La nuova povertà: chi deve fare i debiti per curarsi

I dati di Uil e Uilca: persino i giovani laureati guadagnano poco e solo un ligure su due riesce a fare qualche risparmio

Monica Bottino 15/11/2024
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Dal 2019 ad oggi, in Liguria, 17mila persone in più hanno chiesto di ricevere i pacchi alimentari messi a disposizione dal governo attraverso l’Europa. Evidente segno di un peggioramento delle condizioni generali di vita, che colpiscono innanzitutto chi già aveva meno, ma che intaccano anche il benessere di famiglie con redditi medi. Ad oggi, quando è difficile arrivare alla fine del mese, tanto più è improbabile riuscire a risparmiare. Lo confermano i dati emersi dal dibattito che si è svolto ieri, a Genova,  sul tema «Il ruolo del credito in Liguria nel contrasto alle nuove povertà», organizzato da  Uil Liguria e Uilca Liguria. I dati elaborati da Roberto Telatin del Centro Studi Orietta Guerra illustrano come l’età media delle persone in Italia negli ultimi vent’anni sia aumentata da 43,8 anni a 46,2 anni, mentre in Liguria da 47,9 anni a 49,4 anni rendendola la regione la più anziana del Paese con 270,8 over 65 anni contro 100 giovani sotto i 14 anni, dato molto più elevato rispetto al dato nazionale di 193,11 anziani ogni 100 giovani. «In questo scenario, data la longevità della popolazione ligure, la nuova povertà nasce anche dall’indebitarsi per curarsi, una frontiera nuova per chi per decenni ha creduto che lo Stato sociale fosse una conquista definitiva», dicono i sindacalisti Uil precisando che «oggi la Liguria ha 30,76 pensionati ogni 100 abitanti, la percentuale più alta del Paese. La media nazionale è di 26,71 ogni 100 abitanti, in Liguria il 6,52 % dei maschi pensionati ha un reddito inferiore ai 500 euro mensili, mentre le donne che hanno una pensione sotto quel livello è l’8,87%. Il Gender pay gap per le donne si trascina dal mondo del lavoro a quello pensionistico e conferma la maggior fragilità finanziaria delle donne». Dal convegno è emerso anche che oggi in Liguria la soglia di povertà per una famiglia di 3 componenti di cui 1 tra 0 e 3 anni e 2 tra 30 e 59 anni è in un range fra i 1.339 e i 1.407 euro, mentre in Italia la stessa tipologia di famiglia ha una soglia di povertà compresa fra i 1.308 e i 1.462 euro. Lo stipendio medio, secondo una indagine del sito Almalaurea vede i laureati di secondo livello dopo un anno dalla laurea con un salario di 1.366 euro e di 1.697 dopo cinque anni. Esistono delle differenze salariali dovute al tipo di laurea, come ad esempio un informatico che dopo un anno dalla laurea ha un salario di 1.723 euro e un laureato in economia che lo ha 1.414 euro, mentre un architetto guadagna dopo un anno 1.303 euro. «Questi sono tutti stipendi che girano mediamente attorno ai valori della soglia di povertà assoluta prima enunciati e ricordiamo che la soglia di povertà assoluta (SPA) misura la spesa minima mensile di una famiglia necessaria per acquistare un paniere di beni e servizi ritenuti essenziali». Che fare allora? 
«Abbiamo creato la generazione di  lavoratori poveri (quelli che guadagnano meno di 15mila euro all’anno, ndr)  che in Liguria come nel resto del Paese necessita dell’housing sociale per poter vivere - spiegano Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria e Silvio Trucco, segretario generale Uilca Liguria - con questi salari diventa difficile anche costruirsi una pensione integrativa o una famiglia o generare dei figli. Non stupisce dunque visti i bassi salari che in Liguria nel 2023 il 44,7% delle famiglie non riesca a risparmiare e il 18,7% non riesca a sostenere le spese impreviste, dati comunque migliori di quelli nazionali dove sono il 45,5% le famiglie che non riescono a risparmiare e il 30,2% quelle incapaci di fronteggiare spese impreviste». Di qui l’importanza anche dui avere un sistema bancario un po’ più al servizio del cittadino. «Il sistema bancario è centrale per la vita del Paese, per lo sviluppo dei territori e per il supporto a famiglie e imprese. Le banche devono recuperare il ruolo sociale di servizio alle comunità, al territorio e alle persone. Le filiali costituiscono presidio di legalità, in mancanza del quale intere aree rischiano di essere abbandonate, lasciando spazi a soggetti non regolati per l’erogazione del credito», ha concluso Fulvio Furlan, segretario generale Uilca.
Direttore: DIEGO RUBERO
AUT. TRIB. CUNEO n° 688 del 20/12/23
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