Quattordici ore in sala operatoria per il secondo trapianto di fegato della sua vita, eseguito con una tecnica totalmente extra anatomica.
E' l'intervento, eseguito alle Molinette, ospedale della Città della Salute e della Scienza di Torino, che ha salvato la vita a una ragazza di 21 anni, nata con una malformazione alle vie biliari e sottoposta al primo trapianto di fegato quando aveva 6 mesi. Aveva avuto un intervento chirurgico per correggere il blocco della vena porta che però non è riuscito.
L'organo funzionava e ha consentito alla bambina di crescere, tuttavia nel corso dell'adolescenza è stato colpito da una forma di cirrosi a causa di ricorrenti infezioni biliari. Vista la doppia problematica, la ragazza è stata inserita in lista d'attesa per un secondo trapianto, all'interno del programma nazionale pediatrico gestito dal Centro Nazionale Trapianti di Roma.
Negli ultimi mesi le sue condizioni sono peggiorate rapidamente e gli specialisti della Terapia Intensiva Epatologica delle Molinette hanno segnalato l'urgenza del caso ed è stato trovato un fegato compatibile, donato da un ragazzo deceduto per trauma in un'altra regione. Il nuovo fegato è stato collegato al corpo in modo completamente diverso dal solito. Infatti, i tre 'canali' principali a cui normalmente viene unito il fegato - vena porta, arteria epatica e via biliare - non erano più utilizzabili.
Quindi, una volta rimosso il fegato malato, i medici hanno collegato direttamente l'aorta addominale della paziente all'arteria del nuovo organo. Per sostituire la funzione della vena porta è stata usata una tecnica chiamata 'trasposizione cavo-portale': la vena cava inferiore è stata tagliata e unita alla vena porta del fegato donato. Per completare l'intervento, la via biliare è stata collegata direttamente a un tratto dell'intestino.
Inoltre, è stato necessario usare per circa 80 minuti una macchina extra-corporea per sostituire temporaneamente la circolazione del sangue. Dopo cinque giorni in terapia intensiva in Rianimazione, la giovane è in fase di recupero presso l'Area Semintensiva Chirurgica delle Molinette.
«Una grande azienda ospedaliero-universitaria come la nostra Città della Salute e della Scienza di Torino si è nuovamente dimostrata capace di gestire un caso gravato da complessità clinica e tecnica estreme, grazie alla dedizione, al coraggio ed alla collaborazione multidisciplinare tra specialisti così altamente qualificati, così come solo nella nostra Azienda è possibile trovare. E così come dovrà essere nel futuro Parco della Salute». E' il commento del commissario Thomas Schael al trapianto di fegato, eseguito con tecnica extra-anatomica', che ha salvato una ragazza di 21 anni. «La Regione Piemonte si conferma all'avanguardia in campo nazionale ed internazionale nell'offerta e nell'applicazione delle più innovative modalità di cura, che in ambito trapiantologico si giovano sempre della generosità di chi si dichiara favorevole alla donazione degli organi», sottolinea l'assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi.