Da una recente ricerca scientifica, che ha coinvolto seicento studenti e studentesse del Corso di Laurea di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, emerge che il 74% degli studenti e delle studentesse universitari dorme meno di quanto raccomandato dall’Associazione Mondiale di Medicina del Sonno.
Inoltre, il 19% soffre di disturbo del ritmo circadiano con posticipo di fase (‘gufi patologici’). Questo è un disturbo caratterizzato dalla tendenza ad andare a letto e addormentarsi più tardi rispetto alla media della popolazione con ipnotipo normale (‘intermedi’) o anticipato (cosiddette ‘allodole’), con necessità di protrarre il sonno nella mattinata quando possibile.
Il disturbo, trattabile mediante tecniche non farmacologiche, è statisticamente associato a una peggiore qualità di vita in termini di stress percepito (74 vs 60% dei soggetti gufi patologici rispetto a intermedi e allodole), affaticamento diurno (54% vs 44%), qualità del sonno (74% vs 49%), sonnolenza patologica (24 vs 17%), sintomatologia ansiosa (moderata-grave 20% vs 10%) e depressiva (moderata-grave 23% vs 10%).
I gufi patologici presentano infine un profitto scolastico meno buono in termini di media ponderata (-1 punto) e voto di maturità (- 4,5 punti) rispetto alle allodole e agli intermedi.
La ricerca è stata coordinata dal Centro di riferimento regionale per i disturbi del sonno (responsabile professor Alessandro Cicolin) della Città della Salute e della Scienza di Torino, dal Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi-Montalcini e dal Dipartimento di Psicologia (diretto dalla professoressa Daniela Converso) dell’Università degli Studi di Torino.
I risultati dello studio confermano l’importanza di un buon sonno, non soltanto per la salute fisica e mentale, ma anche per l’efficienza scolastica e lavorativa. Esattamente il contrario del proverbio che recita ‘chi dorme non piglia pesci’.
Il sonno è un bisogno fondamentale per la vita e per il benessere fisico e mentale, come l’acqua, il cibo, l’aria. È infatti coinvolto nei processi che regolano attenzione, memoria ed emozioni, ormoni e funzione cardiovascolare. Non può sorprendere quindi che numerose evidenze scientifiche dimostrino che le alterazioni del sonno, in termini di quantità o di qualità, rappresentino un fattore di rischio per infarto, ictus, diabete, obesità, cancro e demenza.
La Giornata mondiale del sonno (World Sleep Day 2025) focalizza l’attenzione proprio sull’importanza del riposo per una buona funzionalità diurna e per la salute in generale.
A Torino, la Giornata ha previsto ieri incontri pubblici nelle principali piazze (San Carlo, Carignano e Carlo Alberto) e ha ancora in programma interventi negli ospedali (Molinette, Regina Margherita e Cto, venerdì 28 marzo) e un incontro con gli esperti del settore e le associazioni dei pazienti (sabato 29 marzo nell’Aula magna dell‘ospedale Molinette di Torino, in corso Bramante 88).
L’evento rappresenta anche un’occasione per la popolazione e i pazienti per incontrare le associazioni nazionali del settore: Rls Italia aps (sindrome delle gambe senza riposo), Aipas aps (sindrome delle apnee nel sonno) e la neonata Protocollo Insonnia (insonnie).
Nella notte di ieri la Mole Antonelliana è stata anche illuminata di azzurro per augurare a tutta la popolazione torinese un soddisfacente riposo.
Tutti gli eventi in programma sono stati organizzati grazie al contributo di Rls Italia aps, Aipas aps e Protocollo Insonnia, in collaborazione con il Centro di Riferimento Regionale per i disturbi del sonno.
L’invito è a festeggiare la Giornata mondiale del sonno facendo l'unica cosa che tutti amano fare alla fine di ogni giornata: dormire! Il consiglio è quello di prendersi una giornata libera e dormire quanto si vuole. Oppure, in modo meno estremo, provare a fare un pisolino di venti minuti durante la pausa pranzo al lavoro. Se ci sente riposati dopo, significa che ne avevamo davvero bisogno.
Tra gli altri consigli c’è quello di avere orari fissi per andare a letto e per svegliarsi: i ritmi circadiani del corpo funzionano meglio quando l'ora per andare a letto e quella per svegliarsi sono le stesse ogni giorno.
Inoltre, le persone che non svolgono abbastanza attività fisica durante il giorno potrebbero avere difficoltà a dormire la notte. Meglio quindi assicurarsi di fare una camminata veloce oppure di praticare altri esercizi cardiovascolari diverse ore prima di andare a letto.
È anche utile ridurre la caffeina: in quanto stimolante, la caffeina può rendere attivi la mente e il corpo. Quindi, è meglio evitare caffè, tè o altre bevande contenenti caffeina almeno sei ore prima di andare a dormire.
La temperatura ideale della stanza per dormire è tra i sedici e i diciannove gradi.