profondendo il massimo sforzo per alleviare, almeno in parte, le condizioni di grave disagio, se non di dolore, che affliggono anche la casa circondariale di Torino».

A richiamare l'attenzione del ministro sarebbero stati, in particolare, i disordini divampati nel carcere ‘Lorusso e Cutugno’ nei giorni precedenti. Qui le drammatiche condizioni dei detenuti avrebbero alimentato le tensioni quotidiane fino a provocare una rissa tra detenuti stranieri e il ferimento e l’intossicamento di alcuni agenti della Polizia Penitenziaria.

«L'azione del Governo – ha continuato Nordio – si è ulteriormente intensificata nell'adozione di interventi volti a mitigare i problemi del sovraffollamento e del rischio suicidiario e nel rispetto della dignità della persona, con l'auspicio di vedere presto un miglioramento generale delle condizioni dei detenuti, degli operatori e degli agenti di Polizia penitenziaria».

Il Comune di Torino, dal canto suo, risponde al ministero inviando la mozione approvata a larga maggioranza lo scorso 22 aprile dalla Sala Rossa con la quale si richiede la costruzione di un nuovo carcere. Il documento, nel sottolineare il sovraffollamento della struttura torinese e le precarie condizioni lavorative degli operatori e delle operatrici della Polizia Penitenziaria, di assistenti educativi e dei sanitari che presidiano l’attuale struttura, chiede inoltre di promuovere un momento di riflessione e formazione incentrato sull’edilizia carceraria, da cui possano emergere indicazioni operative e progettuali per la realizzazione di spazi a misura di persona – sia per le persone ristrette che per chi vi lavora – con la possibilità di prevedere adeguate possibilità di formazione, lavoro e comfort.

Lo scorrere dei giorni, però, aggrava l'emergenza. Nella giornata di Ferragosto si sono contati il ferimento di ulteriori sei agenti e l'intossicazione di altri due dal fumo di un incendio. Tutto questo è avvenuto sempre nella casa circondariale del capoluogo piemontese, dove, da una parte, i reclusi sono 1.500 a fronte di una capienza di 1.100 persone e, dall'altra, mancano circa duecento agenti.

La singola emergenza di Ferragosto è rientrata con la chiamata del personale non in servizio e l'aiuto di unità provenienti da altri istituti di pena del Piemonte.

Per il lungo periodo, però, servono riforme più profonde. Perché, innanzitutto, il degrado aumenta anche negli altri istituti del Piemonte e della Liguria. Non ci sono solo le violenze, ma anche gli scarafaggi che infestano le celle, le radiografie e le altre prestazioni mediche che non vengono garantite e le richieste di trasferimento che non trovano soddisfazione.

Non è, così, casuale che l'Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp) abbia proposto di istituire una ‘Giornata di verità sulle carceri’ il prossimo 3 settembre, anniversario dell'assassinio del generale Dalla Chiesa.

«Serve una verità – le parole di Leo Beneduci, segretario generale del sindacato – che squarci il velo di ipocrisia che avvolge gli istituti penitenziari e gli uffici del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria (Dap) su quello che realmente accade nelle carceri italiane. Se dovessimo realizzare una diretta streaming con gli istituti penitenziari, tra gli altri di Prato, Torino, Roma-Regina Coeli, Foggia, Napoli-Poggioreale o Palermo, cosa vedremmo? Non luoghi di riabilitazione, ma centrali dello spaccio, corridoi dove droga, soldi e telefoni cellulari – le nuove scatole nere della criminalità – passano di mano in mano. Celle trasformate in laboratori chimici e distillerie, poliziotti penitenziari sopraffatti un sistema che li ha abbandonati».

Sul tema è intervenuto anche Luca Pantanella, segretario generale provinciale Fsp Torino: «Come referente sul territorio di Fsp Polizia di Stato esprimo viva e ampia soddisfazione per l'intervento del Ministro della Giustizia Carlo Nordio a favore di un nuovo carcere per Torino».

«La notizia della seria presa in carico di un penitenziario ex novo per il capoluogo piemontese – afferma Pantanella – giunge insieme all'approvazione del tanto atteso Decreto Carceri, che spiana la strada anche alla sicurezza per gli agenti che vi sono impiegati. Confidiamo sia questa la strada maestra con la quale far sì che si possano creare condizioni di detenzione sempre migliori in grado di assicurare maggiore tutela anche alle forze dell'ordine giornalmente presenti, evitando il ripetersi di ulteriori fatti incresciosi a danno degli agenti stessi come ultimamente accaduto a luglio scorso».

«Resta inteso – conclude il segretario sindacale torinese – che certezza della pena e incremento di una maggiore percezione della sicurezza passano anche attraverso la costruzione di nuove strutture dedicate in cui garantire con dignità a ogni cittadino reo il saldo del debito con la giustizia».

Il monito di Voltaire non perde certamente la propria validità dopo quasi trecento anni.

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